A faccia a faccia con Cristo

Il 2 novembre la Chiesa celebra la commemorazione dei fedeli defunti. Tra le liturgie di questo giorno, a Biancavilla vengono celebrate SS. Messe nelle Cappelle cimiteriali delle Confraternite; mentre il 3 novembre alle ore 11.30, S. E. l’Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina si recherà al civico Cimitero in occasione della Visita Pastorale. L’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” prega il Signore per le anime dei Sodàli chiamati alla Casa dell’Eterno Padre.

Redazione SME

Il pensiero della Chiesa
La morte del cristiano non è un momento al termine del suo cammino terreno, un punto avulso dal resto detta vita. La vita terrena è preparazione a quella celeste, stiamo in essa come bambini nel seno materno: la nostra vita terrena è un periodo di formazione, di lotte, di prime scelte. Con la morte l’uomo si trova di fronte a tutto ciò che costituisce l’oggetto delle sue aspirazioni più profonde: si troverà di fronte a Cristo e sarà la scelta definitiva, costruita con tutte le scelte parziali di questa vita.
Cristo ci attende con le braccia aperte: l’uomo che sceglie di porsi contro Cristo, sarà tormentato in eterno dal ricordo di quello stesso amore che ha rifiutato. L’uomo che si decide per Cristo troverà in quell’amore la gioia piena e definitiva.

1102-w2Possiamo fare qualcosa per i defunti?
Essi non sono lontani da noi: appartengono tutti alla comunità degli uomini e alla Chiesa, sia quelli che sono morti nell’abbraccio di Dio, come pure tutti coloro dei quali solo il Signore ha conosciuto la fede.
La preghiera per i defunti è una tradizione della Chiesa. In ogni persona infatti, anche se morta in Stato di grazia, può sussistere tanta imperfezione, tanto da purificare dell’antico egoismo! Tutto questo avviene nella morte. Morire significa morire al male. E’ il battesimo di morte con Cristo, nel quale trova compimento il battesimo d’acqua. Questa morte vista dall’altro lato — così crede la Chiesa — può essere una purificazione, il definitivo e totale ritorno alla luce di Dio.
Quanto tempo durerà? Non siamo in grado di determinare né tempo né luogo né come. Ma, partendo dal nostro punto di vista umano, c’è un tempo durante il quale noi consideriamo qualcuno come «trapassato» e lo aiutiamo con la nostra preghiera.

L’Associazione mariana ricorda con affetto i fedeli Soci defunti che vivono ora la beatitudine eterna al cospetto di Dio. Per ognuno di loro eleva preghiere di suffragio al Signore dei Viventi:

“La lacrima alla tomba, evapora; il fiore, appassisce; la preghiera, rimane!”

+ Rosina Leone,
+ Rosaria Mazzaglia,
+ Salvatore Bruno,
+ Giuseppina Minissale, socio onorario,
+ Alfio Cantarella,
+ Lucia Gentile,
+ Salvatore Greco,
+ Antonino Tropea,
+ Angelo Furnari,
+ Vincenzo Vitanza, primo presidente.

Rèquiem aetèrnam,
dona eis, Domine,
et lux perpètua lùceat eis.
Requiéscant in pace.
Amen.

La Santità è una “vita bella”…!

Chi sono i Santi? Che cos’è la Santità? Perchè i cristiani ne parlano tanto? A queste domande cerchiamo di rispondere mentre con la Chiesa universale festeggiamo una moltitudine immensa di uomini e donne che solo Dio conosce. Eppure, a pensarci bene, anche noi abbiamo avuto a che fare con la santità vissuta…

Redazione SME

Nel giorno in cui gli antichi popoli Celti celebravano riti magici per ingraziarsi il popolo delle tenebre, noi cristiani abbiamo la gioia di festeggiare il destino luminoso di tanti fratelli e sorelle, e propriamente di quelli sconosciuti agli altri giorni di calendario, ma di cui ciascuno conserva nel cuore il ricordo perché hanno lasciato un solco nella nostra vita. Un parente, un amico, una catechista, un’insegnante, un sacerdote, una suora, un vicino di casa… Persone che non sono più fisicamente presenti, ma che hanno segnato la nostra vita, e soprattutto la nostra fede, mostrandoci la bellezza di una vita vissuta nell’amicizia col Signore. Uomini e donne che nell’ordinarietà della loro vita hanno riflettuto la luce, ci hanno fatto vedere com’è possibile stare al mondo, dare significato alla vita.

Sono questi i Santi che celebriamo in questi giorni: la santità sconosciuta ai molti, nota ai pochi!

Ognuno di noi – a pensarci bene – può dire di aver conosciuto un “Santo” o una “Santa”. Il ricordo di queste persone, comunisime, ci scalda il cuore, ci riempie di tenerezza e di gioia, mentre con gratitudine pensiamo alla loro vita, al loro passaggio nella nostra vita, che ha acceso in noi una fiammella che, con varie fatiche, cerchiamo di tenere accesa.

Questo l’invito che rivolgiamo a tutti i nostri lettori in questi giorni di festa: ripensiamo a quelle persone il cui ricordo vive nel nostro cuore, che hanno segnato in bene la nostra esistenza, che ci hanno dimostrato che seguire Gesù è bello, desiderabile e gratificante.

E teniamo viva la loro eredità.

Che cos’è, in fondo, questa santità di cui tanto parlano i cristiani? E’ una “vita riuscita”, una “vita bella”, vissuta in pienezza di significato, gustata e assaporata fino in fondo. I santi non sono “extraterrestri”, persone dotate di “superpoteri”, come vorrebbe farci credere un certo immaginario, sono uomini e donne come noi. I Santi sono uomini felici, sono uomini che hanno trovato il loro vero centro, per questo sono stati e sono felici.
“La prima qualità che si segnala nella vita dei santi è una forma di grande e ilare felicità, di sereno e totale abbandono, di serena e totale fiducia nel disegno che la vita, scendendo dalle mani di Dio, compone sui sentieri e sulle strade dell’uomo” (C. M. Martini).
Ai “santi” non  sono state risparmiate fatiche e difficoltà, essi hanno semplicemente avuto la chiave giusta per comprenderle, affrontarle e superarle. La santità, pertanto, è l’unica forma possibile al mondo di vincere la tristezza. Non è forse questo ciò che desidera ogni uomo? Il concetto si esprime perfettamente con un’equivalenza: santità = gioia di vivere.

A questo punto ci chiediamo: di chi è il merito della santità?  Due sono gli ingredienti che vanno mescolati bene, nelle giuste dosi e proporzioni: la grazia (l’aiuto dall’alto), che sempre ci precede, unita ad una scelta consapevole e volontaria (la libertà) di seguire fino in fondo, anche quando i “conti non tornano”, con la fiducia di un bambino. Cito a tal proposito una riflessione di Don Julian Carron: Il bambino sa di non sapere tante cose, ma una cosa la sa: che ci sono il papà e la mamma che le sanno, allora che problema c’è? Se io sono certo di questa Presenza (del Signore, ndr) che invade la vita, posso affrontare qualsiasi circostanza, qualsiasi ferita, qualsiasi obiezione, qualsiasi contraccolpo, qualsiasi attacco, perché tutto questo mi spalanca ad aspettare la modalità con cui il Mistero si farà vivo per suggerirmi la risposta – per accompagnarmi a entrare perfino nel buio -, che avverrà secondo un disegno che non è il mio”.

santi2012-600x250Cosa c’è di più bello che vivere nella fiducia di un bambino? Si tratta, per tornare all’immagine precedente, di custodire e alimentare quella fiammella accesa nella nostra vita da una Santità che ci ha contagiato, anche solo di striscio.  

(a.s.)

 

…ci sembra molto interessante proporre un breve passaggio delle riflessioni di Mons. Massimo Camisasca, Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla,  circa l’atteggiamento con cui possiamo adeguatamente disporci a vivere i prossimi appuntamenti. 

“Ci avviciniamo a due giorni importanti per i cristiani, ma più in generale per tutto il nostro popolo: la festa di Tutti i Santi e la Commemorazione dei Defunti, 1 e 2 novembre. Sono due giorni a cui la nostra gente guarda da tutto l’anno. Nei santi, sia quelli che vivono in cielo, sia quelli che vivono sulla terra, vediamo persone vere, realizzate, perché interamente dedicate a Dio e al bene dei loro fratelli. Nei nostri defunti, per cui preghiamo e a cui ci lega una profondo vincolo di gratitudine e di affetto, riconosciamo coloro che ci hanno preceduto e che ci attendono.

La Festa dei Santi è una festa di gioia e di luce. Quella dei morti è una giornata di mestizia serena, consapevole che non tutto finisce, ma che c’è una vita oltre la vita. Le nostre comunità sono chiamate a celebrare questi giorni con particolare attenzione e profondità. In modo speciale la Festa dei Santi non può essere in nessun modo sostituita da Halloween. in quelle celebrazioni pagane si festeggiano “una zucca vuota illuminata al suo interno, fantasiosi fantasmi e folletti, immaginari mostri, streghe e vampiri”. Il diffondersi di Halloween mostra che le nostre comunità hanno spesso perduto il senso della festa e anche l’occasione di far festa intorno agli eventi della vita di Gesù e dei santi. Occorre riscoprire la gioia della fede! Perché questo possa accadere è necessario che la fede torni ad essere un’esperienza viva, consapevole, capace di dare forma alla vita”.

 

Seminaristi di Sicilia in pellegrinaggio a Biancavilla… Dal “Sì” di Maria il modello per ogni vocazione

Sabato 26 ottobre scorso si è svolto il pellegrinaggio alla Madonna dell’Elemosina dei Seminaristi di Sicilia, in occasione del XXXV Convegno Regionale del “Dialogo dei Seminari”.

Redazione SME

1381299_555694904485020_1486297092_nOltre cento giovani, provenienti dalle varie parti della Sicilia, con lo sguardo fisso su Maria e sul Figlio suo Gesù hanno dato vita sabato 26 ottobre scorso ad uno storico pellegrinaggio: erano i Seminaristi delle 18 Diocesi di Sicilia, giunti a Biancavilla in occasione dell’annuale Convegno regionale del “Dialogo dei Seminari”.

Una tappa significativa della tre giorni, che quest’anno si è svolta nella Diocesi di Catania, ha avuto luogo a Biancavilla. Dopo la Conferenza spirituale su “Vivere la Fede” tenuta in mattinata a Villa delle Favare dal Prof. Mons. Francesco Ventorino, già docente di Ontologia 601098_555691724485338_1957958265_nEtica presso lo Studio Teologico “S. Paolo” di Catania, i Chierici hanno raggiunto la Basilica Santuario  dedicata alla Madonna dell’Elemosina.  Ad accoglierli c’era il Prevosto, don Pino Salerno, e il Presidente dell’Associazione Maria SS. dell’Elemosina, Giuseppe Santangelo, con una delegazione dell’Associazione stessa.  I Seminaristi hanno fatto una breve visita storico-culturale del Santuario, ammirando le bellezze architettoniche della Basilica e gli affreschi del Tamo della Cappella di S. Placido, soffermandosi in venerazione dinanzi l’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina che per la storica occasione, dietro loro amabile richiesta, è stata esposta solennemente all’altare maggiore per regalare a tutti “misericordia e tenerezza”. Al culmine della giornata è stata la Celebrazione Eucaristica in onore di “S. Maria modello e sostegno della fede”, presieduta da S. E. Mons. Salvatore Di Cristina, Arcivescovo emerito di Monreale e delegato Cesi per il “Dialogo dei 996947_555695954484915_1857767175_nSeminari” di Sicilia, e concelebrata dai Rettori e Direttori spirituali dei vari centri di formazione al Presbiterato.

A spiegare il senso della visita-pellegrinaggio al Santuario Mariano biancavillese è stato il Seminarista Francesco Abate, Segretario del “Dialogo dei Seminari”, che ha evidenziato la peculiarità dell’evento: “Nel giorno di sabato, che sin dai primi secoli è sempre stato dedicato al culto della Vergine Madre,  è occasione propizia per noi 994935_555694161151761_1086184490_nSeminaristi ritrovarci in questa bellissima Basilica mariana, affinchè Maria  ci conceda di essere forti nella fede e di camminare nell’amicizia e nell’intimità col Signore durante la nostra vita terrena”.

Il Servizio liturgico è stato prestato dai Seminaristi dell’Arcidiocesi di Catania, coordinati dal Cerimoniere Cristiano Calì e dai Seminaristi Gabriele Serafica e Giosuè Messina; il canto è stato curato dal Coro parrocchiale della Basilica biancavillese diretto da Filadelfio Grasso e sostenuto dall’intera assemblea liturgica. All’organo, il giovane Vincenzo Benina, studente al Conservatorio musicale catanese. Le parti dell’Ordinario sono state tratte dalla “Missa VIII De Angelis”. Emozionante è stato ascoltare l’unisono delle voci maschili che hanno riempito l’intera Basilica.

Nella sua Omelia, l’Arcivescovo Celebrante ha sottolineato come colui che si dà a Dio per il servizio del Regno “è1381329_555692937818550_958194668_n sempre in stato permanente di ricerca e di continua obbedienza ai disegni del Padre. Maria, – ha detto Mons. Di Cristina – è colei che col suo “Sì” ci incoraggia quotidianamente a trovare in Cristo le virtù teologali della Fede, della Speranza e della Carità”.

Del “Sì” di Maria, infatti, si nutre ogni vocazione cristiana, e particolarmente quella di chi è chiamato a far nascere il Signore Gesù nel sublime miracolo dell’Altare, e a rigenerare i fratelli nella vita sacrametale, dispensando la Misericordia del Padre.

Alla fine della liturgia, all’Arcivescovo e ai vari rappresentanti dei Seminari delle diocesi isolane, è stato fatto dono di una riproduzione dell’Icona della Madonna dell’Elemosina.

E’ stata una grande gioia per la nostra comunità poter ospitare e accogliere tanti giovani, tutti accomunati dall’essere stati afferrati da Cristo, scelti da Lui per diventare suoi ministri. Con gioia affidiamo alla nostra Madre di Misericordia il proseguimento del loro cammino verso il sacerdozio, perché con l’offerta generosa della loro vita siano luce, sale e lievito per il popolo di Sicilia.1002454_555692274485283_440458429_n

Altre foto:
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Ulteriori commenti e testimonianze dei Seminaristi saranno in seguito postati.

Si ringrazia:
per le immagini: Giovanni Stissi; per il Servizio giornalistico: Emittente Televisiva TVA Davide D’Amico; per l’articolo su “Avvenire”: Marco Pappalardo.

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