Giovedì 14 aprile scorso, i Seminaristi dell’Arcidiocesi di Catania pellegrini a Biancavilla.
di Cristiano Calì, seminarista.
«Nelle nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia» (Misericordiae vultus 12). Con queste parole, cariche d’intensità e fortemente impegnative, papa Francesco indiceva il Giubileo straordinario della Misericordia. Queste stesse parole sono diventate, per volontà del nostro Arcivescovo Salvatore, il faro alla cui luce vivere questo speciale anno di grazia. Un’oasi di misericordia… questo è ciò che la comunità del Seminario Arcivescovile dei Chierici di Catania ha sperimentato lo scorso 14 aprile, recandosi in pellegrinaggio presso la Basilica Collegiata Santuario “S. Maria dell’Elemosina”. Accogliendo con gioia l’invito del parroco, prev. Agrippino Salerno, e del presidente dell’Associazione Maria “SS. dell’Elemosina”, M° Giuseppe Santangelo, la comunità dei seminaristi, guidata dal rettore, si è ritrovata a vivere un momento di grazia in una delle chiese più belle della nostra diocesi, che è stata voluta come chiesa giubilare. La Santa Messa, presieduta dal rettore, mons. Giuseppe Schillaci; il momento di Adorazione Eucaristica con la comunità parrocchiale; la preghiera per lucrare l’indulgenza, dinanzi la venerata icona della Mater Elemosinae, sono stati momenti di sosta rigenerante presso l’oasi della misericordia. Un’oasi che si concreta nel santuario, che nella sua bellezza ci ha accolto offrendoci un clima di silenzio e preghiera; nell’offerta del sacrificio eucaristico, supremo gesto della misericordia del Padre per mezzo del Figlio; nello sguardo che a ciascun pellegrino la Vergine dell’Elemosina rivolge. A quegli occhi di madre, sono certo che ogni seminarista si sia rivolto per implorare aiuto per il proprio cammino di santità e di sequela. Anche il momento conviviale che abbiamo vissuto presso l’istituto Figlie di Maria Ausiliatrice, è stato un modo per sperimentare la gioia dell’accoglienza e la stima che tanti riservano a noi, seminaristi di questa Chiesa che è in Catania. Queste esperienze non possono e non devono lasciare indifferenti. Per noi seminaristi, infatti, il metterci in cammino, il compiere un pellegrinaggio, deve assumere un tono tutto particolare: farci comprendere che non siamo mai giunti alla meta, che siamo sempre in cammino e sempre abbiamo qualcosa da imparare. Ai piedi dell’antica icona della Madre di Dio, noi, seminaristi pellegrini, abbiamo imparato che a Lei, la Madre della Misericordia, dobbiamo guardare per essere misericordiosi come il Padre.