La Madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”

A Maria Santissima, prima discepola del Signore, modello e immagine della bellezza e della santità della Chiesa, “Stella della Nuova Evangelizzazione”, vogliamo affidare il tempo che la Misericordia di Dio ci dona. Per sua intercessione la Grazia, costantemente ricevuta dalle mani di Dio, attraverso la Chiesa, continui a generare nel mondo il miracolo della presenza, santa e vivificante, di Gesù Salvatore.

di Mario Piatti, I.C.M.S.

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Lungo il mare di Galilea, Gesù, passando, incontrò i suoi primi discepoli, intenti al loro faticoso lavoro quotidiano, e li chiamò a sé. Li invitò a seguirlo, lasciando le proprie occupazioni e il proprio mondo, per dedicarsi a una pesca completamente diversa, universale. Era l’inizio del cammino della Chiesa. Radicata nel “Popolo eletto”, la comunità dei credenti in Cristo si sarebbe poi estesa e diffusa gradualmente su tutta la terra, oltre i confini geografici e culturali di Israele.
Oggi, di fronte al massiccio dilagare della indifferenza e del cinismo, si ha come l’impressione che tutta l’opera della Redenzione, pazientemente messa in atto da Dio, con infinita sapienza, a beneficio nostro, sia stata ormai vanificata e non produca più i suoi frutti di Grazia. Il mondo sembra ripiombato nell’oscurità del paganesimo, quasi fosse “retrocesso” a una condizione pre-cristiana, dimenticando e cancellando lo straordinario patrimonio di fede e di umanità che costituisce l’assoluta originalità della Chiesa. Il Vangelo, la vita e il carisma dei Santi, la devozione semplice e profonda della nostra buona gente non trovano più collocazione nelle moderne “liturgie” dello spettacolo, dello sport, della cultura: nei mille surrogati che cercano, ogni giorno, di sostituire la vera Fede con le favole, con le illusioni e le chiacchiere del mondo.
In realtà, Dio ancora passa, interpella, chiama anche noi, oggi. Siamo noi, in questo scorcio d’inizio millennio, Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni: siamo noi i “famigliari” del Signore. Non si è spenta la forza irresistibile di quella voce, che ha il potere di attrarre a sé i cuori, che suscita ancora, dopo tanti secoli, il desiderio di seguire il Maestro. Gesù bussa, alle porte dell’anima: conforta, sostiene, perdona, risana. Non esclude nessuno. A ciascuno rivolge l’appello di allora: “Vieni e seguimi. Ti renderò apostolo del Vangelo”. Sarai tu -Egli ci dice- con la forza e con la Grazia del mio Spirito a proseguire nel tempo la missione che il Padre mi ha affidato. Tu sarai lievito di Vangelo nella tua famiglia, negli ambienti sociali che frequenti; sarai il segno vivente, visibile e credibile, del mio Amore, dovunque. Tu porterai nel mondo il seme della mia Parola, testimoniata nella vita, proclamata ogni giorno dalla tua fedeltà, dalla tua pazienza, in ufficio e sul lavoro, nelle relazioni con gli altri, nella costanza della tua preghiera.
cana01Dio passa, ci interpella, perché ci ama. Le “buone ispirazioni”, dettate dallo Spirito, attraversano le nostre giornate, apparentemente grigie e sempre uguali, e le arricchiscono di luce e di consolazione. Le innumerevoli povertà -materiali, psicologiche, spirituali- che scopriamo dietro il sipario della vita manifestano la presenza di Cristo Crocifisso, sofferente e bisognoso, e ci costringono alla generosità, alla attenzione, alla gratuità. Non possiamo restare “con le mani in mano”, inerti, dinanzi all’appello che incessante si eleva dal cuore di tanti nostri fratelli.
In 2000 anni, nonostante i ricorrenti limiti, le resistenze e le ripetute infedeltà – dovute alla nostra condizione di peccatori – la Grazia ha operato continui e innegabili prodigi e miracoli di carità, che attestano l’inesauribile fecondità del Vangelo. Dio passa, oggi, nel cuore delle nostre case, tra i drammi piccoli o grandi delle nostre famiglie, per confermare e sigillare, ancora una volta, nel suo sangue, il patto coniugale, contro ogni abuso, contro ogni degenerazione e contro ogni illecita parodia, che lo sminuisca e lo degradi. La battaglia per la difesa della Verità e del Bene inizia sempre dal cuore, da una conversione sincera, da un proposito fermo e santo che accogliamo, che custodiamo e che alimentiamo nel santuario interiore della coscienza.
In ogni epoca – e specialmente in questa – nelle prove più dolorose, nei reali o apparenti fallimenti che spesso ci devastano, la Vergine Maria è stata il luminoso segno di una ripresa insperata. Lei per prima, con il suo ineguagliabile candore, che disarma e vince le resistenze più ostinate, si è fidata e affidata sempre e in tutto a Dio. Nelle sue mani purissime consegniamo l’Anno Nuovo, che già si inoltra lungo l’erta del suo cammino e faticosamente -come sempre- implora luce, verità e pace.
Chi ama non è mai solo. Chi ama, accanto a sé troverà sempre questa Madre che, con infinita dolcezza e con la sapienza del suo Immacolato Cuore rinnova ogni giorno per noi l’invito che risuonò nel cuore di quei servi, a Cana di Galilea: “Fate quello che vi dirà”.

Unità dei Cristiani e nuovi martiri della fede

Il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell‘Unità dei Cristiani hanno promosso dal 18 al 25 gennaio la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Redazione SME

image_preview«Cristo non può essere diviso!» (1 Cor 1,13). A questa affermazione di S. Paolo si ispira la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. L’Apostolo delle genti si rivolgeva così all’esuberante comunità di Corinto per ricondurla alla sobrietà dell’essenziale. “Le diversità dei carismi, per quanto apprezzabili, non possono far dimenticare che la fonte della fede è unica: Cristo. In fondo, anche il cammino ecumenico odierno si trova nella stessa tensione: da un lato c’è il riconoscimento della singolarità di ogni confessione cristiana (cattolica, anglicana, ortodossa, protestante) e dall’altro c’è la convergenza di tutti i cristiani nell’unico Signore Gesù”. Con questa ragione si esprime il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell‘Unità dei Cristiani che per quest’anno (2014) hanno suggerito la riflessione paolina. Le parole di S. Paolo quindi sono importanti anche nella fase che il dialogo ecumenico sta attualmente attraversando: c’è un desiderio da parte delle Chiese cristiane di comunione vera, di genuino apprezzamento dell’altro. Una tale ricerca sincera di unità può diventare, tra l’altro, una testimonianza credibile di fronte al mondo intero, sempre più lacerato da forze disgregatrici.

Il Santo Padre Francesco nell’esortazione “Evangelii gaudium”, scrive: «Se ci784391_635253870143382504_papa-e-patriarca_2942858_550740_400x409 concentriamo sulle convinzioni che ci uniscono e ricordiamo il principio della gerarchia delle verità, potremo camminare speditamente verso forme comuni di annuncio, di servizio e di testimonianza. L’immensa moltitudine che non ha accolto l’annuncio di Gesù Cristo non può lasciarci indifferenti. Pertanto, l’impegno per un’unità che faciliti l’accoglienza di Gesù Cristo smette di essere mera diplomazia o un adempimento forzato, per trasformarsi in una via imprescindibile dell’evangelizzazione».

Intanto, mentre si prega nel mondo per l’unita dei Cristiani, in Siria e in molti altri Paesi d’Oriente, i Cristiani vengono offesi, perseguitati e… uccisi per la fede!

La testimonianza odierna dei Cristiani in Siria

“Questa è la nostra fede.
Questa è la fede della Chiesa.
E noi ci gloriamo di professarla,
in Cristo Gesù nostro Signore”.
(dalla Liturgia)

Riflessione di Don Antonio Ucciardo,
teologo

Straziante immagine di Cristiani-Cattolici trucidati in Siria per aver professato la loro fede nel Dio uno e trino.

Straziante immagine di Cristiani-Cattolici trucidati in Siria per aver professato la loro fede nel Dio uno e trino.

Una fede che non metta in conto anche la suprema testimonianza, non è la fede della Chiesa. E nessuno accetterebbe di morire per una propria visione di fede, confusa con la fede della Chiesa. Una volta dal fonte la Chiesa traeva figli per Dio. Oggi, in Italia e in questo Occidente secolarizzato, sono i figli che modellano la Madre. A propria immagine e somiglianza. La confusione che regna è soltanto la cartina di tornasole di questo assurdo ribaltamento. Chi trovasse fuori luogo o esagerate queste considerazioni, abbia la bontà di leggere (ma seriamente) il magistero di Paolo VI dal 1966 in avanti. E ci aggiunga pure Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, non trascurando qualche accenno di Francesco. Non chiaramente i Papi che noi vorremmo, ma i Papi così come hanno parlato. Se ancora si crede che attraverso Pietro sia lo stesso Cristo a guidare la Chiesa. Ma anche qui qualche dubbio è lecito, soprattutto davanti al pretestuoso accomodamento delle parole di Francesco. Accomodamento che non proviene soltanto dai circoli sportivi e dalle massaie che seguono la tv. Questo sarebbe il male minore, e non determinerebbe la vita della Chiesa.

Gesù o Barabba: da che parte vogliamo stare?

Redazione SME

Ieri il Papa Francesco all’Angelus ha pronunciato parole ispirate che suonano  come un profetico messaggio per la nostra comunità biancavillese in questo particolare momento. Richiamiamo di seguito alcuni passaggi:

«Ecco  l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! (Gv 1,29). Gesù è venuto nel mondo con una missione precisa: liberarlo  dalla schiavitù del peccato, caricandosi le colpe dell’umanità. In che modo?  Amando. Non c’è altro modo di vincere il male e il peccato se non con l’amore  che spinge al dono della propria vita per gli altri».

«La massa  enorme del male viene tolta e portata via da una creatura debole e fragile,  simbolo di obbedienza, docilità e di amore indifeso, che arriva fino al  sacrificio di sé. L’agnello non è un dominatore, ma è docile; non è  aggressivo, ma pacifico; non mostra gli artigli o i denti di fronte a qualsiasi  attacco, ma sopporta ed è remissivo. E così è Gesù! Così è Gesù, come un agnello».

«Che cosa significa per la Chiesa, per noi, oggi, essere discepoli di Gesù  Agnello di Dio? Significa mettere al posto della malizia l’innocenza, al posto  della forza l’amore, al posto della superbia l’umiltà, al posto del prestigio il  servizio… Noi cristiani dobbiamo fare questo».

Queste parole vorremmo che arrivassero a tutti i nostri concittadini, specialmente ai più giovani, per meditare sulla possibilità di edificare una comunità in cui ciascuno possa vivere la propria esistenza con dignità e libertà.

Non è con la violenza e la sopraffazione che si afferma il valore dell’uomo. Lo ha affermato con chiarezza cristallina il Beato Padre Puglisi: coloro che vivono e si nutrono di violenza hanno perso la dignità umana. Sono meno che uomini, si degradano da soli, per le loro scelte, al rango di animali”.

Non si tratta di essere rassegnati o di “fare i buoni”, ma di volere il bene vero per noi stessi. Spetta a noi decidere che uomini vogliamo essere. Il future dipende anche dallepapaadag3257x300 nostre scelte di ogni giorno. Perché il bene e il male che facciamo si ripercuotono sulla nostra esistenza ma anche su quella di coloro che ci stanno accanto.

Nel Maggio 1993 dalla Valle dei Templi di Agrigento il Beato Giovanni Paolo II ebbe a dire: “Questo popolo siciliano è un popolo talmente attaccato alla vita…non può vivere sempre sotto la pressione di una civiltà contraria, di una civiltà della morte. Qui ci vuole una civiltà della vita. Nel nome di Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è Via, Verità e Vita, mi rivolgo ai responsabili: convertitevi! Un giorno verrà il giudizio di Dio!“.

Cari giovani concittadini, quale futuro vogliamo per noi stessi e per la nostra città? Vogliamo davvero vivere in una società che affermi la legge del più forte, quella della jungla? O vogliamo edificare una città libera in cui ciascuno possa seguire i propri sogni, nutrire i propri affetti e realizzarsi umanamente nella bellezza dell’amore vissuto, ricevuto e donato?

Ancora Padre Puglisi diceva con chiarezza: “Non è da Cosa Nostra che potete aspettarvi un futuro migliore”.

La criminalità uccide, ci toglie la libertà e la possibilità di guardare con speranza al domani.

Seguire Gesù ci rende più liberi e più  gioiosi“, ci dice Papa Francesco.

Davanti a Pilato la folla ha scelto Barabba, che era un brigante, rifiutando Gesù e il suo amore. Ha scelto Barabba, ritenendolo più degno di vivere! Ha scelto Barabba, ritenendolo un vero eroe, un modello di vita. Ma Barabba è morto. La violenza non ha altro destino che la tomba. Gesù, invece, è vivo! Perché solo l’amore vince e vive! Gesù è quell’uomo vero e autentico a cui dovremmo cercare di assomigliare.

 Non ci sono altre strade: la violenza o l’amore; Barabba o Gesù. Da che parte vogliamo stare?

Il Signore abbia misericordia di noi!

Dopo i tragici fatti dei giorni scorsi, nel dolore che avvolge la Comunità di Biancavilla e nello sgomento che ci sovrasta, riteniamo di voler rivolgere a Dio questa preghiera di liberazione, sostenuti dalla nostra misericordiosa Madre.

994277_10200917382928397_1328379998_nDall’Angelus del Santo Padre Francesco del 15 settembre 2013: “Se noi viviamo secondo la legge “occhio per occhio, dente per dente”, mai usciamo dalla spirale del male. Il Maligno è furbo, e ci illude che con la nostra giustizia umana possiamo salvarci e salvare il mondo. In realtà, solo la giustizia di Dio ci può salvare! E la giustizia di Dio si è rivelata nella Croce: la Croce è il giudizio di Dio su tutti noi e su questo mondo. Ma come ci giudica Dio? Dando la vita per noi! Ecco l’atto supremo di giustizia che ha sconfitto una volta per tutte il Principe di questo mondo; e questo atto supremo di giustizia è proprio anche l’atto supremo di misericordia. Gesù ci chiama tutti a seguire questa strada: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). Io vi chiedo una cosa, adesso. In silenzio, tutti, pensiamo… ognuno pensi ad una persona con la quale non stiamo bene, con la quale ci siamo arrabbiati, alla quale non vogliamo bene. Pensiamo a quella persona e in silenzio, in questo momento, preghiamo per questa persona e diventiamo misericordiosi con questa persona. [silenzio di preghiera]. Invochiamo l’intercessione di Maria, Madre della Misericordia”.

INVOCAZIONE DI MISERICORDIA E PREGHIERA DI LIBERAZIONE

1476497_646252748758497_871400113_nDio Onnipotente, solo Tu sei santo, solo Tu sei il Signore che ha creato i cieli ed ha plasmato la terra, non c’é altro Dio all’infuori di Te! Ai tuoi piedi ti chiediamo perdono per tutte le volte che non Ti abbiamo riconosciuto come il Signore della nostra vita e per tutte le volte che non Ti abbiamo messo al primo posto rispetto a tatti gli altri valori terreni. Padre, abbi pietà di noi peccatori! 

Ci siamo allontanati da Te. Solo Tu sei il Signore della nostra vita, umili e pentiti Ti chiediamo di spezzare tutte le catene che ci tengono legati al male e ci impediscono di godere la libertà che hai promesso ai tuoi figli. Per questo nel Nome di Gesù, nel quale ogni ginocchio si piega nei cieli, sulla terra e sotto terra, per intercessione di Maria Santissima, Regina di tutti i Santi, del coro degli Angeli con a capo S. Michele, che ha messo in fuga chi voleva essere come Dio, Ti chiediamo, o Padre, di ordinare che satana con tutti i suoi angeli ribelli vengano legati alla Croce di Gesù perché non possano più nuocere alla nostra comunità.

Per il sacramento del Battesimo che ci ha resi tuoi figli, della Cresima che ci ha confermati nella tua grazia, della Confessione che ci perdona da ogni peccato, dell’Eucaristia che ci rende partecipi del Corpo di Gesù, Ti chiediamo di spezzare ogni legame che ci allontana da Te e se permane in noi, nelle nostre famiglie e nella nostra città qualche legame iniquo che ci assoggetta a satana, ora sia vanificato e reso impotente per il Nome Santo di Gesù, per le sue piaghe, per il suo Sangue e la sua morte in Croce che ci ha liberati da ogni schiavitù del peccato.

Ti lodiamo e Ti ringraziamo, Dio nostro, che per il tuo Amore paterno ci hai chiamato in Cristo Gesù a diventare tuoi figli. Ti preghiamo con tutto il cuore:

Padre Nostro,

liberaci dal maligno.

Amen.

GLORIOSA MATER CHRISTI: LA S. MESSA SOLENNE E IL CONCERTO DI CAPODANNO

Ieri in Basilica Santuario, celebrata la S. Messa vespertina e recitato l’Atto di affidamento alla Madonna presso l’altare della Celeste Patrona; presentati brani spirituals, corali e arie natalizie della tradizione musicale locale e internazionale. Tutto in onore della Vergine Santissima nel giorno della solennità della Gran Madre di Dio.

di Giuseppe Sant’Elena

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“Nel primo giorno del nuovo anno civile, la pace ha il volto di Maria che tiene fra le braccia Gesù, vera pace. La Scrittura ci invita allo stupore mentre udiamo ciò che si dice del Bambino. Sono gli altri che parlano di lui e non la Madre. All’inizio del nuovo anno, il Volto di Dio è il Volto di un Bambino, Volto che risplende su di noi, Bambino che nasce come un nuovo anno”. Con queste parole ha avuto inizio ieri sera presso la Basilica Santuario di Biancavilla il Concerto di Capodanno promosso dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” per onorare la Madre del Signore nel giorno della Solennità di Maria SS. Madre di Dio e 47ma Giornata Mondiale della Pace.
1520760_586277164760127_1069205173_nL’occasione del nuovo anno, ha inoltre dato la possibilità all’Associazione mariana biancavillese di formulare ai Soci con le loro famiglie e alla Comunità ecclesiale tutta, gli auguri più fervidi per un anno ricco di gioia nel “Vangelo di salvezza”. Dopo la Celebrazione eucaristica, animata dall’Associazione e con i canti eseguiti dalla Corale Polifonica “Maria SS. del Rosario” di Adrano (composta da 45 elementi), la stessa Corale, nata nel 2007 come esperienza educativa all’interno dell’omonimo oratorio adranita, ha tenuto il Concerto. Il Coro è stato sapientemente diretto da Dario Vinci, cultore della musica polifonica. Ad accompagnare con l’organo a canne, l’ottimo 1499476_586275238093653_1117993469_nVincenzo Benina, studente di “Organo e Composizione Organistica” presso l’Istituto Musicale “V. Bellini” di Catania dove nel 2008 ha conseguito la Licenza di solfeggio e teoria musicale. L’evento è stato introdotto da Alessandro Scaccianoce che ha illustrato la tematica della sarata. I brani presentati si sono ispirati agli spirituals, corali e arie natalizie della tradizione musicale locale e internazionale. Tra i canti che hanno riscosso un particolare riconoscimento dell’assemblea menzioniamo: La famosa “Kumbaya”, “Angel dal ciel disceso”, lauda filippina di G. Ancina, “Stella Splendens”, composta in Francia in onore della Vergine di Montserrat e “Ipharadisi/Siyahamba”, della tradizione sudafricana. Un notevole contributo per gli arrangiamenti musicali è stato fornito da Don Alfio Conti, sacerdote e compositore adranita, già direttore del Coro. Al 1526753_586277144760129_1423740840_nConcerto era presente un gran numero di pubblico composto da membri dell’Associazione, fedeli fermatisi dopo la partecipazione alla Messa, e diverse persone giunte per l’occasione da Adrano, Belpasso e dalla Parrocchia “Beato Card. Dusmet” in Misterbianco con il parroco don Ambrogio Monforte. Un messaggio spirituale e di augurio è stato inoltre formulato al pubblico dal Prevosto, don Pino Salerno. La serata è stata chiusa da un momento di Agape fraterna e di brindisi augurale per il nuovo anno offerto dall’Associazione promotrice dell’evento ai Coristi e a tutti gli intervenuti. Per il presidente dell’Associazione, Giuseppe Santangelo, il Concerto di Capodanno, è stato un evento realizzato a coronamento delle diverse iniziative di carità, cultura e fraternità proposte per i tempi di Avvento e Natale; occasione inoltre per tutti per riflettere sulla bellezza e la gioia del dono della fede ricevuta e professata.

Giornata di Fraternità SME

Vissuta domenica scorsa l’annuale Giornata di Fraternità dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”: Fede, comunione, condivisione.

Redazione SME

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Si è svolta domenica scorsa, 29 dicembre, l’annuale Giornata di Fraternità dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” per l’anno 2013. Due i pullman pieni di fedeli associati che alle ore 7,30 del mattino si sono messi in cammino per Ispica, in provincia di Ragusa, diocesi di Noto, dopo aver pregato durante il viaggio le Lodi mattutine, sono arrivati a destinazione intorno alle 9,15. Lì, accolti calorosamente dal Madonna_Del_Carmelo_Patrona_IspicaVicario foraneo e parroco della Basilica dell’Annunziata, don Giuseppe Stella e dal suo collaboratore, Rosario Rustico. La bella mattinata, dalle temperature primaverili è stata dedicata alla visita della cittadina barocca con le sue chiese e palazzi nobiliari dove erano allestiti caratteristici presepi. La lunga passeggiata ispicese è stata condotta da una giovane guida appassionata del suo centro natìo: Piero Barone, membro della locale Confraternita dell’Annunziata che ha fatto gustare a tutti le peculiarità e le caratteristiche del centro ragusano, una volta chiamato “Spaccaforno”. Visitate le due Basiliche della città che da tempi immemorabili si contendono il primato: quelle della SS.ma Annunziata, finemente decorata con stucchi bianco/blu e quella di S. Maria Maggiore interamente affrescata nel ‘700 con scene bibliche e della Divina maternità di Maria da Olivio Sozzi. In questi 1557620_586297531424757_294347392_ndue edifici ammirati i veneratissimi gruppi statuari della Passione: il “Padre alla Croce” e il “Padre alla Colonna”, svelati eccezionalmente per il gruppo biancavillese. Visitata anche l’antica Chiesa madre dedicata all’apostolo S. Bartolomeo. D’impatto poi la visita al Santuario della Patrona, la Madonna del Carmine, retto dalle gentili Suore carmelitane che hanno illustrato la devozione mariana in quel sacro tempio. Alle ore 11,30 i 106 Pellegrini SME hanno partecipato alla S. Messa all’Annunziata ed animato interamente la liturgia. Alla fine della Messa, cantati i canti tradizionali del Natale biancavillese alternati a quelli della tradizione locale e reso omaggio alla venerata07_-_presepe_vivente_2010_-_foto_f__agnello immagine della Vergine Annunziata nella grande pala dell’altare maggiore. La giornata è proseguita con il pranzo consumato fraternamente presso l’ampio salone parrocchiale adibito per l’accoglienza dei pellegrini. Ad impreziosire la giornata, è stata la quasi inaspettata visita di don Domenico Davide Lutri, del Clero di Noto, amico dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” che ha condiviso con i biancavillesi il pranzo e un breve momento di spiritualità. Il dopo-pranzo è stato dedicato a simpaticissime “scenette” improntate sul momento, scaturite poi in canti, balli e in generale in momenti ricreativi. La seconda parte della giornata è stata invece dedicata alla Visita del caratteristico Presepe Vivente allestito nella zona “Cava d’Ispica”. L’ambiente campagnolo e ispica-vedutarupestre, gli antichi mestieri della civiltà contadina e le scene della Natività, ben rappresentate, hanno fatto di questa rappresentazione una fra le più belle tra quelle fin’ora annualmente visitate dall’Associazione. Fatta sera, il gruppo ha ripreso il cammino di ritorno per Biancavilla con la recita del S. Rosario e confortato da una bella giornata trascorsa nel nome del Signore, in compagnia della SS.ma Madre di Dio e di tanti fratelli e sorelle che condividono stesse gioie, fatiche e speranze che nel Signore Gesù ritrovano la forza per proseguire il cammino della vita verso la meta promessa.