Storia, tradizione e fede
di un centro etneo
L’Ottobre Sacro di Biancavilla celebra i festeggiamenti in onore dei Santi Patroni, Maria SS. dell’Elemosina, San Placido e San Zenone. Incorniciate dall’anniversario dell’Incoronazione dell’Icona della Madonna dell’Elemosina, il 3 ottobre, e dalla memoria del martirio del Santo benedettino Placido, il 5 ottobre, si snodano le manifestazioni religiose, tradizionali e culturali che riuniscono l’intera comunità ecclesiale e civile di Biancavilla.
Bagni di folla, tra luminarie, bancarelle e fuochi d’artificio, per esprimere con tipico gusto siciliano l’orgoglio di una cittadina, che in questi giorni veste l’abito della festa per ritrovare le motivazioni più alte dello stare insieme.
Tra l’ultimo “schiumone” della stagione calda e le prime castagne d’autunno, con uno sguardo al volto bruno della “Bedda Matri” dell’Elemosina, il passaggio ieratico del soldato martire Zenone, il rassicurante e “placido” sorriso del monaco “Placido”, l’Ottobre Sacro di Biancavilla è l’occasione per immergersi nella storia e nella cultura spirituale, religiosa e civile di una comunità che, affondando le sue radici in una terra d’oriente, da oltre cinquecento anni popola il versante meridionale dell’Etna.
LA BELLA MADRE DELL’ELEMOSINA
Il patrocinio della Madre di Dio
La Vergine dell’Elemosina, raffigurata nella preziosa icona bizantina portata dai greco-albanesi, è venerata come protettrice fin dalla fondazione della città di Biancavilla. In varie occasioni i fedeli hanno saputo riconoscere negli accadimenti umani l’intercessione provvidenziale della Vergine.
Subito dopo la seconda guerra mondiale, in segno di gratitudine per la protezione sperimentata durante i drammatici bombardamenti (oltre 60 bombe furono rinvenute inesplose), i fedeli offrirono alla Madonna dell’Elemosina un chilo d’oro e ottantamila lire. Dopo un significativo intervento di restauro del dipinto, il Capitolo Vaticano decretò l’incoronazione dell’Icona.
Il rito solenne venne celebrato il 3 ottobre 1948 sul sagrato della chiesa, alla presenza di cinque Vescovi provenienti dalle diocesi della Sicilia, sacerdoti, chierici, autorità civili, militari e numerosi fedeli anche dei paesi vicini. In quell’occasione, il sindaco di Biancavilla, Salvatore Uccellatore, pronunciò l’Atto di consacrazione del popolo biancavillese al Cuore Immacolato di Maria, deliberato il 28 settembre 1948 dal primo Consiglio Comunale di Biancavilla, costituitosi dopo le prime elezioni democratiche.
La cerimonia si concluse con la processione della Sacra Icona per le vie del centro storico.
Da allora, la processione del 4 ottobre, che si svolgeva già da diverso tempo, ha assunto un rinnovato significato, per ribadire l’affidamento della città alla Vergine e fare memoria della fede dei nostri antenati.
“Popolo di Biancavilla, nelle pagine più belle della tua storia scrivi ancora questo: in una delle epoche più travagliate della storia del mondo, in un momento tragico, in cui la Vergine Santissima salvò il mondo e l’Italia dalla sua rovina fatale, il popolo di Biancavilla, riconoscente per i benefici ineffabili di questa grande Regina, volle esternare il palpito della sua fede possente nel rito solenne della incoronazione della sua venerata e miracolosa immagine”
(dall’omelia dell’Arcivescovo di Catania, Monsignor Carmelo Patanè,
per la cerimonia di incoronazione della Madonna dell’Elemosina)
Tesoro del popolo d’Albavilla
O Vergine SS.ma dell’Elemosina,
vero tesoro del popolo biancavillese:
sii benedetta per sempre o decoro della nostra gente.
A Te nel giorno a noi tanto caro
nel quale ti riconosciamo ancora una volta
nostra celeste patrona e protettrice
volgiamo il nostro sguardo di figli:
il Divino Bambino che tenacemente si stringe a Te,
il Figliolo Santo che sembra sussurrarti parole d’amore
è il segno della nostra devozione per te,
è l’espressione filiale più alta che possiamo tributarTi,
è la speranza di vivere così per sempre, stretti e uniti a Te.
A Te ricorriamo con fiducia incrollabile,
a Te consegniamo le pene e i dolori che nascondiamo tra le pieghe dei cuori,
a Te le nostre ansie, le nostre preoccupazioni, i dolori che ci affliggono,
da Te imploriamo la benedizione divina per la nostra salute.
A Te consacriamo la speranza di un lavoro che manca,
la fatica del precariato che ci invade,
a Te va’ la supplica per la comunità civile di Biancavilla:
per la politica che ci governa e gli uomini posti al nostro servizio,
per i poveri e gli esclusi, per gli emarginati, i non credenti:
Tu guarda, Tu accogli, Tu benedici,
Tu illumina, Tu consola ciascuno,
Tu Madre nostra, Tu fiducia nostra,
Tu stella d’amore all’anima smarrita!
Tu che nei secoli lontani
Ti sei messa a capo dei progenitori albanesi
e qui hai scelto il luogo per costruire la casa Tua tra le nostre,
Tu che hai voluto rinnovare qui il tuo seggio di Madre e di Regina
liberandoci più volte dalla fame, dal fuoco devastatore dell’Etna,
dagli eventi bellici locali e mondiali.
Dimostra ancora una volta la tua predilezione per noi gente di Biancavilla:
ricorda che “…siam Tua vigna, Tuo popolo e opera delle Tue mani…”;
dimostra ancora verso di noi la tua particolare protezione:
per quelli che nei secoli ti hanno già conosciuto e venerato,
per quelli che gremiscono il Tuo santuario,
per chi ti attende ancora e ha bisogno di una madre,
per quanti ogni giorno tornano ad invocarti
unica Madre e Regina di questa nostra città.
Per tutti il Signore ti ha dato, per tutti Ti ha posto a capo.
I nostri Padri, o Maria,
hanno posto sul tuo capo una corona d’oro,
ti hanno rivestito di una veste preziosa,
e Tu, Madre, hai posto su ogni biancavillese la corona regale della fede e della pietà,
la corona della predilezione in mezzo a tanti altri:
che mai si dica di noi
che il popolo di Biancavilla ha perso la dignità di figlio
che Maria Vergine gli ha conferito!
Che mai la nostra corona possa andare perduta ed essere deturpata da qualsiasi vento di bufera!
Sì, o Maria,
donaci ancora il Tuo Figliolo Santo,
raccontaci di Gesù! Parlaci di Lui!
Solo da Te possiamo cercarLo e trovarLo!
Si, o Madre tenerissima!
Si, o Madre dell’Elemosina!
Ridonaci l’amore, ridonaci Gesù:
quel Gesù che abbiamo perso,
quel Gesù che il peccato ogni giorno ci fa detestare,
quel Gesù che abbiamo cacciato via dalla nostra vita e che ora non ritroviamo,
quel Gesù di cui tanto ci vergogniamo nella nostra fede.
Guardaci tutti,
guarda il popolo che Ti si stringe attorno:
siamo noi i rami aggrovigliati a Te di quell’albero di fichi
che dal lontano anno non ti stacca più da questo suolo.
Si, o Maria, non vogliamo lasciarti mai!
O Madre dell’Elemosina, o Regina di tenerezza:
nel Tuo nome è la speranza di ognuno di noi;
…e veramente, allora,
chi t’ama qui, in terra, t’amerà anche lassù…!”
O clemente, o pia,
o Madre dell’Elemosina Maria!
(Orazione panegirica del can. Placido Bucolo)
SAN PLACIDO
La fede operosa del martire benedettino
Placido, nato probabilmente a Roma nel 515, crebbe sotto la guida di San Benedetto, fondatore della grande regola del monachesimo d’occidente. Secondo una tradizione, venne inviato come abate in Sicilia, per fondare a Messina un monastero dedicato a San Giovanni Battista. Il 5 ottobre del 541 una banda di sanguinari barbari predoni, guidati da Mamuca, inflisse il martirio a Placido, ai suoi fratelli Eutichio, Vittorino, alla sorella Flavia e ad altri trenta monaci.
In seguito al ritrovamento a Messina nel 1588 delle Reliquie dei Martiri, si diffuse il culto in Sicilia a San Placido. Nel 1602 venne donata a Biancavilla una Reliquia del Santo, proveniente dal monastero benedettino che sorgeva a Santa Maria di Licodia, per impiantare nel centro la devozione ad un Santo occidentale, nel quale potesse riconoscersi la comunità che ormai aveva reciso i suoi legami con l’oriente. Il 23 settembre 1709 il Vescovo di Catania, Monsignor Andrea Riggio, nominò San Placido Patrono di Biancavilla.
Il simulacro di San Placido, realizzato alla fine del XVII secolo dal sacerdote biancavillese Placido Portal, viene portato in processione a mezzogiorno del 5 ottobre fino a Villa delle Favare e il 6 ottobre per il “giro dei Santi”. Durante l’anno viene custodito all’interno di una nicchia dell’altare centrale della cappella realizzata in suo onore ed affrescata interamente dall’artista Giuseppe Tamo da Brescia.
Inno a San Placido
Sciogliamo un cantico a Biancavilla,
qual astro fulgido a noi brilla.
Con gioia e giubilo, cantiamo in coro
viva San Placido, nostro patrono.
Fanciullo tenero si sacra a Dio,
lascia la patria e il mondo rio.
Sotto la Regola di Benedetto,
aspri cilizi pel suo diletto.
Con venti martiri coglie la palma,
a Dio dà l’anima e a noi la salma.
SAN ZENONE
La fede coraggiosa del soldato martire
Nel contesto dell’Ottobre Sacro la comunità di Biancavilla fa memoria anche del primo patrono, San Zenone, originario di Filadelfia d’Arabia, ucciso insieme al suo servo Zena nella grande persecuzione del IV secolo, per aver rifiutato il culto di adorazione alla persona dell’imperatore.
Il culto al Santo martire risale alle origini albanesi di Biancavilla. La colonia greco-albanese che, costretta ad abbandonare la patria in nome della libertà religiosa, alla fine XV secolo si insediò nella terra che prese poi il nome di Biancavilla (in greco “Callìcari”), insieme alla venerata icona della Madre di Dio, portò con sé anche una statuetta in argento del santo soldato, alta pochi centimetri. San Zenone e la Vergine dell’Elemosina, fin dall’inizio furono considerati i protettori della nuova comunità.
La festa del Santo soldato era celebrata tradizionalmente non il 23 giugno, giorno della sua morte, ma il 14 febbraio, giorno presumibile dell’arrivo in Biancavilla dei greco-albanesi.
La statua fu scolpita nel 1590 da un ignoto artista catanese. La processione del simulacro, interrotta nella seconda metà del Seicento, è stata ripresa nel 2008 nel contesto delle celebrazioni patronali di ottobre, con un breve percorso intorno alla Basilica e alla piazza principale.
A tutt’oggi non si conosce, eccezion fatta per Biancavilla, un’altra località dove si faccia memoria del santo soldato martire d’Arabia.