Lasciamoci intenerire il cuore
Le celebrazioni patronali quest’anno sono arricchite dalla presenza delle “lacrime” della Vergine Maria, raccolte in un reliquiario dal quadretto in gesso che pianse a Siracusa dal 31 agosto a 1° settembre del 1953, nella casa di una giovane famiglia di sposi, su una mamma in attesa del suo primo bambino.
Si tratta di un evento di grazia molto significativo per la nostra comunità ecclesiale che, in comunione con tutta la Chiesa, ricorda quest’anno il centenario delle apparizioni di Fatima.
Le lacrime di Maria sono il segno di quell’amore materno e misericordioso che noi ben conosciamo, in quanto figli della Madre dell’Elemosina, la misericordiosa, la compassionevole. Le lacrime sono un segno che ci dice della partecipazione della Madre alle vicende dei figli.
Queste lacrime soprannaturali, che hanno bagnato in modo prodigioso la nostra terra di Sicilia, sono espressione dei sentimenti di Dio verso di noi, racchiudono il suo messaggio all’umanità.
Come ebbe a dire San Giovanni Paolo II, quando venne a Siracusa nel 1994, “sono lacrime di dolore per quanti rifiutano l’amore di Dio, per le famiglie disgregate o in difficoltà, per la gioventù insidiata dalla civiltà dei consumi e spesso disorientata, per la violenza che tanto sangue ancora fa scorrere, per le incomprensioni e gli odi che scavano fossati profondi tra gli uomini e i popoli.
Sono lacrime di preghiera: preghiera della Madre che dà forza ad ogni altra preghiera, e si leva supplice anche per quanti non pregano perché distratti da mille altri interessi, o perché ostinatamente chiusi al richiamo di Dio.
Sono lacrime di speranza, che sciolgono la durezza dei cuori e li aprono all’incontro con Cristo Redentore, sorgente di luce e di pace per i singoli, le famiglie, l’intera società”.
Queste lacrime sono per noi un invito alla conversione del cuore e alla preghiera.
Maria, con le sue lacrime, soffre e lotta insieme a coloro che soffrono e lottano per difendere il valore della famiglia, l’inviolabilità della vita, la cultura dell’essenzialità, con chi fatica sotto il peso della malattia e delle altre difficoltà della vita. Ci ammonisce, ci guida, ci incoraggia e ci consola.
A queste sue Sante Lacrime si uniscono i luminosi esempi dei nostri Santi Martiri, di San Placido, innanzitutto, di cui celebriamo il martirio il 5 ottobre, e di San Zenone, la cui memoria ci richiama alle nostre più antiche origini. Anche i martiri hanno versato lacrime e hanno bagnato la terra con il loro sangue per testimoniare l’amore di Dio.
In questi giorni ci uniamo inoltre al rendimento di grazie di tutta la Chiesa di Catania per il 25° anniversario di episcopato del nostro Arcivescovo, Mons. Salvatore Gristina. La Chiesa, edificata sul fondamento degli Apostoli, vive e si nutre della comunione con i Pastori, che ci rendono presente l’amore e la sollecitudine di Gesù Signore.
Le prossime celebrazioni dell’Ottobre Sacro 2017 non ci lascino indifferenti, ma aprano il nostro cuore alla conversione. Il passaggio in mezzo a noi delle Sante Lacrime di Maria e la rinnovata venerazione delle reliquie dei nostri Santi martiri, inteneriscano il nostro cuore e ci ottengano lacrime di pentimento per il male commesso e per le lacrime che abbiamo causato, e diventino lacrime di gioia per la certezza incrollabile dell’amore di Dio per ciascuno di noi.
A tutti, l’augurio di buone feste!
Don Agrippino, Prevosto