Mentre Papa Francesco indice per la Chiesa italiana un Sinodo, l’Arcivescovo di Catania riunisce in collegio i parroci e i sacerdoti che operano a Biancavilla.
Un’istituzione antica capace di rinnovarsi e di rivelarsi attuale anche per il nostro tempo. Mentre Papa Francesco invita la Chiesa italiana a lavorare sinodalmente, ovvero insieme, a partire dall’ascolto di ogni più piccola realtà, l’Arcivescovo di Catania Mons. Salvatore Gristina riunisce in collegio i parroci e i sacerdoti che operano a Biancavilla. Si rinnova in tal modo l’antica e insigne Collegiata di S. Maria dell’Elemosina, che fu eretta originariamente il 26 settembre 1746 con decreto dell’allora Vescovo Mons. Pietro Galletti e confermata con bolla di Papa Pio XI il 20 ottobre 1924.
Sotto la guida del Prevosto Parroco don Agrippino Salerno, sono canonici tutti i parroci e viceparroci della città: Giosuè Messina, Ambrogio Monforte, Francesco Rubino, Alfio Sarvà, Giovanni Zappalà e Salvatore Verzì.
A loro si aggiungono i due sacerdoti più anziani, Salvatore Nicoletti e Carmelo Tomasello.
Saranno in tutto 9 i membri del rinnovato Capitolo, a cui si aggiunge la nomina di “membro onorario” del Vescovo Mons. Giuseppe Sciacca, che è stata ufficializzata pochi giorni fa in occasione della presenza a Biancavilla del presule per le Celebrazioni in onore della Madonna dell’Elemosina.
Nel corso del 2021 sono venuti a mancare due storiche figure della Collegiata biancavillese: don Antonino Tomasello, che fu anche prevosto dal 2000 al 2007, e don Salvatore Novello.
Il segno esteriore di questa comune appartenenza al Capitolo collegiale è rappresentato dalla mozzetta, una piccola mantellina che copre le spalle e che per privilegio pontificio è di colore paonazzo (colore proprio della veste vescovile).
Sarà proprio l’Arcivescovo fi Catania stasera, nel corso della celebrazione del Compieta ad imporre ai sacerdoti la mozzetta, consegnando contestualmente al Prevosto la rinnovata ferula prepositurale. L’evento si colloca alla vigilia della solennità di Maria SS. Dell’Elemosina, titolare e patrona della storica Collegiata.
I canonici formano una comunità di sacerdoti con il vincolo della preghiera comune e della cura delle principali celebrazioni cittadine. In passato ai canonici spettavano anche compiti di governo pastorale e di amministrazione dei beni ecclesiastici e nelle chiese cattedrali avevano una funzione consultiva per il Vescovo.
Lo Statuto della Collegiata di Biancavilla, rivisto e rinnovato per l’occasione, sottolinea invece la necessità di un maggiore coordinamento e di una più stretta collaborazione tra i sacerdoti presenti a Biancavilla.
La Collegiata di Biancavilla è definita “Insigne” per i privilegi concessi dai vari Pontefici e Vescovi. Nel passato, tra i canonici si distinguevano alcuni ruoli peculiari: il Cantore, il Tesoriere o Economo, il Decano, ognuno con rispettive funzioni all’interno del Capitolo. A capo della Collegiata, con funzioni di coordinamento e guida in qualità di primus inter pares, vi è il Prevosto (dal latino Praepositus, colui che è posto per primo), che coincide con il parroco della Chiesa Madre, sede della Collegiata.
Dal 1746 ad oggi si sono succeduti 21 Prevosti. Il primo fu il canonico Giuseppe Rametta; a ricoprire la carica più a lungo fu mons. Giosuè Calaciura con ben 35 anni di prepositura; Antonino Scarvaglieri invece fu Prevosto per un anno soltanto (1793-1794). Il secondo Prevosto, Filippo Cocina, fu nominato Vescovo di Cefalù, ma morì a Palermo prima di essere consacrato. Nella sacrestia maggiore della Basilica di Biancavilla si possono ammirare i ritratti dei Prevosti.
All’interno della Basilica, come testimonianza dell’antica Collegiata vi è il coro ligneo collocato nel presbiterio ai lati dell’altare maggiore, che anticamente era il luogo proprio per la preghiera comune dei canonici.