Stasera la processione di San Zenone

Martedì 2 ottobre
Ricordo del Proto-Patrono S. Zenone

Stasera, alle 20,30, dopo la Santa Messa si svolgerà la processione con il simulacro di S. Zenone per le vie: Maria SS. dell’Elemosina, Mongibello, Don Bosco, S. Placido, Bellini, V. Emanuele e rientro in Basilica per piazza Collegiata. Fuochi pirotecnici. Al termine verrà impartita la Benedizione con la Reliquia del Santo Martire.

San Zenone a Biancavilla: cimeli e devozione

Oggi la Comunità Ecclesiale di Biancavilla fa memoria del primo patrono, San Zenone. Il culto al Santo martire risale alle origini albanesi della comunità. Da uno studio per la tesi di laurea, esponiamo di seguito notizie e ricostruzioni del culto al Protopatrono di Biancavilla.

L’articolo è pubblicato sull’ultimo numero di “SME – Madre di Misericordia” – edizione per il 10° dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”.

di Tonino Nicotra

Le notizie storiche in nostro possesso sulla figura del santo martire Zenone, ucciso insieme al suo servo Zena nella grande persecuzione del IV secolo, risultano molto scarse. Gli Acta Martyrum che ne raccontano il martirio sono stati sicuramente redatti qualche secolo dopo la morte, rifacendosi a una tradizione orale.

Il nome Zenone deriva dal greco e vuol dire “colui che appartiene a Zeus” oppure “che è consacrato a Giove” e viene usato anche nella forma tronca Zeno.

Una festa dedicata a San Zenone e al suo servo, martiri di Filadelfia, veniva celebrata a Costantinopoli il 22 giugno nella Chiesa di San Giorgio martire, nel quartiere della Cypriara.

Il culto verso questi due santi rimase sconosciuto in Occidente fino a quando il cardinale Cesare Baronio (1538-1607), estensore del Martirologio Romano, li inserì al 23 giugno.

A tutt’oggi non si conosce, eccezion fatta per Biancavilla, alcuna località dove il santo soldato martire d’Arabia sia venerato. Sulle manifestazioni di culto a san Zenone nei primi secoli di vita della comunità albanese impiantata alla pendici dell’Etna non si ha nessuna notizia: nessuna manifestazione liturgica o celebrativa e nessun reperto iconografico sono giunti fino a noi. Cosicché noi oggi siamo costretti a fare solo delle supposizioni basandoci su dati e fatti postumi.

La devozione verso san Zenone a Biancavilla rimonta all’arrivo della colonia greco-albanese nelle terre di Callicari, intorno al 1482, che portò con sé anche una statuetta del santo, alta cm. 3,7, probabilmente di  proprietà di un privato albanese, forse del papàs che era presente nella colonia, o di un altro maggiorente del gruppo. Di sicuro, viste le dimensioni e le caratteristiche, essa non serviva per ragioni di culto pubblico (cosa diversa invece per l’icona della Madonna, per la croce astile e la campana, anch’essi portati dalla colonia e che sicuramente erano utilizzati dalla comunità), bensì per una devozione personale. Tuttavia, la diffusione di tale devozione in tutto il gruppo fa ritenere che il santo effigiato in quel piccolo cimelio dovesse essere molto venerato e invocato.

Il fatto che gli oggetti portati dalla colonia fondatrice di Biancavilla non siano indicati negli inventari compiuti durante le visite pastorali del 1555 e del 1602 (nemmeno la celebre icona della Madonna dell’Elemosina), mentre vengono segnalati calici, tovaglie di altari, copricapo, immagini di san Nicola e di san Placido, fanno ritenere che i cimeli albanesi fossero in origine di proprietà privata e che solo successivamente furono donati alla Chiesa.

Questi oggetti compaiono per la prima volta in una relazione, datata il 4 giugno 1754, firmata da 40 sacerdoti, da un suddiacono e da 4 lettori, autenticata con bollo a secco e firmata dal notaio Filippo M. Palazzolo spedita a Piana degli Albanesi, che si conserva nella Archivio della Chiesa Madre: <<[I colonizzatori greco-albanesi]…portarono la venerabile Immagine di Nostra Signora della Limosina in tavola pittata a bruno, una piccola statuetta di rilievo d’argento qual rappresenta S. Zenone greco Martire, con una campana oggi esistente fuori immediatamente questa Collegial Sagrestia, qual inserve per lo solito segno di convocare alli divini uffici questo Reverendo Clero>> (Cat. III, cl. I, f. I, n.1).

San Zenone e la Vergine Madre di Dio, venerata sotto il titolo dell’Elemosina, fin dall’inizio furono considerati i protettori della piccola comunità nascente.

Secondo la tradizione nella piccola chiesa di Santa Caterina, la prima edificata dagli albanesi, esistevano due altari: uno dedicato alla Santa Madre di Dio e l’altro a San Zenone. E se è vero che l’originaria struttura di questa chiesa corrisponde all’attuale cappella di San Placido, l’altare dedicato a San Zenone presumibilmente è rimasto immutato nel corso di questi cinquecento anni.

Risulta interessante, in tale contesto, notare che la Vergine dell’Elemosina e san Zenone non furono mai “dichiarati” patroni di Biancavilla. Non esiste nessun documento, antico o moderno, che lo attesti. Pur tuttavia, secondo l’ininterrotta e costante tradizione popolare, essi vengono considerati patroni ab immemorabile cioè da sempre, e non c’è nessuna necessità che questa tradizione venga confermata da certificazioni ufficiali.

Mariano Piccione, autore di una “vita di San Zenone” che si conserva nell’archivio della Collegiata, attesta questo dato e spiega anche la ragione della celebrazione della festa il 14 febbraio: <<… nel 1488 un gruppo di greco-albanesi dovettero abbandonare la loro patria, l’Albania occupata dai Turchi, emigrarono in Sicilia e giunsero nella terra che poi fu chiamata Biancavilla, portando seco una statuetta in argento di S.  Zenone. E così il paese che sorse fu posto sotto la protezione di S, Zenone, la cui festa si celebra non il 23 Giugno, giorno della sua morte, ma il 14 Febbraio, giorno presumibile dell’arrivo in Biancavilla dei greco-albanesi>>.

La devozione verso San Zenone agli albori della comunità biancavillese dovette essere vivissima, infatti nemmeno dopo cento anni dalla fondazione di Biancavilla, la piccola comunità di Callicari chiedeva a gran voce al vescovo di Catania una sua insigne reliquia. Mons. Vincenzo Cutelli, viste le istanze presentate all’unanimità dai biancavillesi, nel 1578 fece richiesta all’Abbazia di Tre Fontane di Roma di concedere una insigne reliquia del santo martire che proprio in quel luogo era venerato. E così fu concesso in dono alla neonata comunità biancavillese una reliquia  di un dente molare proveniente dall’abbazia delle Tre Fontane di Roma.

Nel 1590 fu scolpita da un ignoto artista catanese una statua in legno di San Zenone,  che fino al 1665 fu portata in processione. Tuttavia, come risulta dai registri dei matrimoni della Matrice,  dal 1599 al 1630 non si trova alcun nome “Zenone” tra i biancavillesi, mentre sono presenti tanti altri di chiara origine greca (Catarina, Dimitri, Giorgio, Basilio…). Erano i segni del declino di una etnia albanese troppo velocemente estintasi. La processione del santo, interrotta nella seconda metà del Seicento, è stata ripresa nel 2008.

Domani al via le celebrazioni patronali con l'omaggio floreale e l'offerta della cera

Lunedì 1 ottobre
Giornata della Devozione Cittadina

Oggi alle ore 18.30 le Associazioni Cattoliche, le Confraternite e le Autorità civili si ritrovano presso la chiesa di S. Maria dell’Idria per celebrazione dei Vespri.Seguirà alle 19.00 la processione delle Reliquie dei SS. Placido e Zenone fino alla Basilica Collegiata Santuario dove avrà luogo l’omaggio floreale  e l’offerta della cera ai Santi Patroni, la Madonna dell’Elemosina, San Placido e San Zenone. Seguirà la Santa Messa.

Adsense

Archivio

Traduci