Il racconto e le emozioni di un viaggio nella terra di Gesù, sotto lo sguardo amorevole della Madre della Misericordia nell’Anno Santo della Misericordia. La testimonianza di Lorena Biondi, giovane biancavillese della Comunità parrocchiale della Matrice e membro attivo dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”.

di Lorena Biondi

Un invito… poi un viaggio. Quando ho detto sì al viaggio in Terra Santa, scoperto per caso su facebook, in una delle pagine che visito spesso, quella del gruppo rock “The Sun”, c’erano in me non pochi timori e incertezze… un viaggio aperto a 200 giovani di tutta Italia e organizzato dai The Sun, con la loro singolare storia di conversione da band ‘sregolata’ e vuota a band che vuole gridare al mondo la scoperta di un Dio che ti ama con un amore amplificato, autentico e vero, e a cui da qualche anno mi sono appassionata, colpita dal coraggio che quattro giovani hanno avuto di fare inversione di marcia e cambiare tutta la propria vita, mettendosi in gioco per tutti i giovani che come loro sono alla ricerca perenne di senso, verità e amore. Non si trattava di un semplice viaggio, si trattava di una vera e propria proposta, di un invito che giungeva proprio a me, per fare un cammino di vita sulle orme di Gesù, per riscoprire le proprie radici cristiane, per rivedere la propria vita alla luce del vangelo e della Fede. Da subito ho sentito un forte desiderio di accoglierlo, sentivo che una volta ricevuto quell’invito, non riuscivo più ad accantonarlo come qualcosa che non mi appartenesse, mi apparteneva eccome! E alla fine il ‘Mister’ ha saputo mettermi accanto le persone giuste e ha saputo portare il mio cuore a dire sì. Perché ad un’avventura tale non si può che rispondere col cuore!

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Sono tornata ormai da una settimana, ma rimarrà sempre scolpito in me il segno indelebile di un’esperienza unica… non solo per la possibilità di ripercorrere i luoghi dove tutto è iniziato, per l’emozione di calpestare quel suolo e di poter ammirare la linea dell’orizzonte, che di fatto è l’unica cosa rimasta più o meno immutata in duemila anni, ma per la profondità di ogni momento vissuto da giovane con la gioia di condividerlo con altri giovani come me, la possibilità di fare tesoro di un passo del vangelo nel luogo in cui è accaduto, portandolo nella nostra vita, riflettendo su cosa Gesù vuole dire a ciascuno di noi, su cosa abbia in progetto per noi. Questi giorni in Terra Santa sono stati un incontro e una condivisione di emozioni, esperienze, sorrisi, abbracci, sentimenti…tutti sotto la luce della Fede, tutti nella Sua Volontà.

foto-icona-thesunMa ancor di più l’unicità di questa esperienza è stata arricchita da tutte quelle che mi piace chiamare, come fanno i The Sun, le “Dio-incidenze” che ho incontrato sul cammino, prima fra tutte l’incontro con quello sguardo di Misericordia così familiare, che mi ha ‘seguita’ in questi giorni, fin dal primo giorno del viaggio, domenica 3 aprile, Festa della Divina Misericordia, quando ho portato in dono ai The Sun una copia dell’icona della Madonna dell’Elemosina, insieme alle immaginette per tutti i partecipanti al viaggio. E’ difficile descrivere le emozioni di quel giorno, lo sguardo di gioia e gratitudine con cui la Madonna è stata accolta e la decisione di pregare, tutti insieme, in un boschetto del Monte Tabor, con la preghiera di supplica alla Madonna dell’Elemosina. Duecento voci che all’unisono sul monte della Trasfigurazione, in occasione della Festa della Divina Misericordia, si sono unite per pregare con quelle parole così familiari e preziose per me.

Da quel giorno ogni partecipante ha tenuto con se l’immagine della Madonna come uno dei tanti preziosi segni che ci sono stati consegnati durante il viaggio.

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Mi capitava spesso nei giorni successivi di vedere, quando meno me l’aspettavo, i ragazzi usarla come segnalibro, e tenerla con sé, e avevo la sensazione di essere a casa e la consapevolezza che questo fosse un messaggio per me.

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Messaggio che è diventato sempre più chiaro giorno dopo giorno, quando in visita alla Basilica di San Pietro in Gallicantu a Gerusalemme, i miei occhi si sono posati di nuovo sui suoi, nel logo della Mater Misericordiae che ha ormai invaso le chiese di tutto il mondo, e quando dopo qualche ora li ho incontrati nuovamente nella Porta Santa della Basilica del Getsemani.

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Chiedere l’indulgenza quella sera, in quel luogo e sotto quello sguardo materno, è stato per me un’emozione e una ricchezza che poche parole possono descrivere. Il giorno dopo, quando siamo giunti a quello che i Palestinesi di Betlemme chiamano “il mostro”, il muro che divide Israele dalla Palestina e che per i Palestinesi rappresenta dolore, prigionia, chiusura, sofferenza…abbiamo ammirato il graffito di quella che è diventata la “Madonna del Muro”, e ci siamo uniti alle suore e ai preti che ogni venerdì si recano lì, insieme a molti giovani palestinesi, per pregare il rosario.

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Accanto al graffito della Madonna del Muro, negli anni, i tanti visitatori hanno lasciato su quel muro icone o immaginette di Madonne di tutto il mondo per portare le preghiere di tutti i santuari affinché questa guerra di divisione cessi. E quel giorno, a loro si è aggiunta l’immagine della Madonna dell’Elemosina, per portare a quel popolo martoriato anche le preghiere della nostra comunità. Con commozione ho appiccicato quell’immaginetta che adesso si trova a chilometri di distanza da noi a dare coraggio e speranza a tutti quei giovani, bambini, uomini e donne che sono oppressi da un colosso di cemento, per loro simbolo di morte e di mancanza di libertà.

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Infine, l’ultimo giorno, entrando nella Cattedrale di Gerusalemme, al Patriarcato Latino, per celebrare la messa, i miei occhi hanno incontrato di nuovo i suoi, sull’altare dove il logo troneggiava accanto a quello ufficiale. Durante quella celebrazione eucaristica il messaggio è stato chiaro, evidente, inevitabile: il viaggio vero, l’avventura vera inizia adesso, ora che torno a casa, dove ogni giorno, ogni istante posso portare la ricchezza della mia Fede e il dono meraviglioso che la mia vita può essere per gli altri.

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Alla fine di questa straordinaria esperienza, una volta tornata alla quotidianità, non posso non lanciare a tutti voi, e in modo particolare ai giovani, un invito ad accogliere le proposte che Dio ci fa, nei modi e attraverso i mezzi più bizzarri, per intraprendere delle avventure che ci possono cambiare la vita e possono aiutarci a camminare sulla via della verità. Una proposta, un progetto… che può diventare un vero e proprio “viaggio della vita” solo grazie alla più piccola delle parole, un semplice “sì”. Un monosillabo che porta in se la bellezza della fiducia, del rischio, il dover ridefinire la propria vita per far spazio a qualcosa di nuovo. Non bisogna aver paura di rischiare, e nella fattispecie di andare a “vivere” la Terra Santa…con la sua storia ricca di popoli, ricca di una memoria unica, quella dell’Infinito che abbraccia e incontra l’umanità con un Amore sconfinato. Una terra oggi martoriata, che aspetta di accogliere ciascuno di noi, con la sua vita e la sua unicità, per donare e ricevere a sua volta pace, amicizia e solidarietà in un mondo di figli unici in cui camminare insieme verso una meta comune è la svolta che può davvero essere cambiamento e rinascita.

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