8 Mar 2014
L’appello del cardinale Bagnasco a tutti i capi di Stato affinché “si lascino guidare dal bene del popolo ucraino e non da interessi di altra natura”.
L’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” si unisce alla preghiera, impetrando dalla Vergine della Misericordia pace e concordia per il popolo martoriato.
Redazione SME
“Una preghiera per l’Europa, soprattutto per l’Ucraina, affinché il dialogo prevalga su ogni forma di violenza”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ieri pomeriggio si è espresso. Il porporato – riferisce l’agenzia Sir – ha elevato la sua richiesta a Dio alla presenza del cappellano ucraino padre Vitaliy Tarasenko, a Genova, durante una veglia per il popolo ucraino.
“Preghiamo – ha detto Bagnasco – perché tutti quanti, in modo particolare la nostra Europa, possa, con una sola voce e un solo cuore favorire le vie del dialogo e scoraggiare tutte le altre vie che non sono vie della vita e dell’amore, che non sono vie del rispetto della dignità delle persone, delle famiglie e dei popoli”.
“Vogliamo pregare lo Spirito Santo – ha soggiunto – perché illumini e riscaldi i cuori degli uomini, in particolare di coloro che hanno maggiori responsabilità di decisione, di giudizio, in questo momento, sulla scena non solo del popolo ucraino ma dell’Europa e del mondo. E, in particolare, del nostro Occidente perché gli interessi non prevalgano sui diritti in nessun modo e per nessuna ragione”.
Il pensiero del “capo” dei Vescovi italiani, si è rivolto anche a tutti i popoli e le nazioni “che stanno vedendo con apprensione e con responsabilità quanto sta accadendo su un popolo vicino a noi” e “particolarmente caro”. L’auspicio è che essi “possano giudicare scevri da interessi di qualunque natura, unicamente preoccupati per il bene delle persone, di una nazione, di un popolo”.
Al termine della celebrazione, il card. Bagnasco ha indirizzato un forte appello “ai capi di Stato dei vari Stati membri dell’Europa”, perché “non facciano finta di non vedere, si lasciano guidare dal bene del popolo ucraino e dai diritti dei popoli e non da interessi di altra natura”. “Solo con un una voce unita e convinta – ha concluso – si può aiutare la via del dialogo e scongiurare le vie del conflitto, delle armi e della guerra”. A nome di tutti vescovi italiani, il presidente CEI ha poi rinnovato “l’appello e l’auspicio ai capi delle nazioni affinché diano sempre più spazio al dialogo, di non cedere alla tentazione delle armi, che non risolvono niente ma peggiorano tutto”.
Sempre dalla Conferenza Episcopale italiana arriva oggi la richiesta che in tutte le chiese cattoliche, domenica 9 marzo, ci sia un’intenzione di preghiera per la pace in Ucraina. I presuli fanno proprio l’auspicio espresso da Sua Santità Francesco all’Angelus di domenica scorsa, affinché le diverse componenti ucraine sappiano adoperarsi per il superamento delle incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione.
Quindi, “la preghiera a cui invita la CEI – come si legge in una nota diffusa dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali – vuol essere un segno tangibile di vicinanza alla numerosa comunità di ucraini residenti in Italia, comprensibilmente preoccupata per la sorte di familiari che vivono in Ucraina”.
4 Mar 2014
Inizia domani, mercoledì 5 marzo, per i fedeli cattolici di rito romano il Tempo liturgico della Quaresima.
Redazione SME
La Quaresima è uno dei tempi forti che la Chiesa Cattolica e altre Chiese cristiane celebrano lungo l’anno liturgico. È il periodo di quaranta giorni che precede la celebrazione della Pasqua; secondo il rito romano inizia il mercoledì delle Ceneri e si conclude il Giovedì Santo, esclusa la Messa della Cena del Signore. Tale periodo è caratterizzato dall’invito alla conversione. Sono pratiche tipiche della quaresima il digiuno ecclesiastico e altre forme di penitenza, la preghiera più intensa e la pratica della carità. È un cammino di preparazione a celebrare la Pasqua del Signore, che è il culmine dell’anno liturgico e dei Misteri della fede.
La Quaresima richiama inoltre i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico. È anche il periodo in cui i catecumeni vivono l’ultima preparazione al loro battesimo.
IL DIGIUNO QUARESIMALE
SENSO E SCOPO DEL DIGIUNO QUARESIMALE
Il digiuno quaresimale ha certamente una dimensione fisica, oltre l’astinenza dal cibo, può comprendere altre forme, come la privazione del fumo, di alcuni divertimenti, della televisione, dei nuovi sistemi di comunicazione sociale. Tutto questo però non è ancora la realtà del digiuno; è solo il segno esterno di una realtà interiore; è un rito che deve rivelare un contenuto salvifico, è il sacramento del santo digiuno.
Il digiuno rituale della Quaresima:
– è segno del nostro vivere la Parola di Dio. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio, sull’esempio di Cristo, che disse: “Mio cibo è fare la volontà del Padre”;
– è segno della nostra volontà di espiazione: “Non digiuniamo per la Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, … ” afferma san Giovanni Crisostomo;
– è segno della nostra astinenza dal peccato: come dice il vescovo sant’Agostino: “Il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l’astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo, …”.
In sintesi: la mortificazione del corpo è segno della conversione dello spirito.
INDICAZIONI PRATICHE DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA
– il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
– i venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
– negli altri venerdì dell’anno, i fedeli possono sostituire l’astinenza dalla carne con altre opere di carattere penitenziale.
– al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all’astinenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni.
– anche coloro che non sono tenuti all’osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana.
Più ampie considerazioni nel documento “IL SENSO CRISTIANO DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA” della Conferenza Episcopale Italiana.
Infine, riportiamo le parole del Santo Padre Francesco proposte nel suo Messaggio per la Quaresima 2014: “…questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci ha arricchiti con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.
28 Feb 2014
Segreteria SME
A tutti i Soci
Carissimi,
domani sabato 1 marzo, primo sabato di mese, ci incontreremo come di consueto in Basilica nel nome del Signore per onorare la sua santissima Madre ed attingere ai Misteri della nostra salvezza con la partecipazione eucaristica e l’ascolto della Parola di Dio.
Questo il programma:
ore 18,00: Recita del S. Rosario,
ore 18,30 S. Messa, omaggio alla Vergine dell’Elemosina,
ore 19,30 Incontro formativo: “Il Cammino del Buon Samaritano: il Buon Samaritano… fasciò le ferite versandovi olio e vino” (Cfr Lc 10, 25-37).
Nell’attesa di incontrarci, porgiamo fraterni saluti.
28 Feb 2014
Oggi ricorre il primo anniversario dell’abdicazione del Santo Padre Benedetto XVI. Un anno fa nella Basilica Santuario di Biancavilla, l’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” curava una Veglia di preghiera per il Papa e la Chiesa. L’intervista a «don Georg» . Il Prefetto della Casa Pontificia, S. E. Mons. Georg Gänswein, racconta le “giornate” di Benedetto XVI.
di Gianni Cardinale
«Attentissimo» alla vita della Chiesa guidata da papa Francesco con cui ha un «ottimo rapporto» e nessuna «contrapposizione», nonostante quello che scrivono «alcuni giornalisti». «Attento» anche alle vicende del mondo – con un occhio particolare all’Italia e alla sua Germania. Molto impegnato a disbrigare una copiosa corrispondenza privata che cresce di giorno in giorno. È questo il Papa emerito Benedetto XVI visto molto da vicino che l’arcivescovo Georg Gänswein, suo segretario particolare e prefetto della Casa Pontificia del suo successore, racconta ad Avvenire. Incontriamo il presule nei suoi uffici alla vigilia del primo anniversario dal termine del pontificato di Benedetto XVI. Con lui raccontiamo la vita quotidiana che il Papa emerito conduce nel monastero Mater Ecclesiae, edificio che ospitava originariamente la direzione della Radio Vaticana e che Giovanni Paolo II aveva trasformato in residenza di una comunità di monache di clausura.
Eccellenza, chi vive col Papa emerito nel monastero Mater Ecclesiae?
Ci sono le quattro memores Domini – Carmela, Loredana, Cristina e Rossella – e chi parla. Durante la giornata poi viene anche la sua segretaria suor Birgit Wansing che la sera però torna nella sua casa dell’Istituto di Schoenstatt di cui fa parte.
Non era con voi anche un diacono fiammingo della famiglia spirituale “Das Werk”?
Sì, è vero. È stato con noi all’inizio dopo la rinuncia per alcune settimane, ma poi è tornato alla sua comunità per continuare la sua formazione. Tra poco verrà ordinato sacerdote.
La giornata comincia con la celebrazione della Santa Messa…
Come sempre. Nella semplice bella cappella del monastero. Poi c’è la recita del breviario e quindi la prima colazione.
E poi?
Comincia il primo tempo della giornata. Il Papa emerito prega, legge, cura la sua corrispondenza privata, riceve ospiti. Quindi c’è il pranzo, che, insieme alla siesta, segna l’intervallo con il secondo tempo della giornata, che inizia intorno alle sedici con la consueta passeggiata nei Giardini vaticani e con la recita del Santo Rosario.
E lei lo accompagna?
Sì, come lo accompagno nelle brevi camminate che il Papa emerito ama fare dopo i pasti.
Poi?
Il secondo tempo della giornata, come nelle partite di calcio, è simile al primo. Preghiera, lettura, corrispondenza, visite. Con un ritmo piuttosto umano, non da caserma prussiana.
Cosa legge?
Ora ha più tempo per dedicarsi al suo primo amore, la teologia. Ma arrivano tanti libri di vario genere. Ovviamente non li può leggere tutti, ma guarda, sfoglia e – se gli interessano – legge anche testi di storia e biografie di grandi personalità.
Qualche titolo?
Preferisco mantenerli nel mio cuore.
La sua grande biblioteca è stata tutta trasferita nel monastero?
Sì. Tutti i suoi amati libri sono accanto a lui.
Legge giornali?
Sì.
Quali?
Anche in questo caso non voglio far nomi. Comunque sfoglia quotidiani italiani e tedeschi e poi c’è anche la rassegna stampa compilata dalla Segreteria di Stato.
Sta scrivendo qualche nuovo libro, magari di carattere autobiografico?
No. Non si possono prevedere nuovi libri a sua firma. Né autobiografici, né teologici. Una diversa questione sono i volumi dell’Opera omnia, edita dalla Herder e dalla Lev, che continuano ad essere pubblicati secondo programma.
Incontra persone già conosciute o anche nuove?
Preferisce ricevere chi già conosce, perché sono già tanti. Ma lei non può immaginare quanti siano quelli che lo vogliono incontrare, vedere. Io comunque gli sottopongo tutte le richieste e lui poi decide. Nel frattempo la lista d’attesa è già diventata molto lunga…
Ascolta musica?
Certamente sì.
Generi?
Soprattutto musica classica: Mozart innanzitutto, e poi Bruckner, Liszt, Bach, Schubert, Beethoven, Brahms. Ma anche musica religiosa: gregoriano e polifonia. E non possono mancare ovviamente le registrazioni dei Regensburger Domspatzen del fratello Georg.
Suona?
Ogni tanto. La sera, dopo cena.
Quali autori?
Ama improvvisare. Ma riconosco anche qualche pezzo di Mozart e di altri compositori da lui preferiti.
Guarda la televisione?
Solo i telegiornali delle 20 o delle 20,30 se c’è qualche ospite e la cena si prolunga.
Vede dvd?
Ogni tanto.
Quali?
I vecchi film di Don Camillo con Fernandel e quelli della serie Rex, il pastore tedesco famoso anche in Italia, dei bei filmati sui santi e anche alcune puntate di Don Matteo. Inoltre ci sono degli interessanti documentari che riceviamo.
Segue la politica?
Sì, per quanto gli è possibile. Innanzitutto le grandi questioni internazionali. Ma anche le vicende italiane e quelle del suo Paese.
Fa commenti?
Certo, ma preferisco tacerne…
Segue la vita della Chiesa?
Attentamente.
Quindi anche l’attività di papa Francesco?
Ovviamente, giorno per giorno.
Anche le nomine?
Le legge quando vengono pubblicate sull’Osservatore Romano.
Il Papa e il Papa emerito si sentono frequentemente?
C’è un ottimo rapporto. Le modalità con cui si sentono sono diverse. Si telefonano, si scrivono, si vedono, mangiano insieme. Più volte papa Francesco è stato ospite a pranzo nel monastero. Una volta, dopo Natale, il Papa emerito è stato anche a Santa Marta.
C’è chi li contrappone.
È un gioco preferito anzitutto da alcuni giornalisti. Che non mi piace. Io ho la grazia di vivere con uno e di lavorare con l’altro. E così posso permettermi di dire di conoscere abbastanza bene entrambi. Non li vedo come opposti, ma come complementari. È ovvio che lo stile, la gestualità e anche la modalità di governo di papa Francesco sono diverse da quelle di papa Benedetto. Ma non si può creare una opposizione soltanto su questo. Fare le cose in modo diverso non vuol dire farle in modo opposto. Occorre sempre avere in mente ciò che il Papa emerito ha scritto al professor Hans Küng e ripetuto ad Andrea Tornielli, quando ha espresso «identità di vedute e amicizia di cuore» nei confronti di papa Francesco.
Anche sulla liturgia ci sono sensibilità diverse.
È vero, questo è un fatto oggettivo, e non è offensivo dirlo. Ma anche in questo caso, ripeto, fare le cose in modo diverso non vuol dire farle in modo opposto.
Il Papa emerito come ha seguito e come segue il dibattito che si è avuto al Concistoro e il cammino sinodale sulla pastorale familiare?
Segue anzitutto tramite i mass media. Prende atto quindi di ciò che si scrive, di ciò di cui si parla, di ciò che si decide. In modo passivo ad extra e in modo attivo ad intra.
Cioè?
Ascolta e legge quello che si è potuto sentire riguardo al Concistoro o al questionario inviato dalla Segreteria generale del Sinodo. Ma non chiama nessuno “in alto” per dare consigli o indicazioni. Lui si è ritirato. Non prende più parte al governo della Chiesa. E questo non è stato detto una volta e poi dimenticato. Vale e varrà anche in futuro.
Il Papa emerito non si è mai pentito di essersi dimesso?
Mai. Anche per questo vive totalmente in pace con sé, e con il Signore.
E di farsi chiamare Papa emerito?
Neanche. Ritiene che questo titolo corrisponda alla realtà.
Ha mai pensato di ritirarsi in Germania?
Per quanto posso sapere, mai. Nei miei colloqui con lui non ho mai percepito questo desiderio, questa nostalgia, questa idea.
25 Feb 2014
Lettera del Papa per il Sinodo dei Vescovi: «La Chiesa deve affrontare le vostre urgenze». «Condividete tanti momenti belli, ma se manca l’amore cristiano non c’è gioia»
Firmata il 2 febbraio scorso e pubblicata oggi, 25 febbraio 2014.
Un invito, quello dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”, ricca di tante famiglie aggregate a meditare e pregare per le intenzioni “sulla Famiglia” del Santo Padre.
S. S. Francesco, Papa. Foto (ottobre 2013): G. Stissi – Archivio SME.
“Care famiglie,
mi presento alla soglia della vostra casa per parlarvi di un evento che, come è noto, si svolgerà nel prossimo mese di ottobre in Vaticano. Si tratta dell’Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocata per discutere sul tema “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. Oggi, infatti, la Chiesa è chiamata ad annunciare il Vangelo affrontando anche le nuove urgenze pastorali che riguardano la famiglia.
Questo importante appuntamento coinvolge tutto il Popolo di Dio, Vescovi, sacerdoti, persone consacrate e fedeli laici delle Chiese particolari del mondo intero, che partecipano attivamente alla sua preparazione con suggerimenti concreti e con l’apporto indispensabile della preghiera. Il sostegno della preghiera è quanto mai necessario e significativo specialmente da parte vostra, care famiglie. Infatti, questa Assemblea sinodale è dedicata in modo speciale a voi, alla vostra vocazione e missione nella Chiesa e nella società, ai problemi del matrimonio, della vita familiare, dell’educazione dei figli, e al ruolo delle famiglie nella missione della Chiesa. Pertanto vi chiedo di pregare intensamente lo Spirito Santo, affinché illumini i Padri sinodali e li guidi nel loro impegnativo compito. Come sapete, questa Assemblea sinodale straordinaria sarà seguita un anno dopo da quella ordinaria, che porterà avanti lo stesso tema della famiglia. E, in tale contesto, nel settembre 2015 si terrà anche l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Philadelphia. Preghiamo dunque tutti insieme perché, attraverso questi eventi, la Chiesa compia un vero cammino di discernimento e adotti i mezzi pastorali adeguati per aiutare le famiglie ad affrontare le sfide attuali con la luce e la forza che vengono dal Vangelo.
Vi scrivo questa lettera nel giorno in cui si celebra la festa della Presentazione di Gesù al tempio. L’evangelista Luca narra che la Madonna e san Giuseppe, secondo la Legge di Mosè, portarono il Bambino al tempio per offrirlo al Signore, e che due anziani, Simeone e Anna, mossi dallo Spirito Santo, andarono loro incontro e riconobbero in Gesù il Messia (cfr Lc 2,22-38). Simeone lo prese tra le braccia e ringraziò Dio perché finalmente aveva “visto” la salvezza; Anna, malgrado l’età avanzata, trovò nuovo vigore e si mise a parlare a tutti del Bambino. È un’immagine bella: due giovani genitori e due persone anziane, radunati da Gesù. Davvero Gesù fa incontrare e unisce le generazioni! Egli è la fonte inesauribile di quell’amore che vince ogni chiusura, ogni solitudine, ogni tristezza. Nel vostro cammino familiare, voi condividete tanti momenti belli: i pasti, il riposo, il lavoro in casa, il divertimento, la preghiera, i viaggi e i pellegrinaggi, le azioni di solidarietà… Tuttavia, se manca l’amore manca la gioia, e l’amore autentico ce lo dona Gesù: ci offre la sua Parola, che illumina la nostra strada; ci dà il Pane di vita, che sostiene la fatica quotidiana del nostro cammino.
Care famiglie, la vostra preghiera per il Sinodo dei Vescovi sarà un tesoro prezioso che arricchirà la Chiesa. Vi ringrazio, e vi chiedo di pregare anche per me, perché possa servire il Popolo di Dio nella verità e nella carità. La protezione della Beata Vergine Maria e di san Giuseppe accompagni sempre tutti voi e vi aiuti a camminare uniti nell’amore e nel servizio reciproco. Di cuore invoco su ogni famiglia la benedizione del Signore”.
FRANCISCUS
20 Feb 2014
“Ecco lo Sposo, andategli incontro…
Arrivò lo Sposo e le Vergini che erano pronte
entrarono con Lui alle Nozze”
(Cfr. Mt 25, 1-13)
Oggi 20 febbraio
è tornata alla Casa del Padre
la Sig.na ANNA REITANO, Orsolina
(di anni 87)
Professa nell’Istituto Secolare di S. Angela Merici dall’agosto 1954
La Sig.na Anna Reitano, venera l’Immagine della Madonna dell’Elemosina. Ospedale di Biancavilla, 8 febbraio 2014 (Foto: G. Stissi – Archivio SME).
Dedita sin dalla giovinezza all’educazione e alla formazione dei bambini e dei ragazzi presso la “Casa del Fanciullo”; propagatrice della Dottrina Cattolica, della devozione alla Madonna dell’Elemosina e del S. Rosario; impegnata per tanti anni a sovvenire ai bisogni dei poveri assistiti dalla Società di S. Vincenzo dè Paoli della Parrocchia matrice. Volontaria presso i giovani svantaggiati del secondo Dopoguerra. Delegata parrocchiale di Azione Cattolica; Curatrice del decoro liturgico della Basilica-Chiesa madre. Responsabile del Gruppo delle “Orsoline” di Biancavilla dal 2002 al 2007. Donna di fede, “Sposa” di Cristo e “Serva” della Chiesa; testimone credibile di vita cristiana vissuta nello spirito dei “Consigli evangelici”.
La Sig.na Reitano con i “Piccoli” della “Casa del Fanciullo”. Anno 1955 (Foto: Archivio “Orsoline”).
Il Presidente, il Consiglio direttivo, i Fedeli associati
porgono sentite condoglianze alla Compagnia di S. Orsola – Federazione diocesana dell’Istituto Secolare di S. Angela Merici
e alla famiglia
mentre ricordano con affetto la sua dolcezza e amabilità,
sperimentata fino agli ultimi giorni della sua vita terrena,
ed elevano al Signore dei Viventi preghiere di suffragio
per la sua anima benedetta.
La nostra sorella – siamo certi nella Speranza – contempla il volto di Dio, accolto dalla Vergine Santissima che in terra ha venerato fedelmente e pubblicamente onorato con le molteplici devozioni mariane da ella curare. La luce della fede che ha illuminato i suoi passi su questa terra, la guidi e la accompagni nella Gerusalemme Celeste, ricevendo il premio preparato per le “Vergini sagge”.
La S. Messa e il Rito esequiale
avranno luogo in Basilica Santuario,
venerdì 21 febbraio alle ore 16,00.