Benedetto XVI: Maria, modello e madre di tutti i credenti

Copia di madonna con riza

 

Di seguito la catechesi tenuta da papa Benedetto XVI durante la tradizionale Udienza Generale del mercoledì, svoltasi ieri nell’Aula Paolo VI.

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Cari fratelli e sorelle,

nel cammino dell’Avvento la Vergine Maria occupa un posto particolare come colei che in modo unico ha atteso la realizzazione delle promesse di Dio, accogliendo nella fede e nella carne Gesù, il Figlio di Dio, in piena obbedienza alla volontà divina. Oggi vorrei riflettere brevemente con voi sulla fede di Maria a partire dal grande mistero dell’Annunciazione.

«Chaîre kecharitomene, ho Kyrios meta sou», «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28). Sono queste le parole – riportate dall’evangelista Luca – con cui l’arcangelo Gabriele si rivolge a Maria. A prima vista il termine chaîre, “rallegrati”, sembra un normale saluto, usuale nell’ambito greco, ma questa parola, se letta sullo sfondo della tradizione biblica, acquista un significato molto più profondo. Questo stesso termine è presente quattro volte nella versione greca dell’Antico Testamento e sempre come annuncio di gioia per la venuta del Messia (cfr Sof 3,14; Gl 2,21; Zc 9,9; Lam 4,21). Il saluto dell’angelo a Maria è quindi un invito alla gioia, ad una gioia profonda, annuncia la fine della tristezza che c’è nel mondo di fronte al limite della vita, alla sofferenza, alla morte, alla cattiveria, al buio del male che sembra oscurare la luce della bontà divina. E’ un saluto che segna l’inizio del Vangelo, della Buona Novella.

Ma perché Maria viene invitata a rallegrarsi in questo modo? La risposta si trova nella seconda parte del saluto: “il Signore è con te”. Anche qui per comprendere bene il senso dell’espressione dobbiamo rivolgerci all’Antico Testamento. Nel Libro di Sofonia troviamo questa espressione «Rallégrati, figlia di Sion,… Re d’Israele è il Signore in mezzo a te… Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente» (3,14-17). In queste parole c’è una duplice promessa fatta ad Israele, alla figlia di Sion: Dio verrà come salvatore e prenderà dimora proprio in mezzo al suo popolo, nel grembo della figlia di Sion. Nel dialogo tra l’angelo e Maria si realizza esattamente questa promessa: Maria è identificata con il popolo sposato da Dio, è veramente la Figlia di Sion in persona; in lei si compie l’attesa della venuta definitiva di Dio, in lei prende dimora il Dio vivente.

Nel saluto dell’angelo, Maria viene chiamata “piena di grazia”; in greco il termine “grazia”, charis, ha la stessa radice linguistica della parola “gioia”. Anche in questa espressione si chiarisce ulteriormente la sorgente del rallegrarsi di Maria: la gioia proviene dalla grazia, proviene cioè dalla comunione con Dio, dall’avere una connessione così vitale con Lui, dall’essere dimora dello Spirito Santo, totalmente plasmata dall’azione di Dio. Maria è la creatura che in modo unico ha spalancato la porta al suo Creatore, si è messa nelle sue mani, senza limiti. Ella vive interamente della e nella relazione con il Signore; è in atteggiamento di ascolto, attenta a cogliere i segni di Dio nel cammino del suo popolo; è inserita in una storia di fede e di speranza nelle promesse di Dio, che costituisce il tessuto della sua esistenza. E si sottomette liberamente alla parola ricevuta, alla volontà divina nell’obbedienza della fede.

L’Evangelista Luca narra la vicenda di Maria attraverso un fine parallelismo con la vicenda di Abramo. Come il grande Patriarca è il padre dei credenti, che ha risposto alla chiamata di Dio ad uscire dalla terra in cui viveva, dalle sue sicurezze, per iniziare il cammino verso una terra sconosciuta e posseduta solo nella promessa divina, così Maria si affida con piena fiducia alla parola che le annuncia il messaggero di Dio e diventa modello e madre di tutti i credenti.

24150AEVorrei sottolineare un altro aspetto importante: l’apertura dell’anima a Dio e alla sua azione nella fede include anche l’elemento dell’oscurità. La relazione dell’essere umano con Dio non cancella la distanza tra Creatore e creatura, non elimina quanto afferma l’apostolo Paolo davanti alle profondità della sapienza di Dio: «Quanto insondabili sono i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!» (Rm 11,33). Ma proprio colui che – come Maria – è aperto in modo totale a Dio, giunge ad accettare il volere divino, anche se è misterioso, anche se spesso non corrisponde al proprio volere ed è una spada che trafigge l’anima, come profeticamente dirà il vecchio Simeone a Maria, al momento in cui Gesù viene presentato al Tempio (cfr Lc 2,35). Il cammino di fede di Abramo comprende il momento di gioia per il dono del figlio Isacco, ma anche il momento dell’oscurità, quando deve salire sul monte Moria per compiere un gesto paradossale: Dio gli chiede di sacrificare il figlio che gli ha appena donato. Sul monte l’angelo gli ordina: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito» (Gen 22,12); la piena fiducia di Abramo nel Dio fedele alle promesse non viene meno anche quando la sua parola è misteriosa ed è difficile, quasi impossibile, da accogliere. Così è per Maria, la sua fede vive la gioia dell’Annunciazione, ma passa anche attraverso il buio della crocifissione del Figlio, per poter giungere fino alla luce della Risurrezione.

Non è diverso anche per il cammino di fede di ognuno di noi: incontriamo momenti di luce, ma incontriamo anche passaggi in cui Dio sembra assente, il suo silenzio pesa nel nostro cuore e la sua volontà non corrisponde alla nostra, a quello che noi vorremmo. Ma quanto più ci apriamo a Dio, accogliamo il dono della fede, poniamo totalmente in Lui la nostra fiducia – come Abramo e come Maria – tanto più Egli ci rende capaci, con la sua presenza, di vivere ogni situazione della vita nella pace e nella certezza della sua fedeltà e del suo amore. Questo però significa uscire da sé stessi e dai propri progetti, perché la Parola di Dio sia la lampada che guida i nostri pensieri e le nostre azioni.

Vorrei soffermarmi ancora su un aspetto che emerge nei racconti sull’Infanzia di Gesù narrati da san Luca. Maria e Giuseppe portano il figlio a Gerusalemme, al Tempio, per presentarlo e consacrarlo al Signore come prescrive la legge di Mosé: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» (cfr Lc 2,22-24). Questo gesto della Santa Famiglia acquista un senso ancora più profondo se lo leggiamo alla luce della scienza evangelica di Gesù dodicenne che, dopo tre giorni di ricerca, viene ritrovato nel Tempio a discutere tra i maestri. Alle parole piene di preoccupazione di Maria e Giuseppe: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo», corrisponde la misteriosa risposta di Gesù: «Perché mi cercavate? Non sapevate che devo essere nelle cose del Padre mio?» (Lc 2,48-49). Cioè nella proprietà del Padre, nella casa del Padre, come lo è un figlio. Maria deve rinnovare la fede profonda con cui ha detto «sì» nell’Annunciazione; deve accettare che la precedenza l’abbia il Padre vero e proprio di Gesù; deve saper lasciare libero quel Figlio che ha generato perché segua la sua missione. E il «sì» di Maria alla volontà di Dio, nell’obbedienza della fede, si ripete lungo tutta la sua vita, fino al momento più difficile, quello della Croce.

Davanti a tutto ciò, possiamo chiederci: come ha potuto vivere Maria questo cammino accanto al Figlio con una fede così salda, anche nelle oscurità, senza perdere la piena fiducia nell’azione di Dio? C’è un atteggiamento di fondo che Maria assume di fronte a ciò che avviene nella sua vita. Nell’Annunciazione Ella rimane turbata ascoltando le parole dell’angelo – è il timore che l’uomo prova quando viene toccato dalla vicinanza di Dio –, ma non è l’atteggiamento di chi ha paura davanti a ciò che Dio può chiedere. Maria riflette, si interroga sul significato di tale saluto (cfr Lc 1,29). Il termine greco usato nel Vangelo per definire questo “riflettere”, “dielogizeto”, richiama la radice della parola “dialogo”. Questo significa che Maria entra in intimo dialogo con la Parola di Dio che le è stata annunciata, non la considera superficialmente, ma si sofferma, la lascia penetrare nella sua mente e nel suo cuore per comprendere ciò che il Signore vuole da lei, il senso dell’annuncio. Un altro cenno all’atteggiamento interiore di Maria di fronte all’azione di Dio lo troviamo, sempre nel Vangelo di san Luca, al momento della nascita di Gesù, dopo l’adorazione dei pastori. Si afferma che Maria «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19); in greco il termine è symballon, potremmo dire che Ella “teneva insieme”, “poneva insieme” nel suo cuore tutti gli avvenimenti che le stavano accadendo; collocava ogni singolo elemento, ogni parola, ogni fatto all’interno del tutto e lo confrontava, lo conservava, riconoscendo che tutto proviene dalla volontà di Dio. Maria non si ferma ad una prima comprensione superficiale di ciò che avviene nella sua vita, ma sa guardare in profondità, si lascia interpellare dagli eventi, li elabora, li discerne, e acquisita quella comprensione che solo la fede può garantire. E’ l’umiltà profonda della fede obbediente di Maria, che accoglie in sé anche ciò che non comprende dell’agire di Dio, lasciando che sia Dio ad aprirle la mente e il cuore. «Beata colei che ha creduto nell’adempimento della parola del Signore» (Lc 1,45), esclama la parente Elisabetta. E’ proprio per la sua fede che tutte le generazioni la chiameranno beata.

Cari amici, la solennità del Natale del Signore che tra poco celebreremo, ci invita a vivere questa stessa umiltà e obbedienza di fede. La gloria di Dio non si manifesta nel trionfo e nel potere di un re, non risplende in una città famosa, in un sontuoso palazzo, ma prende dimora nel grembo di una vergine, si rivela nella povertà di un bambino. L’onnipotenza di Dio, anche nella nostra vita, agisce con la forza, spesso silenziosa, della verità e dell’amore. La fede ci dice, allora, che l’indifesa potenza di quel Bambino alla fine vince il rumore delle potenze del mondo.

Benedictus qui venit in nomine Domini

Il 1° Giugno 2013 a Biancavilla, l’apertura della Visita Pastorale dell’Arcivescovo.
A Gennaio, consegna dei questionari pastorali.

Redazione SME

Si aprirà ufficialmente il primo Giugno prossimo, solennità del Corpusapertura%20anno%20giudiziario%20-%2026%20gennaio%202008%20013 Domini (vigilia), la Visita Pastorale dell’Arcivescovo S. E. Mons. Salvatore Gristina al XIII Vicariato diocesano. Già a metà del Gennaio 2013, lo stesso Pastore della Chiesa catanese sarà a Biancavilla per incontrare nel contesto di una celebrazione liturgica i Consigli pastorali e per gli affari economici delle otto Parrocchie delle due comunità ecclesiali di Biancavilla e S. Maria di Licodia e consegnare loro i questionari pastorali che saranno strumenti di lavoro in vista dell’azione pastorale del Vescovo.
La Visita Pastorale è «un segno della presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace» (Pastores gregis, 46).
La Visita Pastorale è «una delle forme, collaudate dall’esperienza dei secoli, con cui il Vescovo mantiene contatti personali con il clero e con gli altri membri del Popolo di Dio. E’ occasione per ravvivare le energie degli operai della Vigna del Signore, spronarli, incoraggiarli e consolarli; è anche l’occasione per richiamare tutti i fedeli al rinnovamento della propria vita cristiana e ad un’azione apostolica più intensa» (Apostolorum successores, 221).
154179_1599405516478_1576257283_31363339_5344207_nLa Visita Pastorale costituisce inoltre, a norma del Codice di Diritto canonico, uno dei doveri più espressivi del Vescovo che ha l’obbligo di visitare tutta la diocesi almeno ogni cinque anni con la debita diligenza (cfr. CJC, c. 396 §1, c. 398), spinto dallo stesso entusiasmo evangelico degli Apostoli e dall’esempio dei Pastori della Chiesa di tutti i tempi e di tutti i luoghi. A seguire l’apertura della Visita, l’attività pastorale del Vescovo toccherà la Comunità di S. Maria di Licodia, mentre a Settembre-Ottobre, l’Arcivescovo visiterà la realtà biancavillese nelle sue molteplici espressioni ecclesiali.

“Con Maria in cammino nella Fede”: inaugurato il nuovo Anno Associativo SME

Confermato il Consiglio Direttivo, presentato il nuovo Calendario delle attività per il 2012-2013, inaugurata la mostra fotografica e documentaria.

Redazione SME

pDTSl2hOzuB50SeBhdFKdmeUILwaX3Lv8yaVzgpDdYU%2CZ5zWWscWY28UbLV35HcSYBFey4ScYBItd0tzWM2b2n0Con l’Assemblea generale dei Soci, ieri sera in Basilica Santuario, è stato inaugurato il nuovo anno associativo 2012-2013. Tanti i Soci intervenuti che hanno lodato il Signore per il dono della comunione e della reciproca fraternità. Il Presidente Giuseppe Santangelo che ha aperto i lavori salutando l’assemblea, ha fatto una breve panoramica dell’anno appena trascorso vissuto nel contesto del decimo anniversarioimg315 di fondazione dell’associazione e fra tutti i momenti vissuti, ha richiamato l’incontro a Castel Gandolfo con S. S. Papa Benedetto XVI e il rinnovo della professione di fede presso il Soglio Petrino. L’Assistente spirituale, don Pino Salerno, ha poi commentato il documento papale “Porta Fidei” con il quale è stato indetto l’Anno della fede; a seguire, il Presidente ha introdotto il secondo punto all’ordine del giorno che verteva sul rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2013-2015. Dal dibattito in assemblea è emersa la volontà piena ed unanime di confermare il Consiglio direttivo in carica nelle persone di Giuseppe Santangelo, presidente; Carmelo Milazzo, vice presidente; Giuseppina Ingrassia, segretaria; Giuseppe Benina, tesoriere. Assemblea e Prevosto-Assistente hanno quindi ringraziato il Consiglio per il lavoro svolto in questijFkzDER97De8mLe0lQAB6BD-CPKJUEn2IVm-4pqrOBw%2CuBf7YZOlOwQreJGWZT8iqw0xejR8jCh_QaiRZTUOt08%2CVTuFJLJWMF_J6v9FwJ6QVx6yk7Vm9k3DLKuq3AS1V3w tre anni e augurato altri anni di proficua attività per il bene dei Soci e della Chiesa. L’attività di apostolato dell’anno sociale che si apre – ha ripreso la parola il presidente – è stata pensata in piena adesione al Motu Proprio “Porta Fidei” e progettata tenendo conto delle “Indicazioni Pastorali” per l’anno della fede della Congregazione per la dottrina della fede richiamando fra tutti i punti IV, 9: “Le Associazioni e i Movimenti ecclesiali sono invitati a farsi promotori di CN3zz0lNvyY3mjsqwZpEe29UyjBg94Rribld3qFs6ug%2C7bea4V9Vi0d38ulC6VL81obUSlc3HPwpccIIi4yM7GQspecifiche iniziative che, mediante il contributo del proprio carisma e in collaborazione con i Pastori locali, si inseriscano nel grande evento dell’Anno della fede… (essi) sapranno trovare i modi più adeguati per offrire la loro testimonianza di fede al servizio della Chiesa”; e il punto I, 3: “Nel corso di quest’Anno sarà utile invitare i fedeli a rivolgersi con particolare devozione a Maria, figura della Chiesa, che «in sé compendia e irraggia le principali verità della fede». È dunque da incoraggiare ogni iniziativa che aiuti i fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente ed a FEZnomR_bDPcFrSKXX-8kohvATW70N1rg6NlfCXMQG8%2CcHjXbXCuxZwvAA-HPx9uhcRwOClQHvchxm3H6sPetRsseguirne la fede e le virtù…”. Al termine di ciò, la segretaria ha illustrato il Programma associativo scandito mese per mese, comunicando che il prossimo mese di maggio l’Associazione, come tutte le realtà ecclesiali del XIII Vicariato diocesano, saranno interessate dalla Visita Pastorale dell’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina, “Socio onorario SME”. Tante le iniziative, oltre a quelle tradizionali, diverse a carattere formativo, spirituale, caritativo e culturale. Il tesoriere, ha poi spiegato lo stato economico dell’associazione evidenziando come con “poco” si può realizzare molto e che comunque l’associazione è discretamente in attivo.

QNFrOYtpL6i11t7k5ahCaZZijeS95AEUc6-6koBCnzg%2C1ebuyOw6Lxo9cQHMFkT4Xqz9VTlPvZaTtPgBP5VeCe8%2CXM6jLua0RX8UAgPGvMXTzdrkElUcj1qXqE7NgZpPpE4Prima della conclusione sono stati ricordati gli appuntamenti prossimi legati al Natale: l’Albero della Carità, la Tavola-rotonda su fede e ragione dal titolo “Misterio terno dell’esser nostro” al Circolo Castriota  giovedì 27 dicembre p.v., la Giornata di fraternità a Nicosia e Gangi sabato 29 dicembre e la solenne Celebrazione di Maria Madre di Dio del 1° gennaio con l’Atto di Affidamento alla Madonna per il nuovo anno civile…

img316In occasione dell’Anno della Fede l’Associazione distribuirà nel tempo di Natale un opuscolo dal titolo: “Cristo per mezzo della fede abiti nei vostri cuori”. L’opuscolo, realizzato dalla Redazione dell’Associazione, sarà distribuito gratuitamente a tutti come segno di augurio natalizio al posto della consueta immaginetta-ricordo.

Al termine dell’Assemblea, presso la Cappella di S. Placido, è stataxOI4KPakxZxbYHRF1EKpafWF0d8uCAhWaihtJlx08Fk%2C1GYPitGxOPz6nMGQdo9vTxsLX_Jhd-nkpSOBeScedm0 inaugurata la mostra fotografica e documentaria sui primi dieci anni dell’Associazione intitolata: “Con Maria in cammino nella Fede”. Tante le foto che raccontano i momenti più belli e significativi di fede vissuti nel nome del Signore e sotto lo sguardo amorevole della Vergine SS. dell’Elemosina, amata patrona e protettrice di Biancavilla.

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