Nel Maggio 2013 la Visita Pastorale dell’Arcivescovo Gristina alla Comunità ecclesiale di Biancavilla

Presidenza SME

“Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”

arcivescovo gristina

Si svolgerà nel prossimo mese di Maggio, sotto lo sguardo materno della Vergine SS. dell’Elemosina, la prima Visita Pastorale dell’Arcivescovo di Catania, S. E. Mons. Salvatore Gristina, alla Comunità Ecclesiale del XIII Vicariato Diocesano che comprende i comuni di Biancavilla e S. Maria di Licodia. L’Arcivescovo Metropolita visiterà le Parrocchie, le Comunità religiose, le Aggregazioni ecclesiali, i centri educativi, i luoghi di cura e le Municipalità delle due città. Prossimamente, il Vicariato comunicherà nei dettagli i momenti celebrativi e pastorali di tale grande evento ecclesiale. L’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” invita soci e fedeli ad intensificare la preghiera perché la Visita Pastorale sia un segno della sollecitudine del Padre celeste per la sua Chiesa e sia vissuta come un grande dono di grazia.

Maria Immacolata, Madre di Misericordia!

Nel contesto del Novenario all’Immacolata 2012, Padre Apollonio dei Francescani dell’Immacolata spiega che non c’è giustizia senza Misericordia e perché Maria è Avvocata e Rifugio di tutti i peccatori.

virgin+doves-immaculate+conceptiondi P. Alessandro M. Apollonio, FI

San Massimiliano Maria Kolbe, come sant’Alfonso Maria de’ Liguori e tanti altri Santi, non esitava ad affermare che Gesù ha riservato a sé la Giustizia ed ha affidato a Maria l’intera economia della Misericordia.
Suor Faustina Kowalska, contemporanea di san Massimiliano, con le sublimi rivelazioni dell’amore misericordioso di Cristo, ci aiuta ad interpretare bene tale espressione dei Santi, e a rimuovere definitivamente dal nostro immaginario l’idea distorta di un Gesù “implacabile giustiziere”.
In verità, Giustizia e Misericordia sono perfezioni che competono in massimo grado a Cristo Signore, il quale, nella sua infinita sapienza, ha stabilito di esercitare sia la giustizia, sia la misericordia attraverso dei mediatori a lui subordinati. La giustizia è esercitata, sulla terra, tramite il potere delle Chiavi che Cristo ha affidato a san Pietro (Mt 16, 19), ai suoi successori canonicamente eletti ed ai Vescovi in comunione con essi.
La misericordia, d’altra parte, non discende sul Corpo Mistico di Cristo se non per la mediazione di Maria, la Madre di Cristo e del suo Corpo Mistico, che è la Chiesa. Poiché il potere delle Chiavi, non è solo di “legare” ma anche e soprattutto di “sciogliere” (cfr Mt 18, 18), anch’esso è intriso di Misericordia e, dunque, partecipato dalla madre della Misericordia.
La dimensione mariana precede, nella Chiesa, quella petrina, anche per quanto concerne il potere delle Chiavi, perché la facoltà di “rimettere i peccati” (cfr Gv 20, 19-22), in cui si risolve l’aspetto misericordioso di detto potere, è dono di Cristo, per la mediazione dei Colei che è senza peccato.
Non c’è Misericordia, infatti, nella presente economia della salvezza, se non attraverso il sacramento del perdono, per mediazione di Maria. Quando però il peccatore non si pente, e rifiuta così la Misericordia di Dio, gli rimane da scontare le esigenze della giustizia. Anche il sacramento della riconciliazione, dato da Cristo per il perdono, di fronte al peccatore impenitente, non può concludersi se non con la negazione del perdono stesso.
La negazione del perdono è un atto di giustizia, esercitato dal sacerdote sull’autorità conferitagli da Cristo, e consegue sempre al rifiuto della Misericordia da parte del peccatore impenitente. Ma rifiutare la Misericordia è rifiutare la Madre della Misericordia, la Vergine Maria, la quale viene ad essere perciò esclusa dal giudizio di condanna. Se rifiutiamo la Madre della Misericordia, come potremmo ottenere Misericordia?
Se non accettiamo la sua mediazione di Misericordia, chi ci salverà, visto che Cristo, Giudice giusto e misericordioso, a Lei ha voluto affidare l’intera economia della Salvezza? Non si tratta di andare da Maria perché Gesù è più severo di Lei. Si tratta, invece, di affidarsi a Maria perché Gesù misericordioso l’ha costituita Avvocata e Rifugio di tutti i peccatori, e solo se si rifiuta questo grande dono di Misericordia, egli può diventare giudice severo.
Per qualcuno potrebbe sembrare contraddittorio assommare nella stessa persona di Cristo la massima giustizia e la massima Misericordia. In verità le due perfezioni sono perfettamente compatibili ed armoniche (cfr Giovanni Paolo II, Dives in misericordia), perché la Misericordia dev’essere concepita come il perfezionamento della stessa giustizia.
Se la giustizia è dare a ciascuno ciò che gli è dovuto, ossia premiare i buoni e castigare i cattivi, secondo i loro meriti, la Misericordia fa sì che prima del castigo degli empi si dia loro la possibilità del pentimento e della riparazione, a cui consegue il perdono della colpa e la remissione della pena.
Si potrebbe dire che la Misericordia è il modo paziente e longanime di esercitare la giustizia, e che la stessa giustizia è finalizzata alla Misericordia, perché Dio non gode per la rovina dei, viventi (cfr Sap 1, 13); Dio stesso, per mezzo del profeta Ezechiele, ci rivela: Forse che io ho piacere della morte del malvagio dice il Signore Dio o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva? (Ez 18, 23).
Se, dunque, la giustizia è premiare i buoni e punire i cattivi in base alle loro opere, la Misericordia dà la possibilità anche ai cattivi di compiere delle opere buone, ossia di pentirsi e riparare, e così meritare in qualche modo il perdono e la remissione. La Misericordia sarebbe contro la giustizia se fosse perdonata la colpa del peccatore impenitente, e condonata la pena senza richiedere l’impegno a riparare il danno compiuto.
Ma non è questa la Misericordia di Dio. La Misericordia, infatti, richiede il pentimento del peccatore, senza del quale non ci può essere la remissione della colpa: Se non farete penitenza perirete tutti allo stesso modo (Lc 13, 5); richiede anche la riparazione del danno, senza della quale non ci può essere la remissione della pena temporale: altrimenti si paga fino all’ultimo spicciolo (cfr Lc 12, 59).
In conclusione, visto che siamo tutti peccatori davanti a Dio, e non c’è giustizia su questa terra senza la sua Misericordia, invochiamo con fiducia la nostra Mater Misericordiae, affinché possiamo sempre trovar misericordia presso il Giusto Giudice, e poter entrare grazie all’intercessione di Lei nella vita beata del nuovo cielo e della nuova terra.

Si apre il novenario di preparazione alla solennità dell’Immacolata Concezione

 

 In Sicilia la Festa dell’Immacolata è particolarmente sentita. La Madonna Immacolata, infatti, è la “Patrona Principale” dell’Isola. Una lunga tradizione popolare conferma la grande devozione dei siciliani alla Vergine Maria.

 

Il Santo Padre Benedetto XVI invita tutti i fedeli ad aprirsi all’azione dello Spirito Santo per poter giungere nel destino finale ad essere immacolati, pienamente e definitivamente liberi dal male.

Redazione SME

Nei giorni che precedono la solennità dell’Immacolata Concezione, Benedetto XVI chiede a Maria di dare a ogni uomo di questo mondo “la forza per rigettare il male, in ogni sua forma, e di scegliere il bene, anche quando costa e comporta l’andare contro-corrente Benedetto XVI, ha detto nel corso del suo omaggio all’Immacolata a Roma, che “il dono più bello, e a Lei più gradito, che noi offriamo è la nostra preghiera, quella che portiamo nel cuore e che affidiamo alla sua intercessione. Sono invocazioni di ringraziamento e di supplica: ringraziamento per il dono della fede e per tutto il bene che quotidianamente riceviamo da Dio; e supplica per le diverse necessità, per la famiglia, la salute, il lavoro, per ogni difficoltà che la vita ci fa incontrare. Ma quando noi veniamo qui, specialmente in questa ricorrenza dell’8 dicembre, è molto più importante quello che riceviamo da Maria, rispetto a ciò che le offriamo. Lei, infatti, ci dona un messaggio destinato a ciascuno di noi, alla città di Roma e al mondo intero”.
“E che cosa ci dice Maria? Lei ci parla con la Parola di Dio, che si è fatta carne nel suo grembo. Il suo “messaggio” non è altro che Gesù, Lui che è tutta la sua vita”. “Così Maria ci dice che siamo tutti chiamati ad aprirci all’azione dello Spirito Santo per poter giungere, nel nostro destino finale, ad essere immacolati, pienamente e definitivamente liberi dal male”.
“Questo messaggio ci dona Maria, e quando vengo qui, in questa Festa, mi colpisce, perché lo sento rivolto a tutta la Città, a tutti gli uomini e le donne che vivono a Roma: anche a chi non ci pensa, a chi oggi non ricorda neppure che è la Festa dell’Immacolata; a chi si sente solo e abbandonato. Lo sguardo di Maria è lo sguardo di Dio su ciascuno. Lei ci guarda con l’amore stesso del Padre e ci benedice. Si comporta come nostra ‘avvocata’ – e così la invochiamo nella Salve, Regina: ‘Advocata nostra’. Anche se tutti parlassero male di noi, lei, la Madre, direbbe bene, perché il suo cuore immacolato è sintonizzato con la misericordia di Dio”. “La Madre guarda noi come Dio ha guardato lei, umile fanciulla di Nazareth, insignificante agli occhi del mondo, ma scelta e preziosa per Dio. Riconosce in ciascuno la somiglianza con il suo Figlio Gesù, anche se noi siamo così differenti! Ma chi più di lei conosce la potenza della Grazia divina? Chi meglio di lei sa che nulla è impossibile a Dio, capace addirittura di trarre il bene dal male?”.
“Ecco, il messaggio che riceviamo qui, ai piedi di Maria Immacolata. E’ un messaggio di fiducia per ogni persona di questa Città e del mondo intero. Un messaggio di speranza non fatto di parole, ma della sua stessa storia: lei, una donna della nostra stirpe, che ha dato alla luce il Figlio di Dio e ha condiviso tutta la propria esistenza con Lui! E oggi ci dice: questo è anche il tuo destino, il vostro, il destino di tutti: essere santi come il nostro Padre, essere immacolati come il nostro Fratello Gesù Cristo, essere figli amati, tutti adottati per formare una grande famiglia, senza confini di nazionalità, di colore, di lingua, perché uno solo è Dio, Padre di ogni uomo”.

In Basilica Santuario di Biancavilla: S. Rosario (ore 18,00); S. Messa (ore 18,30)

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