Omelia del Vescovo Giuseppe Sciacca
Giuseppe Sciacca
Vescovo titolare di Fondi
Segretario aggiunto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica
Città del Vaticano
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Solennità di Nostra Signora dell’Elemosina
Patrona di Biancavilla
31 agosto 2014
Omelia
In prestabilite e attese date, il popolo dell’antica e nobile città di Biancavilla si raccoglie qui – nel suo maggior tempio – per venerare la propria celeste Patrona, la Vergine Santissima dell’Elemosina.
L’elemosina, che è parola greca, ricca di accezioni, significati, rimandi, ma tutti sostanzialmente riconducibili e sinonimici della Misericordia e della Pietà.
La pietas: nella sua accezione pregnante classica e cristiana insieme, genuinamente umana e parimenti soprannaturale, quale più alto vertice spirituale e comportamentale, raggiunto dal mondo non ancora cristiano, e preparatore e anticipatore di quell’annuncio o meglio, di quell’evento, per cui Iddio, tre volte Santo e di infinita maestà e abbagliante splendore, si svela e si fa conoscere nel Suo Figlio incarnato, Gesù benedetto, quale mistero di inesauribile misericordia e infinita pietà, che si fa Croce e Resurrezione, Misericordia, appunto, per il dolore e le sofferenze, per la caducità e la morte delle sue creature.
E, infatti, la sofferenza, il dolore, spirituale e fisico dell’uomo fa vibrare di commozione, umana e divina il cuore di Cristo; e la Vergine Santissima, Madre di misericordia e di pietà, partecipa con cuore sensibilissimo di madre e di donna al mistero e all’azione della divina pietà del Suo Figlio, e si rivela anche Lei quale Madre dell’Elemosina, Madre cioè di carità, di tenerezza, di pietà per tutti coloro che, dall’alto della Croce, il Redentore moribondo affidò al suo cuore materno, e son tutti gli uomini di buona volontà per i quali egli ha versato il Suo sangue prezioso.
Certamente il primo e fondamentale Santuario dove avviene l’incontro con Dio è il nostro cuore, il cuore umano. La Vergine di Nazareth, attraverso la propria mediazione materna e verginale e il proprio grembo benedetto, fecondato dallo Spirito Santo, è il vero e definitivo Santuario, la Tenda Biblica, l’Arca dell’Alleanza, cioè dell’incontro di salvezza tra Dio e gli uomini.
Possa, allora, questo vostro Santuario, ma soprattutto Colei che qui si venera, sollecitare la vostra comunità all’incontro con Dio in Cristo; possa, infine, nella precarietà che oggi più che mai caratterizza il nostro tempo – Homo peregrinus, plasticamente disse Paolo VI – possa nel pellegrinaggio della vita e della storia, possa aiutare a scoprire il vero senso dell’esistenza che porta a Dio e al suo Cristo, nel segno della misericordia,</spa n> della carità, dell’amore!
Ancora una volta e per sempre: ad Jesum per Mariam!
E Maria diventa il ponte di pietà che unisce la terra al cielo, e Dio agli uomini.
Ma qui riunendosi, in questo tempio di cui van giustamente fieri, insieme e guidati dal loro Prevosto – e Praepositus è chi è posto a capo per dirigere e per servire – in questa chiesa Madre e Collegiata, onorata dall’intervento Pontificio che la ha elevata al rango ecclesialmente impegnativo e prestigioso di Basilica, qui – dicevo – i cittadini di Biancavilla rinnovano, incoraggiati e accompagnati dall’esempio di Maria, “la Prima credente” come insegna il Concilio Vaticano II – qui rinnovano la propria adesione di fede, di amore, di speranza in Cristo Signore, il Crocifisso Risorto, unico e vero Salvatore del mondo e dell’uomo.
E qui, il popolo di Biancavilla si pone ancora una volta sotto la dolce e forte protezione di Maria, che lungo una storia plurisecolare ha assistito e protetto questa Comunità in prove difficili; qui i fedeli di Biancavilla desiderano imparare da Lei la lezione – sempre attuale – del perdono, della misericordia della vera carità nei confronti del prossimo e di chi è nel bisogno, e anche di chi – noi riteniamo – ci avesse ferito od offeso; qui da Maria, ‘speculum iustitiae’, ricevono la lezione del rispetto per la vita, per le persone, per la legalità; qui i fedeli di Biancavilla riscoprono le vitali radici della propria memoria storica, della propria irrinunciabile identità umana, culturale, religiosa, che è Cristiana e Cattolica sin dai lontani primordi, allorquando qui approdarono da Scutari Cesare Masi e i suoi compagni, portando con sè l’icona bizantina della Madre di Dio, ininterrottamente amata e onorata; qui riscoprono un’identità che è, dicevo, cristiana perché è mariana: ad Jesum per Mariam!
Santuario Mariano è anche la vostra Chiesa.
Mostraci, o Signore, la tua misericordia! Ma il Signore c’è l’ha mostrata, donandoci lei, Maria, la Madre dell’Elemosina, la Madre della Misericordia.
La gentile tradizione vuole che l’icona della Madonna, appesa ad un fico dagli esuli Albanesi, fu ritrovata inestricabilmente avvolta da rami misteriosamente cresciuti lungo la notte.
E qui rimase. E cosi nacque e fiorì Biancavilla.
Rimanga avvinta la Madonna, cari Biancavillesi, tra le vene del vostro cuore e le irrori dell’amore per Cristo e per i fratelli.
E così sia.
+ Giuseppe Sciacca
Vescovo