La povertà di Cristo è la nostra ricchezza
La povertà di Cristo è la più grande ricchezza:
Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria.
È ricco come lo è un bambino che si sente amato e ama i suoi genitori e non dubita un istante del loro amore e della loro tenerezza.
La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio.
(dal Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2014)
CEI: “Domenica 9 marzo tutte le chiese italiane preghino per l’Ucraina”
L’appello del cardinale Bagnasco a tutti i capi di Stato affinché “si lascino guidare dal bene del popolo ucraino e non da interessi di altra natura”.
L’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” si unisce alla preghiera, impetrando dalla Vergine della Misericordia pace e concordia per il popolo martoriato.
Redazione SME
“Una preghiera per l’Europa, soprattutto per l’Ucraina, affinché il dialogo prevalga su ogni forma di violenza”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, ieri pomeriggio si è espresso. Il porporato – riferisce l’agenzia Sir – ha elevato la sua richiesta a Dio alla presenza del cappellano ucraino padre Vitaliy Tarasenko, a Genova, durante una veglia per il popolo ucraino.
“Preghiamo – ha detto Bagnasco – perché tutti quanti, in modo particolare la nostra Europa, possa, con una sola voce e un solo cuore favorire le vie del dialogo e scoraggiare tutte le altre vie che non sono vie della vita e dell’amore, che non sono vie del rispetto della dignità delle persone, delle famiglie e dei popoli”.
“Vogliamo pregare lo Spirito Santo – ha soggiunto – perché illumini e riscaldi i cuori degli uomini, in particolare di coloro che hanno maggiori responsabilità di decisione, di giudizio, in questo momento, sulla scena non solo del popolo ucraino ma dell’Europa e del mondo. E, in particolare, del nostro Occidente perché gli interessi non prevalgano sui diritti in nessun modo e per nessuna ragione”.
Il pensiero del “capo” dei Vescovi italiani, si è rivolto anche a tutti i popoli e le nazioni “che stanno vedendo con apprensione e con responsabilità quanto sta accadendo su un popolo vicino a noi” e “particolarmente caro”. L’auspicio è che essi “possano giudicare scevri da interessi di qualunque natura, unicamente preoccupati per il bene delle persone, di una nazione, di un popolo”.
Al termine della celebrazione, il card. Bagnasco ha indirizzato un forte appello “ai capi di Stato dei vari Stati membri dell’Europa”, perché “non facciano finta di non vedere, si lasciano guidare dal bene del popolo ucraino e dai diritti dei popoli e non da interessi di altra natura”. “Solo con un una voce unita e convinta – ha concluso – si può aiutare la via del dialogo e scongiurare le vie del conflitto, delle armi e della guerra”. A nome di tutti vescovi italiani, il presidente CEI ha poi rinnovato “l’appello e l’auspicio ai capi delle nazioni affinché diano sempre più spazio al dialogo, di non cedere alla tentazione delle armi, che non risolvono niente ma peggiorano tutto”.
Sempre dalla Conferenza Episcopale italiana arriva oggi la richiesta che in tutte le chiese cattoliche, domenica 9 marzo, ci sia un’intenzione di preghiera per la pace in Ucraina. I presuli fanno proprio l’auspicio espresso da Sua Santità Francesco all’Angelus di domenica scorsa, affinché le diverse componenti ucraine sappiano adoperarsi per il superamento delle incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione.
Quindi, “la preghiera a cui invita la CEI – come si legge in una nota diffusa dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali – vuol essere un segno tangibile di vicinanza alla numerosa comunità di ucraini residenti in Italia, comprensibilmente preoccupata per la sorte di familiari che vivono in Ucraina”.
Il Tempo “austero” della Quaresima
Inizia domani, mercoledì 5 marzo, per i fedeli cattolici di rito romano il Tempo liturgico della Quaresima.
Redazione SME
La Quaresima è uno dei tempi forti che la Chiesa Cattolica e altre Chiese cristiane celebrano lungo l’anno liturgico. È il periodo di quaranta giorni che precede la celebrazione della Pasqua; secondo il rito romano inizia il mercoledì delle Ceneri e si conclude il Giovedì Santo, esclusa la Messa della Cena del Signore. Tale periodo è caratterizzato dall’invito alla conversione. Sono pratiche tipiche della quaresima il digiuno ecclesiastico e altre forme di penitenza, la preghiera più intensa e la pratica della carità. È un cammino di preparazione a celebrare la Pasqua del Signore, che è il culmine dell’anno liturgico e dei Misteri della fede.
La Quaresima richiama inoltre i quaranta giorni trascorsi da Gesù nel deserto dopo il suo battesimo nel Giordano e prima del suo ministero pubblico. È anche il periodo in cui i catecumeni vivono l’ultima preparazione al loro battesimo.
IL DIGIUNO QUARESIMALE
SENSO E SCOPO DEL DIGIUNO QUARESIMALE
Il digiuno quaresimale ha certamente una dimensione fisica, oltre l’astinenza dal cibo, può comprendere altre forme, come la privazione del fumo, di alcuni divertimenti, della televisione, dei nuovi sistemi di comunicazione sociale. Tutto questo però non è ancora la realtà del digiuno; è solo il segno esterno di una realtà interiore; è un rito che deve rivelare un contenuto salvifico, è il sacramento del santo digiuno.
Il digiuno rituale della Quaresima:
– è segno del nostro vivere la Parola di Dio. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio, sull’esempio di Cristo, che disse: “Mio cibo è fare la volontà del Padre”;
– è segno della nostra volontà di espiazione: “Non digiuniamo per la Pasqua, né per la croce, ma per i nostri peccati, … ” afferma san Giovanni Crisostomo;
– è segno della nostra astinenza dal peccato: come dice il vescovo sant’Agostino: “Il digiuno veramente grande, quello che impegna tutti gli uomini, è l’astinenza dalle iniquità, dai peccati e dai piaceri illeciti del mondo, …”.
In sintesi: la mortificazione del corpo è segno della conversione dello spirito.
INDICAZIONI PRATICHE DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA
– il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
– i venerdì di Quaresima sono giorni di astinenza dalla carne e dai cibi ricercati o costosi.
– negli altri venerdì dell’anno, i fedeli possono sostituire l’astinenza dalla carne con altre opere di carattere penitenziale.
– al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto anni compiuti ai sessanta incominciati; all’astinenza dalla carne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni.
– anche coloro che non sono tenuti all’osservanza del digiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuino senso della penitenza cristiana.
Più ampie considerazioni nel documento “IL SENSO CRISTIANO DEL DIGIUNO E DELL’ASTINENZA” della Conferenza Episcopale Italiana.
Infine, riportiamo le parole del Santo Padre Francesco proposte nel suo Messaggio per la Quaresima 2014: “…questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci ha arricchiti con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.