L’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina. Studi scientifici smentiscono ipotesi fantasiose prive di fondamento
2° Simposio sull'Icona“Si tratta di una purissima icona bizantina – ha affermato il papas Michele M. Pirotta – probabilmente opera di un monaco basiliano, come attestano le lettere del retro dell’icona. Non sarebbe neppure strano che sia stata portata dagli esuli in fuga dall’Albania. Anche
i cristiani di Costantinopoli, costretti alla fuga a seguito dell’invasione musulmana della città, portarono con sé tra le cose più preziose le Sante Icone. Per la cultura orientale, infatti, l’icona è un elemento di grande valore, è luogo di presenza, finestra dell’invisibile sul visibile, luogo di sintesi e di incontro tra cielo e terra. L’Icona non è un idolo, poiché la venerazione rivolta alle Icone non riguarda la tavola materiale ma il soggetto in essa raffigurato, come sancito dal Concilio di Costantinopoli II. L’Icona è sporgenza di Dio che si affaccia sul mondo per donare il suo sguardo di Misericordia. Questo in particolare è il messaggio dell’Icona di Biancavilla”.
e hanno riconosciuto nell’icona della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla l’icona portata originariamente dai padri.
Saluto del Presidente dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”
Buona sera a tutti!
Un saluto affettuoso e cordiale anzitutto ai nostri illustri ospiti che hanno accettato l’invito di stasera da parte della nostra Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”: al Rev.do Papas Michele Maria Pirotta, dell’Eparchia rumena del GranVaradino, qui presente. Come anche al Papas Giorgio Caruso di Piana degli Albanesi e al ch.mo Prof. Matteo Mandalà, dell’Università di Palermo, che ci raggiungeranno fra poco. Salutiamo anche Dino Sangiorgio, nostro concittadino, purtroppo questa sera assente perché trattenuto altrove, per motivi scolastici. Sangiorgio, tuttavia, ci ha fornito la sua relazione.
Con voi, carissimi ospiti, rifletteremo, in questo 2° Simposio (che si colloca sulla scia di quello già celebrato in questa stessa città nell’agosto del 2004), sul grande valore dell’Icona.
Per i cristiani di tutti i tempi, specie di spiritualità orientale, l’Icona assume un carattere eminentemente liturgico, spirituale, contemplativo e culturale.
Anche per i credenti e non di Biancavilla, l’icona della Madonna dell’Elemosina segna il carattere e l’identità del popolo etneo; infatti è venerata ininterrottamente, da oltre cinque secoli, come “madre pietosa”, “provvida” e “misericordiosa”.
I biancavillesi sanno bene quanto questa “Madre” si sia mostrata dolce e compassionevole nelle vicende della vita personale e comunitaria.
Concludendo subito questo breve indirizzo di saluto, per dar spazio alle relazioni, cito un’espessione (che si fa preghiera) tratta dall’ “Evangelii Gaudium” del Santo Padre Francesco. L’Esortazione apostolica che in questi giorni stiamo meditando nei vari aspetti della realtà umana e sociale in preparazione alla grande festa di domenica prossima: “Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione, madre d’amore, sposa delle nozze eterne, intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima, perché mai si rinchiuda e mai si fermi nella sua passione per instaurare il Regno”.
I temi di stasera (storici, culturali ma anzitutto spirituali) ci faranno ancor più e ancor meglio entrare in questo grande “mistero” che l’icona comunica all’osservatore.
Ancora il Papa dice: “Noi oggi fissiamo lo sguardo su di lei, perché ci aiuti ad annunciare a tutti il messaggio di salvezza, e perché i nuovi discepoli diventino operosi evangelizzatori”.
Lasciamoci allora “guardare da Lei” che ci comunica grazie e benedizione celesti!
Grazie a tutti voi presenti così numerosi e buona serata!
Giuseppe Santangelo
L’icona bizantina della Madre di Dio dell’Elemosina nella tradizione bizantina.
Nuovi studi e ricerche
Interverranno:
Rev.do Papas Michele Maria Pirotta, Sacerdote dell’Eparchia Greco-cattolica di Oradea Mare (Romania) e Assistente spirituale della Comunità ecclesiale italo-albanese di Milano.
Rev.do Papas Giorgio Caruso, dell’Eparchia di Piana degli Albanesi (Pa) e dottorando in Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma.
Ch.mo Prof. Matteo Mandalà, Ordinario di Lingua e Letteratura Albanese presso l’Università degli Studi di Palermo.
Prof. Placido Antonio Sangiorgio, Insegnante di Religione e collaboratore del CNR (Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali).