Antonino La Delfa è entrato nella vita di Dio

“Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà”.
(Sap. 3,1)

Antonino La Delfa

Ieri 29 gennaio
è tornato alla Casa del Padre
il Sig. ANTONINO LA DELFA (di anni 79)
 Membro dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” sin dall’agosto 2003.

Il Presidente, il Consiglio Direttivo, i Fedeli associati
ricordano con affetto la sua bontà e cordialità,
unite ad una genuina devozione alla Madonna dell’Elemosina,
ed elevano al Signore dei Viventi preghiere di suffragio per la sua anima.

Il nostro fratello – siamo certi nella speranza – contempla il volto di Dio, accolto dalla Vergine Santissima che in terra ha venerato fedelmente e pubblicamente onorato come Madre Misericordiosa. La luce della fede che ha illuminato i suoi passi su questa terra, lo guidi e lo accompagni nella Gloria del cielo, ricevendo il premio preparato per i giusti.

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La S. Messa e il Rito esequiale avranno luogo in Basilica Santuario,
venerdì 31 gennaio p.v. alle ore 16,00.

L’Associazione Mariana lo ricorderà nella preghiera
il 1° marzo p.v., primo sabato di mese, nella S. Messa vespertina
del trigesimo della morte.

Requiem aeternam dona ei Domine,
et Lux perpetua luceat ei.
Requiescat in pace.

La Madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”

A Maria Santissima, prima discepola del Signore, modello e immagine della bellezza e della santità della Chiesa, “Stella della Nuova Evangelizzazione”, vogliamo affidare il tempo che la Misericordia di Dio ci dona. Per sua intercessione la Grazia, costantemente ricevuta dalle mani di Dio, attraverso la Chiesa, continui a generare nel mondo il miracolo della presenza, santa e vivificante, di Gesù Salvatore.

di Mario Piatti, I.C.M.S.

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Lungo il mare di Galilea, Gesù, passando, incontrò i suoi primi discepoli, intenti al loro faticoso lavoro quotidiano, e li chiamò a sé. Li invitò a seguirlo, lasciando le proprie occupazioni e il proprio mondo, per dedicarsi a una pesca completamente diversa, universale. Era l’inizio del cammino della Chiesa. Radicata nel “Popolo eletto”, la comunità dei credenti in Cristo si sarebbe poi estesa e diffusa gradualmente su tutta la terra, oltre i confini geografici e culturali di Israele.
Oggi, di fronte al massiccio dilagare della indifferenza e del cinismo, si ha come l’impressione che tutta l’opera della Redenzione, pazientemente messa in atto da Dio, con infinita sapienza, a beneficio nostro, sia stata ormai vanificata e non produca più i suoi frutti di Grazia. Il mondo sembra ripiombato nell’oscurità del paganesimo, quasi fosse “retrocesso” a una condizione pre-cristiana, dimenticando e cancellando lo straordinario patrimonio di fede e di umanità che costituisce l’assoluta originalità della Chiesa. Il Vangelo, la vita e il carisma dei Santi, la devozione semplice e profonda della nostra buona gente non trovano più collocazione nelle moderne “liturgie” dello spettacolo, dello sport, della cultura: nei mille surrogati che cercano, ogni giorno, di sostituire la vera Fede con le favole, con le illusioni e le chiacchiere del mondo.
In realtà, Dio ancora passa, interpella, chiama anche noi, oggi. Siamo noi, in questo scorcio d’inizio millennio, Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni: siamo noi i “famigliari” del Signore. Non si è spenta la forza irresistibile di quella voce, che ha il potere di attrarre a sé i cuori, che suscita ancora, dopo tanti secoli, il desiderio di seguire il Maestro. Gesù bussa, alle porte dell’anima: conforta, sostiene, perdona, risana. Non esclude nessuno. A ciascuno rivolge l’appello di allora: “Vieni e seguimi. Ti renderò apostolo del Vangelo”. Sarai tu -Egli ci dice- con la forza e con la Grazia del mio Spirito a proseguire nel tempo la missione che il Padre mi ha affidato. Tu sarai lievito di Vangelo nella tua famiglia, negli ambienti sociali che frequenti; sarai il segno vivente, visibile e credibile, del mio Amore, dovunque. Tu porterai nel mondo il seme della mia Parola, testimoniata nella vita, proclamata ogni giorno dalla tua fedeltà, dalla tua pazienza, in ufficio e sul lavoro, nelle relazioni con gli altri, nella costanza della tua preghiera.
cana01Dio passa, ci interpella, perché ci ama. Le “buone ispirazioni”, dettate dallo Spirito, attraversano le nostre giornate, apparentemente grigie e sempre uguali, e le arricchiscono di luce e di consolazione. Le innumerevoli povertà -materiali, psicologiche, spirituali- che scopriamo dietro il sipario della vita manifestano la presenza di Cristo Crocifisso, sofferente e bisognoso, e ci costringono alla generosità, alla attenzione, alla gratuità. Non possiamo restare “con le mani in mano”, inerti, dinanzi all’appello che incessante si eleva dal cuore di tanti nostri fratelli.
In 2000 anni, nonostante i ricorrenti limiti, le resistenze e le ripetute infedeltà – dovute alla nostra condizione di peccatori – la Grazia ha operato continui e innegabili prodigi e miracoli di carità, che attestano l’inesauribile fecondità del Vangelo. Dio passa, oggi, nel cuore delle nostre case, tra i drammi piccoli o grandi delle nostre famiglie, per confermare e sigillare, ancora una volta, nel suo sangue, il patto coniugale, contro ogni abuso, contro ogni degenerazione e contro ogni illecita parodia, che lo sminuisca e lo degradi. La battaglia per la difesa della Verità e del Bene inizia sempre dal cuore, da una conversione sincera, da un proposito fermo e santo che accogliamo, che custodiamo e che alimentiamo nel santuario interiore della coscienza.
In ogni epoca – e specialmente in questa – nelle prove più dolorose, nei reali o apparenti fallimenti che spesso ci devastano, la Vergine Maria è stata il luminoso segno di una ripresa insperata. Lei per prima, con il suo ineguagliabile candore, che disarma e vince le resistenze più ostinate, si è fidata e affidata sempre e in tutto a Dio. Nelle sue mani purissime consegniamo l’Anno Nuovo, che già si inoltra lungo l’erta del suo cammino e faticosamente -come sempre- implora luce, verità e pace.
Chi ama non è mai solo. Chi ama, accanto a sé troverà sempre questa Madre che, con infinita dolcezza e con la sapienza del suo Immacolato Cuore rinnova ogni giorno per noi l’invito che risuonò nel cuore di quei servi, a Cana di Galilea: “Fate quello che vi dirà”.

Unità dei Cristiani e nuovi martiri della fede

Il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell‘Unità dei Cristiani hanno promosso dal 18 al 25 gennaio la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Redazione SME

image_preview«Cristo non può essere diviso!» (1 Cor 1,13). A questa affermazione di S. Paolo si ispira la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. L’Apostolo delle genti si rivolgeva così all’esuberante comunità di Corinto per ricondurla alla sobrietà dell’essenziale. “Le diversità dei carismi, per quanto apprezzabili, non possono far dimenticare che la fonte della fede è unica: Cristo. In fondo, anche il cammino ecumenico odierno si trova nella stessa tensione: da un lato c’è il riconoscimento della singolarità di ogni confessione cristiana (cattolica, anglicana, ortodossa, protestante) e dall’altro c’è la convergenza di tutti i cristiani nell’unico Signore Gesù”. Con questa ragione si esprime il Consiglio Ecumenico delle Chiese e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell‘Unità dei Cristiani che per quest’anno (2014) hanno suggerito la riflessione paolina. Le parole di S. Paolo quindi sono importanti anche nella fase che il dialogo ecumenico sta attualmente attraversando: c’è un desiderio da parte delle Chiese cristiane di comunione vera, di genuino apprezzamento dell’altro. Una tale ricerca sincera di unità può diventare, tra l’altro, una testimonianza credibile di fronte al mondo intero, sempre più lacerato da forze disgregatrici.

Il Santo Padre Francesco nell’esortazione “Evangelii gaudium”, scrive: «Se ci784391_635253870143382504_papa-e-patriarca_2942858_550740_400x409 concentriamo sulle convinzioni che ci uniscono e ricordiamo il principio della gerarchia delle verità, potremo camminare speditamente verso forme comuni di annuncio, di servizio e di testimonianza. L’immensa moltitudine che non ha accolto l’annuncio di Gesù Cristo non può lasciarci indifferenti. Pertanto, l’impegno per un’unità che faciliti l’accoglienza di Gesù Cristo smette di essere mera diplomazia o un adempimento forzato, per trasformarsi in una via imprescindibile dell’evangelizzazione».

Intanto, mentre si prega nel mondo per l’unita dei Cristiani, in Siria e in molti altri Paesi d’Oriente, i Cristiani vengono offesi, perseguitati e… uccisi per la fede!

La testimonianza odierna dei Cristiani in Siria

“Questa è la nostra fede.
Questa è la fede della Chiesa.
E noi ci gloriamo di professarla,
in Cristo Gesù nostro Signore”.
(dalla Liturgia)

Riflessione di Don Antonio Ucciardo,
teologo

Straziante immagine di Cristiani-Cattolici trucidati in Siria per aver professato la loro fede nel Dio uno e trino.

Straziante immagine di Cristiani-Cattolici trucidati in Siria per aver professato la loro fede nel Dio uno e trino.

Una fede che non metta in conto anche la suprema testimonianza, non è la fede della Chiesa. E nessuno accetterebbe di morire per una propria visione di fede, confusa con la fede della Chiesa. Una volta dal fonte la Chiesa traeva figli per Dio. Oggi, in Italia e in questo Occidente secolarizzato, sono i figli che modellano la Madre. A propria immagine e somiglianza. La confusione che regna è soltanto la cartina di tornasole di questo assurdo ribaltamento. Chi trovasse fuori luogo o esagerate queste considerazioni, abbia la bontà di leggere (ma seriamente) il magistero di Paolo VI dal 1966 in avanti. E ci aggiunga pure Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, non trascurando qualche accenno di Francesco. Non chiaramente i Papi che noi vorremmo, ma i Papi così come hanno parlato. Se ancora si crede che attraverso Pietro sia lo stesso Cristo a guidare la Chiesa. Ma anche qui qualche dubbio è lecito, soprattutto davanti al pretestuoso accomodamento delle parole di Francesco. Accomodamento che non proviene soltanto dai circoli sportivi e dalle massaie che seguono la tv. Questo sarebbe il male minore, e non determinerebbe la vita della Chiesa.

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