Tra le celebrazioni di quest’anno in onore della Madonna dell’Elemosina, ha assunto un ruolo significativo il ricordo dei primi cento anni delle apparizioni della Madonna a Fatima, una delle più importanti mariofanie che ha segnato le vicende storiche del secolo scorso e che ancora è capace di interpretare profeticamente il nostro tempo.
Promossa dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”, la conferenza di venerdì 25 agosto è stata introdotta da Alessandro Scaccianoce, responsabile attività culturali dell’aggregazione mariana, e condotta dal prof. Nino Grasso, docente di mariologia presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Catania.
Perché la Madonna appare? Qual è il messaggio per noi contemporanei? Qual è il valore profetico del terzo segreto? Con queste domande Scaccianoce ha avviato la riflessione, sottolineando come Fatima sia la dimostrazione della capacità della fede di incidere nella storia. “La fede – ha detto Scaccianoce – non è solo un rapporto intimo e personale con Dio, ma è principio di rinnovamento della vita. La preghiera e la penitenza, tra le consegne più importanti delle rivelazioni di Fatima, possono davvero modificare il male della storia”.
Nel suo intervento il prof. Grasso ha ripercorso le tappe delle apparizioni, avvenute tra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, e ha spiegato in dettaglio il contenuto dei tre segreti, o meglio, delle tre parti dell’unico segreto rivelato dalla Vergine ai tre fanciulli portoghesi. Ha detto Grasso:
“La visione dell’inferno, la possibilità di una nuova e più grande guerra e la persecuzione della Chiesa, con la visione del Vescovo vestito di bianco che cade sotto colpi di armi da fuoco ai piedi di una grande croce, sono i tre grandi segreti. A queste visioni drammatiche però la Vergine accompagna sempre dei messaggi di speranza. L’inferno può essere evitato, come anche il male della guerra, attraverso la consacrazione al cuore immacolato di Maria, con quel che significa questo atto, come adesione e fiducia all’intera persona della Madre di Dio.
Anche Giovanni Paolo II, che vide applicata a sé la profezia del Vescovo colpito con armi da fuoco, riconobbe che fu la Vergine a deviare con la sua mano il proiettile che lo colpì nell’attentato in piazza San Pietro il 13 maggio 1981″.
Grasso ha anche ricordato l’interpretazione dei segreti offerta da Joseph Ratzinger nel 2000, come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e l’omelia che tenne a Fatima, come Papa, in cui precisò che il valore profetico delle rivelazioni non è affatto esaurito:
la persecuzione dei cristiani, infatti, e il sangue versato da vescovi, preti, religiosi e religiose, e da tanti cristiani laici è sotto gli occhi di tutti.
“La Madonna – ha concluso Grasso – appare perché ci è madre, per richiamarci specifici aspetti della rivelazione evangelica e per confermarci la verità del cielo e della risurrezione”.
A chiudere la serata è stato l’intervento del Vescovo Paolo Urso che ha presieduto la Celebrazione eucaristica, con la partecipazione degli ammalati e dei volontari delle associazioni che operano nel territorio.
“Noi siciliani – ha detto Mons. Urso – invochiamo Maria come ‘a Bedda Matri’ non solo per far riferimento alla sua bellezza fisica, ma per sottolineare la sua bellezza spirituale. Lei che è davvero vicinissima a noi è anche la donna vestita di cielo e di sole, luminosa perché brilla della grazia di Dio. Le rivelazioni di Fatima ci confermano che lei è sempre attenta alle nostre vicende umane e per noi desidera la felicità più grande: il paradiso. Un paradiso che inizia già su questa terra. Fatima ci conferma che non esiste un destino immutabile, ma al contrario che con il nostro contributo possiamo rendere questo nostro passaggio sulla terra migliore, per noi e per i nostri fratelli”.
Il prevosto don Pino Salerno ha ringraziato i presenti e ha esortato a vivere le celebrazioni con la ricchezza di queste splendide verità di fede, evidenziando l’importanza di queste riflessioni per il Santuario mariano di Biancavilla che venera Maria come Madre di Misericordia.