Novena di Pentecoste9: L' amore è tesoro d'ogni bene
MEDITAZIONE IX
di Sant’Alfonso M. de’ Liguori
L’ amore è questo tesoro per cui il Vangelo dice che si deve lasciar tutto per acquistarlo. Sì, perché l’ amore ci fa partecipi dell’amicizia di Dio.
«Uomo, dunque, dice S. Agostino, che vai cercando beni? Cerca un solo bene in cui sono tutti i beni».
Ma questo Dio non possiamo trovarlo se non lasciamo le cose della terra. Scrive S. Teresa: «Distacca il cuore dalle creature, e troverai Dio». Chi trova Dio trova quanto desidera: Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore (Sal 36,4). Il cuore umano va sempre cercando beni che possano renderlo felice; ma se egli li cerca dalle creature, per quanto ne riceve da quelle, non resta mai contento; ma se non vuole altro che Dio, Dio contenterà tutti i suoi desideri.
Chi sono i più felici in questa terra, se non i santi? E perché? Perché essi vogliono e cercano solo Dio. Un certo principe, andando a caccia, vide un solitario che andava scorrendo per la selva; gli domandò che andava facendo per quel deserto? Quegli rispose: «E tu, principe, che vai cercando?». Il principe: «Vado a caccia di belve»; e l’ eremita: «Ed io vado a caccia di Dio».
A S. Clemente il tiranno presentò oro e gemme, affinché rinnegasse Gesù Cristo. Il santo sospirando esclamò: «Ohimè, un Dio si mette a confronto di un po’ di fango!».
Beato chi sa conoscere questo tesoro del divino amore e cerca di ottenerlo! Chi l’ottiene, da se stesso si spoglierà di tutto, per non aver altro che Dio. «Quando la casa va a fuoco, dice S. Francesco di Sales, si buttano tutte le robe dalla finestra». E il padre Segneri Iuniore, gran servo di Dio, solea dire che l’ amore è un ladro che ci spoglia di tutti gli affetti terreni, fino a concludere: «E che altro vogl’io se non solo voi, mio Signore?».
Affetti e preghiere
Mio Dio, io per il passato non ho cercato te, ma me stesso e le mie soddisfazioni e per queste ho voltato le spalle a te, sommo bene. Ma mi consola quel che dice Geremia: Buono è il Signore … con l’ anima che lo cerca (Lam 3,25).
Mi dice che voi siete tutto bontà verso chi vi cerca.
Amato mio Signore, conosco il male che ho fatto in lasciarti e me ne dolgo con tutto il cuore. Conosco il tesoro infinito che tu sei; non voglio abusare di questa luce; io lascio tutto, e ti eleggo per unico mio amore. Mio Dio, mio amore, mio tutto, io ti amo, ti bramo, ti sospiro.
Spirito Santo, vieni e col tuo santo fuoco distruggi in me ogni affetto che non è per te. Fà ch’ io sia tutto tuo, e vinca tutto per darti gusto.
O avvocata e Madre mia Maria aiutami tu con le tue preghiere.
Pater, Ave, Gloria.
Novena di Pentecoste8: L' amore è laccio che stringe
MEDITAZIONE VIII
di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori
Siccome lo Spirito Santo, che è l’ amore increato, è laccio indissolubile che stringe il Padre col Verbo eterno, così unisce anche l’ anima con Dio, secondo quanto dice sant’ Agostino. S. Lorenzo Giustiniani esclamava: «Dunque, o amore, il tuo laccio ha tanta forza, che ha potuto legare un Dio ed unirlo alle anime nostre!». I legami del mondo sono legami di morte, ma i legami di Dio sono legami di vita e di salute (cfr. Sir 6, 31). Sì, perché i legami di Dio, per mezzo dell’ amore, ci uniscono con Dio che è la vera ed unica nostra vita.
Prima della venuta di Gesù Cristo fuggivano gli uomini da Dio ed, attaccati alla terra, ricusavano di unirsi col loro Creatore; ma l’amante Signore con legami d’ amore li ha tirati a sé, come promise per mezzo del profeta Osea: Io li traevo con legami di bontà, con vincoli di amore (Os 11,4). Questi vincoli sono i suoi benefici, i lumi, le chiamate al suo amore, le promesse del paradiso, ma soprattutto è stato il dono che ci ha fatto di Gesù Cristo nel sacrificio della croce e nel Sacramento dell’altare, e per ultimo nell’averci dato lo Spirito Santo. Per tanto esclama il Profeta: Sciogliti dal collo i legami, schiava figlia di Sion (Is 52,2): o anima, tu che sei creata per il cielo, sciogliti dai legami della terra, e stringiti a Dio col laccio del santo amore. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione (Col 3,14). L’ amore è un vincolo che unisce seco tutte le virtù, e rende l’anima perfetta. Diceva S. Agostino: «Ama Dio, e fa quel che vuoi». Sì, perché chi ama Dio procura di sfuggire ogni disgusto dell’amato, e cerca in tutte le cose di piacere all’ amato.
Affetti e preghiere
Caro mio Gesù, troppo tu mi hai obbligato ad amarti, troppo ti è costato il procurarti l’amor mio; troppo ingrato io sarei, se ti amassi poco o dividessi il mio cuore fra le creature e te, dopo che tu mi hai dato il sangue e la vita. lo voglio staccarmi da tutto, e solo in te voglio mettere tutti gli affetti miei. Ma io sono debole ad eseguire questo mio desiderio; tu che me lo dai, dammi la forza di eseguirlo.
Ferisci, amato mio Gesù, il mio povero cuore col dardo del tuo amore, affinché io sempre languisca per desiderio di te, e mi liquefaccia per amor tuo. Che io cerchi, brami e trovi sempre e solo te.
Gesù mio, te solo voglio e niente più. Fa’ che io lo replichi sempre in vita e specialmente nel punto di mia morte: Te solo voglio e niente più.
O Maria madre mia, fa’ che da oggi in avanti io non voglia altro che Dio.
Pater, Ave, Gloria.
Auxilium Christianorum, ora pro nobis!
Oggi la Chiesa festeggia la Vergine Maria, invocata con l’appellativo di “Ausiliatrice”. Pubblichiamo il frutto di una nostra ricerca sull’origine del titolo e sulla plurisecolare storia di devozione alla Madonna, aiuto dei cristiani.
Redazione SME
Storia del titolo
“Auxilium Christianorum” o ‘Aiuto dei Cristiani’, è uno dei titoli più belli con i quali viene da secoli invocata la Vergine Maria.
La presenza mediatrice e soccorritrice della Madonna per chi la invoca nasce proprio da quell’incarico che il Signore Gesù Le ha conferito dal trono della Croce: “Ecce filius tuus“. A Lei, pertanto, siamo stati affidati come figli e a noi è stata indicata come Madre.
Tra i tanti momenti in cui nella storia della Chiesa si è potuto sperimentare l'”auxilium” soprannaturale di Maria Santisima è di fondamentale importanza l’aiuto sperimentato nella grande battaglia navale di Lepanto (1571), in cui l’occidente cristiano, minacciato da secoli dai turchi, affrontò e vinse la flotta musulmana. In tale occasione, il grande Papa mariano e domenicano San Pio V (1566-1572) chiese a tutto l’orbe cattolico di pregare la Madonna con il Santo Rosario.
Per suggellare questa gloriosa vittoria, San Pio V istituì la festa del Santo Rosario (il 10 ottobre) in onore della “Regina delle Vittorie”. Un’ulteriore vittoria venne riportata a Vienna nel 1683.
Il grido di gioia del popolo cristiano si perpetuò in questa invocazione; il senato veneziano fece scrivere sotto il grande quadro commemorativo della battaglia di Lepanto, nel palazzo ducale: “né potenza, né armi, né condottieri ci hanno condotto alla vittoria, ma Maria del Rosario” e così a fianco agli antichi titoli di ‘Consolatrix afflictorum’ (Consolatrice degli afflitti) e ‘Refugium peccatorum’ (Rifugio dei peccatori), si aggiunse per il Popolo e per la Chiesa l’invocazione ‘Auxilium Christianorum’ (Aiuto dei cristiani).
In tempi più recenti, all’aiuto della Madonna si attribuì anche la liberazione del Papa dalla quinquennale prigionia napoleonica. Così, Papa Pio VII il 24 maggio 1815, in ringraziamento alla Vergine Maria per la sua liberazione, istituì la festa di Maria Ausiliatrice.
I Santi propagatori della devozione
Nel corso dell’ottocento due grandi figure della santità cattolica, per strade diverse, ravvivarono la devozione per la Madonna del Rosario o delle Vittorie: il Beato Bartolo Longo a Pompei e San Giovanni Bosco a Torino.
San Giovanni Bosco (1815 – 1888), in particolare, fu il più grande devoto e propagatore del culto a Maria Ausiliatrice. Sin dall’inizio pose la sua opera di sacerdote e fondatore sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, a cui si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose andavano per le lunghe o s’ingarbugliavano; rivolgendosi a Lei diceva: “E allora incominciamo a fare qualcosa?”.
Don Bosco volle a Torino la costruzione della chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice, solennemente consacrata il 9 giugno 1868. In preparazione a quell’evento don Bosco pubblicò come fascicolo del mese di maggio delle Letture cattoliche un libretto dal titolo: Maraviglie della Madre di Dio invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice.
Don Bosco asseriva: «Il bisogno oggi universalmente sentito di invocare Maria non è particolare, ma generale; non sono più tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, innocenti da conservare […]. Ma è la stessa Chiesa Cattolica che è assalita. È assalita nelle sue funzioni, nelle sacre sue istituzioni, nel suo capo, nella sua dottrina, nella sua disciplina; è assalita come Chiesa Cattolica, come centro della verità, come maestra di tutti i fedeli». Appunto per questo, aggiungeva don Bosco, «per meritarsi una speciale protezione del Cielo […] si ricorre a Maria, come madre comune, come speciale ausiliatrice dei re e dei popoli, come cattolici di tutto il mondo». In quei medesimi anni don Bosco aveva moltiplicato i fascicoli delle Letture cattoliche che ragguagliavano sulle grazie straordinarie ottenute invocando Maria aiuto dei cristiani; aveva introdotto nei suoi oratori e collegi la nuova effigie e il nuovo culto; aveva fondato nel 1869 l’Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice; aveva indotto a denominare la pratica pia del mese di maggio come mese di Maria Ausiliatrice. A Mornese, in diocesi di Acqui, Maria Domenica Mazzarello e altre giovani, già associate nell’Unione di Maria Immacolata, aderiscono a don Bosco e danno origine alla congregazione femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il Concilio Vaticano II sulla devozione a Maria
Questa lunga scia di devozione e di storia intrecciata con la materna e premurosa azione della Vergine Maria a favore della Chiesa, è stata ulteriormente riconosciuta e ribadita nel Concilio Vaticano II: «la Vergine Maria con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che siano condotti nella patria beata. Per questo la Vergine è invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice» (Lumen Gentium, n. 62).
Parole di don Bosco sull’Ausiliatrice
Chi confida in Maria non sarà mai deluso. In Maria ho riposto tutta la mia fiducia. La Madonna non lascia mai le cose a metà. Io vi raccomando di invocare sempre il nome di Maria, specialmente con questa giaculatoria: Maria Ausiliatrice dei Cristiani, prega per noi. É una preghiera non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace. La nostra confidenza é nell’aiuto di Maria Ausiliatrice. Il Signore e la sua divina Madre non permetteranno che si ripeta invano: Maria aiuto dei Cristiani, prega per noi! Quando vogliate ottenere qualche grazia prendete come abitudine di recitare questa giaculatoria: Maria Auxilium Cristianorum, ora pro nobis… Moltissimi invocandola con questa giaculatoria, ottennero grazie speciali. Maria Ausiliatrice è la taumaturga, è l’operatrice delle grazie e dei miracoli per l’alto potere che ha ricevuto dal Suo Divin Figlio.
PREGHIERA A MARIA
composta da San Giovanni Bosco