“Festa dell’Infanzia” a Villa delle Favare e in Santuario scambio degli auguri per il nuovo anno.
Domani pomeriggio a Villa delle Favare, coinvolta anche l’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” in occasione della festa dell’infanzia; in serata, in Basilica Santuario, scambio di auguri tra i Soci.
Redazione SME
Si svolgerà domani, sabato, 5 gennaio, a partire dalle ore 15,30, a Villa delle Favare la “Festa dell’Infanzia”, l’iniziativa promossa dall’Associazione culturale Symmachia, dalle realtà giovanili di Biancavilla, dalla Caritas, dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” e dai gruppi parrocchiali, in collaborazione con il Comune.
I bambini verranno coinvolti in giochi, attività e riflessioni dai giovani del Cgs – Life, della parrocchia Sacro Cuore, del gruppo “Gioventù in Missione”, dell’Associazione “Mondo Nuovo”. Ci sarà spazio anche per un breve momento spirituale curato da don Ambrogio Monforte. La Caritas e l’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” prepareranno dolci tipici del periodo natalizio.
“Vogliamo creare un momento di allegria e di socializzazione per i bambini – spiega Vincenzo Ventura, promotore dell’iniziativa – dalla condivisione si riscopre il senso autentico del Natale. Le nostre realtà giovanili vogliono fare rete per realizzare attività sociali a costo zero a beneficio della collettività”.
In serata, invece, i Soci si ritroveranno in Santuario per la Messa vespertina del primo sabato di mese, e, di seguito, per il consueto scambio degli auguri all’inizio del nuovo anno civile.
Auguri… con uno sguardo positivo sulla realtà!
Pubblichiamo di seguito l’omelia di un nostro caro amico sacerdote per l’inizio del nuovo Anno Civile. In poche parole, a tratti anche poetiche, Don Giacomo ci invita a sperare, a riaccendere in noi il desiderio di progredire e di crescere in umanità.
di Don Giacomo Pezzuto
Te Deum Laudamus … ti lodiamo Signore, perché questo è il momento delle lodi. E’ il momento dei ringraziamenti … ma cosa ci sarà da ringraziare? I media ci educano ad immagini catastrofiche, sciagure, guerre, tanto sospetto e tanta diffidenza.
Ma come si fa a guardare al futuro della vita se tutti ci dicono, che dalla vita non abbiamo più nulla da aspettarci?
Una vita fatta di rassegnazione, noia e cinismo!
Come bloccati da ganasce che ci stritolano e ci asfissiano, finiamo per considerare normale non attendere nulla, non sperare niente, non alzare lo sguardo… per serrare il passo e guadagnare la vetta tanto anelata.
Come compressi in un cappio che stringe la presa ad ogni tentativo di libertà, finiamo per irridere e sospettare di ogni voce ottimista.
Ma a noi… tagliole e cappi non fanno paura, perché sappiamo che la struttura originaria del nostro “essere” è il desiderio, è l’attesa … la nostra disposizione è il cambiamento… siamo fatti per migliorare, siamo fatti per le cose grandi, siamo creati per l’infinito!
E questa verità nessuno può strapparcela di dosso!
In questi giorni la Chiesa non smette di accompagnarci ad uno sguardo positivo sul reale, sulla nostra vita e sulla vera identità dell’uomo.
Perché l’annuncio di letizia e di speranza che continua a risuonare nel Natale parla ad ognuno di noi, si rivolge al nostro “io” e desidera ridestare tutta la nostra umanità, sfidando ogni scetticismo ed ogni sfiducia.
Tutte le circostanze: favorevoli o sfavorevoli; tutti i rapporti: difficoltosi o lieti, hanno la capacità di riaccendere la grandezza che c’è in ogni uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio, nel quale alberga quella scintilla di divino, che si risveglia ogni qualvolta apriamo il cuore a Cristo.
Quella scintilla di divino, che si risveglia ogni qualvolta apriamo il cuore a quell’Infinito che, desiderato da ogni uomo, si è fatto “finito” perché ogni uomo potesse farne esperienza.
Ecco perché ancora celebriamo il Natale: perché si rinnovi in ognuno di noi quell’abbraccio che compie ogni nostra attesa e che, ultimativamente, tutti desideriamo e riveliamo in ogni progetto ed in ogni opera della nostra quotidianità.
Ecco perché nella ultima celebrazione dell’anno tutti i cristiani recitano il “Te Deum”: per ringraziare di ogni istante vissuto, nel quale: lieto o triste, quella presenza di Cristo si è resa viva.
Viva come duemila anni fa, ancora oggi, nel nostro tempo e nel nostro spazio.
Ecco perché nella celebrazione del primo giorno dell’anno recitiamo la preghiera del “Veni Creator Spiritus”: Vieni Spirito Creatore … perché riconosciamo che solo la Grazia che ci ha creato è all’altezza di sostenere tutta la sfida di un futuro… forse, umanamente incerto, ma in grado di far vibrare ogni battito del nostro cuore.
Per questo motivo, oggi a maggior ragione, le più belle parole per augurarvi buon anno sono proprio quelle che terminiamo ogni omelia:
Sia lodato Gesù Cristo!
“Dio mandò il suo Figlio, nato da Donna”
Ieri sera, al temine della Messa vespertina in Basilica Santuario, in occasione della solennità di Maria SS. Madre di Dio, i fedeli si sono portati presso l’Altare della Madonna dell’Elemosina per affidare l’anno nuovo 2013 al Signore presentato e indicato da Maria, Madre Sua e dell’Umanità redenta in Cristo. La S. Messa presieduta dal Prev. Agrippino Salerno è stata animata dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” che tra gli altri canti ha eseguito il “Veni Creator Spiritus”, perché (secondo una consuetudine molto diffusa), all’inizio della celebrazione del primo giorno dell’anno, lo Spirito del Signore diriga i pensieri e le azioni dei singoli fedeli durante il corso dell’anno. Kyrie e Gloria sono stati tratti rispettivamente dalla Missa VIII “De Angelis” e di Lourdes. Alla professione di fede è stato intonato il Simbolo Apostolico musicato dal M° Mons. Marco Frisina “Credo Credo, Signore”, mentre alla presentazione dei doni, “Verbum caro factum est” di Anonimo del sec. XII. Ad accompagnare all’organo, Vincenzo Benina. Conclusa l’orazione post- Communio, come detto, il celebrante con i ministranti si sono recati in processione presso l’altare della Madonna dell’Elemosina e incensa l’Icona della Madre di Dio, Schola e Assemblea hanno cantato a cappella l’Antifona gregoriana: “Alma Redemptoris Mater”.
Redazione SME
Pubblichiamo il testo dell’Atto di affidamento alla Vergine SS.ma Madre di Dio recitato dall’assemblea al termine della celebrazione liturgica:
O Madre, ecco i tuoi figli!
Siamo qui, davanti a Te,
per affidare alla tua premura materna
noi stessi, la Chiesa, il mondo intero.
Vogliamo oggi affidarti il futuro che ci attende,
chiedendoti d’accompagnarci nel nostro cammino.
Implora per noi il Figlio tuo diletto,
perché ci doni in abbondanza lo Spirito Santo,
lo Spirito di verità che è sorgente di vita.
Ti affidiamo tutti gli uomini, a cominciare dai più deboli:
i bimbi non ancora venuti alla luce
e quelli nati in condizioni di povertà e di sofferenza,
i giovani alla ricerca di senso,
le persone prive di lavoro
e quelle provate dalla fame e dalla malattia.
Ti affidiamo le famiglie in difficoltà,
gli anziani e quanti sono soli e senza speranza.
O Madre, che conosci le sofferenze
e le speranze della Chiesa e del mondo,
assisti i tuoi figli nelle quotidiane prove
che la vita riserva a ciascuno
e fa’ che, grazie all’impegno di tutti,
le tenebre non prevalgano sulla luce.
A Te, aurora della salvezza, consegniamo
il nostro cammino nel nuovo anno che inizia,
perché sotto la Tua guida
tutti gli uomini scoprano Cristo,
luce del mondo ed unico Salvatore,
che regna col Padre e lo Spirito Santo
nei secoli dei secoli. Amen.
(Preghiera del Beato Giovanni Paolo II, Papa)