22 Mar 2016
di Giuseppe Sant’Elena
Si è svolto oggi, martedì 22 marzo, presso la Basilica – Santuario giubilare di S. Maria dell’Elemosina, il pellegrinaggio degli alunni della Scuola media “Luigi Sturzo” di Biancavilla. La scolaresca, accompagnata da professori e collaboratori, si è data appuntamento presso il plesso scolastico per procedere verso il Santuario mariano a seguito del preside Sergio Marra. Arrivati, il grande numero di ragazzi si è recato ai piedi dell’altare della Madonna dell’Elemosina dove hanno offerto una moltitudine di generi alimentari di prima necessità che saranno devoluti alla Caritas. Subito dopo si è dato inizio alla celebrazione eucaristica presieduta dal prevosto don Pino Salerno e animata dal coro e dall’orchestra della scuola diretta dal prof. Armando Bellocchi. Nella sua omelia don Pino ha sottolineato il tema della Misericordia e del perdono, ringraziando i ragazzi per aver dato vita, nell’attuale momento importante in preparazione alla Santa Pasqua, a quest’opera di misericordia verso i più poveri della città. Dopo la benedizione è stato il preside a prendere la parola, meditando e pregando per i terribili attracchi terroristici avvenuti nella capitale belga Bruxelles.
21 Mar 2016
Vissuta ieri, domenica delle palme e inizio della Settimana Santa, per le strade del centro storico biancavillse, la Via Crucis vivente, nel segno della Misericordia del Padre. L’evento, è stato inserito a pieno titolo nel programma delle manifestazioni del Giubileo della Misericordia a Biancavilla.
di Claudio Ventura
Anche quest’anno, la Famiglia Francescana locale ha realizzato la sacra rappresentazione della Via Crucis Vivente. Giunta alla sua ventiduesima edizione, si è confermata ancora una volta come un evento molto sentito dal popolo biancavillese, ma anche come un evento ricco di emozioni, visibili anche dalle suggestive foto del carissimo Giovanni Stissi.
Tutto è iniziato dal locale “Corrida” del Convento, dove i partecipanti si sono radunati per la vestizione; successivamente , dopo la preghiera e la benedizione impartita da Fra Antonio Vitanza O.F.M., si è snodato il corteo che ha raggiunto Piazza Roma, da dove, all’ombra del Santuario giubilare della Madonna dell’Elemosina, è iniziata la sacra rappresentazione; quindi le varie scene collocate tra le vie Umberto, Scutari, Vittorio Emanuele e della Montagna, dove è avvenuta la Crocifissione e la Resurrezione, il tutto mescolato a varie colonne sonore, e ai testi della Sacra Scrittura che hanno contribuito a rendere l’atmosfera travolgente.
Vari gli interpreti provenienti dai vari settori della Famiglia Francescana e non solo.
Quest’anno, il personaggio principale, ovvero Gesù Cristo, è stato reinterpretato da Dino Costa, che per lungo tempo ha ricoperto tale ruolo fino a qualche anno fa; visibile nei vari momenti la sua forte emozione nel rivivere dopo tanto tempo quegli attimi che hanno contrassegnato le ultime ore della vita del Cristo su questa terra.
Dietro tutto quello che si è visto ieri sera, si cela un grandissimo lavoro che ha coinvolto ogni singolo ramo della Famiglia Francescana: Frati, O.F.S., Gi.Fra. e Fraternità “S. Pasquale”: tutta la famiglia che si è messa in moto: tra prove, confezionamento di vestiti, montaggio delle varie scene e quant’altro per la buona riuscita dell’evento.
L’edizione di quest’anno ha assunto un significato particolare, in quanto stiamo vivendo il Giubileo della Misericordia; infatti, in ogni attimo della Via Crucis, si è potuta toccare con mano la grande misericordia di Dio, ma in particolar modo al momento della crocifissione, quando il Cristo dice al Padre: “Padre perdonali perché non sanno quello che fanno”.
Per ciò, la Via Crucis Vivente non è un evento fine a se stesso: essa ci vuole far meditare sulla Passione di Cristo, su come Egli ha voluto fino alla fine elargire la sua grande misericordia per redimerci e aprirci le porte del Suo Regno.
Che il Cristo Risorto possa guidare tutti gli uomini in questo pellegrinaggio alla festa della Pasqua eterna!
20 Mar 2016
Redazione SME
In occasione della Pasqua del Signore dell’anno giubilare della misericordia, Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” e Caritas parrocchiale della Basilica Santuario, come ormai da tradizione, si sono riunite per dar vita alla manifestazione di carità e di misericordia: “Ciciliu della Solidarietà”. Dato l’anno straordinario della misericordia, il ricavato delle vendite è stato pensato per sovvenire ad un’opera di misericordia corporale: “dar da bere agli assetati”. Grazie ad un progetto in terra d’Africa per lo scavo di un pozzo d’acqua, l’iniziativa biancavillese contribuirà a lenire la sete di interi villaggi privi di condutture idriche.
Il dolce tipico è in distribuzione oggi, domenica delle palme. I volontari SME e Caritas saranno presenti sul sagrato della Basilica negli orari delle celebrazioni liturgiche.
Cos’è il “Ciciliu”?
Può avere le forme più diverse. Con uno o più uova di gallina. Può essere salato o dolce. Alcuni sono anche molto colorati, grazie all’uso delle codette colorate.
Stiamo parlando del tipico “Cicilìu” di Pasqua. Ogni siciliano sa di cosa si tratta. Per gli altri, è bene sapere che si tratta del preparato che contraddistingue le tavole siciliane nei giorni di Pasqua.
Nella civiltà contadina siciliana, infatti, esso rappresentava il tipico dono che ci si scambiava a Pasqua. Bello per la forma, nutriente e sostanzioso.
La preparazione costituisce un vero e proprio rito comunitario. Il “Cicilìu” è un prodotto che nasce per creare condivisione e comunione. In passato questo dato era ancora più evidente, quando ci si riuniva in casa per la preparazione dell’impasto. C’era chi era più esperto nell’abile creazione delle figure più elaborate. Altri facevano spicciola manovalanza, limitandosi a spennellare la pasta con l’uovo sbattuto. Tra le forme più tipiche vi è il “ciciliu” a forma di cestino o campana, che può contenere anche più di 2 uova, l’”aceddu cu l’ovu” e la “cuddura” di solito con un numero di uova dispari. Ogni forma aveva il suo significato: la ciambella rotonda di pasta a treccia era per gli amici (per consolidare il legame affettivo), quello a forma di cuore per l’amato, il galletto o la colomba per i ragazzi (con l’augurio di poter spiccare presto il volo), la pupa per le ragazze (augurio di feconda femminilità), il cestino per le famiglie (auspicio di abbondanza).
E’ facile immaginare che più uova ci sono, più il “Cicilìu” assume importanza e significato di rispetto a chi si dona. Sembrerebbe, addirittura, che in passato esistesse un vero e proprio “galateo del Cicilìu” in base al quale quello da donare al fidanzato doveva essere ornato con 9-11 o più uova, quello della suocera con 7 uova, quello dei cognati con 5, quello dei nipotini con 3.
Questi tipici dolci pasquali assumono nomi diversi in Sicilia a seconda della località in cui sono preparati:“campanaru” o “cannatuni” a Trapani, “pupu ccù l’ovu” a Palermo, “cannileri” nel nisseno, “panaredda” ad Agrigento e a Siracusa, “cuddura ccù l’ovu” e “ciciliu” a Catania, “palummedda” nella parte sud occidentale dell’isola.
20 Mar 2016
Meditazione e musica ai piedi della Croce, con Maria madre dolorosa e misericordiosa.
Redazione SME
Nella penombra del Santuario giubilare di S. Maria dell’Elemosina, ieri sera, sabato 19 marzo, vigilia delle palme e inizio della Settimana Santa, ha avuto luogo una suggestiva meditazione in parole e musiche sulle Sette Parole di Cristo in Croce.
L’evento musicale, inserito nel programma degli eventi spirituali e culturali dell’anno santo della misericordia a Biancavilla, è stato promosso dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” e curato dalla Corale polifonica “P. Branchina” di Adrano, che, per la prima volta a Biancavilla, ha eseguito l’ “opera 190”, tra le più significative ed apprezzate del prevosto e compositore adranita Pietro Branchina (1876-1953).
L’opera, musicata sui versi del Metastasio a “voci pari e organo”, è stata diretta dal soprano Piera Bivona e accompagnata da musicisti di professione, Vincenzo Benina all’organo e Giovanni Cucuccio al violino.
Le ultime parole di Cristo in croce, sono sette frasi che i vangeli attribuiscono al figlio di Dio durante la sua Passione sul patibolo della croce: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”, “In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso”, “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”, “Donna, ecco tuo figlio!”, “Ecco tua madre!”, “Ho sete” , “È compiuto!”.
Il Signore Gesù, dopo aver seminato in abbondanza la parola di vita, prima di spirare sulla croce volle lasciare al genere umano, come perle preziose di sapienza, sette parole nelle quali è concentrato tutto il suo messaggio, il suo testamento di amore e di pace. La prima parola, «Padre, perdona loro», è la sua compassionevole richiesta di perdono rivolta al Padre per i suoi crocifissori – non solo per quelli che allora erano sul Calvario, ma anche per tutti quelli che non meno di loro sono responsabili della sua morte. La seconda parola, «Oggi sarai con me in Paradiso», è l’immediato esaudimento della preghiera del buon ladrone. Segue la dolcissima parola rivolta alla Madre per affidarle il discepolo amato e per donarla, come prezioso tesoro, al discepolo stesso e, in lui, a tutta l’umanità: «Ecco, tuo figlio… Ecco tua Madre». Ma così totalmente spogliato di ogni divina e umana ricchezza, il Figlio di Dio grida tutta la desolazione e l’angoscia dell’uomo che sperimenta l’assenza di Dio: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?…». E implora sollievo alla sua sete di amore. Finalmente quando proprio tutto è compiuto, ossia quando il suo sacrificio di amore è pienamente consumato, quando non c’è più un «oltre» nell’offerta e nel dolore, ecco l’ultimissima parola: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».
Meditando su queste “parole” insieme con Maria, la Madre della Misericordia, è stato come immergersi nel grande mistero della redenzione e diventarne una fedele manifestazione in mezzo agli uomini di questo tempo che tanto facilmente passano distrattamente accanto alla Croce, assorbiti da altre parole che lasciano il vuoto nel cuore.
19 Mar 2016
Redazione SME
In questo Anno Santo della Misericordia si è svolta ieri, venerdì 18 marzo, la “Via Crucis della Misericordia”. Il percorso di fede e di devozione si è snodato lungo le viuzze del centro storico biancavillese, attorno al Santuario giubilare della Beata Vergine dell’Elemosina. Come “pellegrini e mendicanti di misericordia”, i fedeli, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, sono passati da una stazione all’altra portandosi spiritualmente nelle più sperdute e desolate periferie esistenziali e geografiche dell’umanità, dove Cristo ancora soffre, è lasciato morire di fame e di freddo, è rifiutato e respinto, è incarcerato e privato della sua umano-divina dignità, è perseguitato e ucciso…
“Per vivere autenticamente la nostra Via Crucis sulle orme di Gesù – ci ricordano i vescovi italiani per l’Anno Santo 2016 – , occorre tuttavia avere innanzitutto l’umiltà e il coraggio di scendere nelle zone più nascoste del nostro cuore, quelle ancora da evangelizzare. È là che Gesù ci attende per donarci il suo perdono e cominciare con noi, dall’abisso della nostra povertà, la salita al Calvario, alla vetta del più grande amore. Egli, infatti, nella sua bontà misericordiosa, vuole non solo salvarci, ma anche unirci a sé nell’opera di salvezza universale”.
La pia pratica, guidata dal prevosto, don Pino Salerno, è stata curata dai gruppi “Catechisti”, “Ministranti”, “Ca.spe.f.” e “Associazione Maria SS. dell’Elemosina” e si è conclusa in Santuario, dinanzi L’icona prodigiosa della Madre dell’Elemosina, dove si è pregato per il dono dell’Indulgenza giubilare.
Tra le meditazioni proposte all’inizio della Via Crucis:
“Padre, fonte d’Amore, che hai tanto amato il mondo da dare il tuo dilettissimo Figlio
per la nostra salvezza, visita con il tuo Santo Spirito le profondità del nostro cuore,
perché, percorrendo la Via della Croce, ci lasciamo trasformare interiormente, e diventiamo per i nostri fratelli segni vivi della tua misericordia. E tu, Madre della divina Misericordia, accompagnaci lungo il cammino, negli intricati sentieri della storia, negli anonimi agglomerati urbani, nei desolati deserti del non-senso, dove ogni giorno l’uomo è immerso nelle tenebre del Venerdì Santo e attende una parola e un gesto di umana-divina misericordia per risorgere a vita nuova”.
18 Mar 2016
PROGRAMMA CONVEGNO COMUNICATO Convegno
BIANCAVILLA 2 APRILE 2016
Convegno Diocesano sulle Opere di Misericordia
e Giubileo dei Volontari Caritas
con le reliquie del Beato Card. Dusmet
“La gioia di Dio è perdonare, ma la misericordia non è buonismo, né sentimentalismo”
Papa Francesco
Per approfondire il legame profondo tra la misericordia e la verità, la Caritas Diocesana, con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Luca” di Catania, per iniziativa dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” e della Basilica Santuario di Biancavilla, daranno vita sabato 2 aprile ad un momento di riflessione, rivolto innanzitutto agli operatori della Caritas delle parrocchie della Diocesi ed esteso a quanti operano nei vari ambiti della pastorale della Carità.
Il Convegno si svolgerà a Biancavilla presso la Chiesa del Rosario a partire dalle 17,00. Tra i relatori: il Prof. Francesco Diego Tosto dell’ISSR, il Prof. P. Stefano Oppes, docente presso l’Antonianum di Roma, oltre agli interventi di Don Piero Galvano, Direttore della Caritas Diocesana e di Don Antonino De Maria, Direttore dell’ISSR.
L’iniziativa si colloca in una data molto significativa, nella vigilia della Solennità della Divina Misericordia, una festa voluta per la Chiesa universale da San Giovanni Paolo II, che morì proprio il 2 aprile 2005.
Ad impreziosire la riflessione offerta dai relatori, sarà anche la presenza delle venerate reliquie del Beato Card. Giuseppe Benedetto Dusmet, provenienti dalla Parrocchia “Card. Dusmet” di Montepalma a Misterbianco.
L’incontro si concluderà con il Pellegrinaggio alla Basilica Santuario e la celebrazione della Santa Messa. Durante la celebrazione verrà offerto dell’olio d’oliva che servirà per le mense diocesane della Caritas.