Sabato 12 marzo in Santuario un’appassionata catechesi biblica di don Antonino La Manna. L’evento, collocato tra le iniziative giubilari dell’Anno Santo della Misericordia a Biancavilla, ha avuto come tema “La Misericordia nella Sacra Scrittura”.
Redazione SME
Nel suo intervento sul tema della misericordia, al centro del giubileo voluto dal Santo Padre Francesco, P. Nino ha evidenziato che la parola “misericordia” compare innumerevoli volte nella Bibbia, anche se nelle lingue originali (ebraico e greco) non si trova un’unica definizione che corrisponde all’italiano “misericordia”, e ciò richiede una certa varietà di traduzione. Nell’ebraico biblico sono due i termini più utilizzati. Il primo è “rehamîm”, letteralmente “viscere”: è il sentimento profondo che lega due persone per ragioni di sangue e di cuore (genitori e figli, o fratelli); esprime perciò un amore quasi istintivo e, appunto, “viscerale”. L’altro termine è “hesed”, che indica “bontà”, “pietà”, “compassione” ed esprime sempre la fedeltà di Dio con e per l’uomo.
Nel testo greco, il termine più usato (sia nell’antica traduzione greca del testo ebraico, sia nel Nuovo Testamento) è il verbo “eléo”, che nell’Antico Testamento traduce di solito “hesed”, e significa “avere o agire con misericordia”; di norma è riferito a Dio.
Fatta questa esegesi terminologica, il relatore ha ricordato come in Maria, Madre di Misericordia, è profondamente manifesto l’amore misericordioso dell’unigenito figlio di Dio per l’uomo; caratteristico è il contatto guancia a guancia tra Madre e Figlio, ben rappresentato nell’Icona della Madonna dell’Elemosina (Elèusa), venerata in modo speciale a Biancavilla.
Continuando l’esegesi biblica, don La Manna ha ricordato che nel libro del Pentateuco si descrive l’atteggiamento di Dio davanti al peccato e al tradimento dell’uomo; così il Signore si rivolge a Mosè: “A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia” (Es 33,19). Ma è soprattutto in altre parti della Scrittura che s’incontra la parola misericordia: così, in 2Sam 24,14 è Davide a proclamare che “la misericordia del Signore è grande”; da rileggere anche la grande preghiera contenuta nel libro di Neemia (cap. 9) oppure le tante citazioni del Secondo libro dei Maccabei (“egli non ci toglie mai la sua misericordia…”, 2Mac 6,16) e del Siracide.
Anche i profeti cantano la misericordia di Dio; basti per tutti Is 54,10: “Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero, non si allontanerebbe da te il mio affetto… dice il Signore che ti usa misericordia” (qui è ben espressa la fedeltà di Dio).
Ancora, nell’Antico Testamento, sono i Salmi a contenere le più belle pagine sull’amore incondizionato di Dio, anche davanti al peccato: nelle parole di chi si rivolge a Dio nell’angoscia, leggiamo tutta la fiducia dell’uomo nei confronti di un Dio “pieno di misericordia con chi l’invoca” (Sal 85(86),5).
Nel Nuovo Testamento, ha ricordato sempre P. Nino, la parola misericordia compare negli scritti di Paolo, in particolare nella Lettera ai Romani, sempre in riferimento all’agire di Dio verso gli uomini. L’apostolo l’utilizza poi anche in Ef 2,4, in un passaggio dove (insieme ad amore e grazia) indica l’agire salvifico di Dio in Gesù: “Ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati”. Non mancano anche gli inviti ad agire con misericordia, ad esempio nelle Lettere di Giacomo e di Giuda. Nei
Vangeli, la parola misericordia compare cinque volte tra Mt e Mc (tra cui la quinta beatitudine, “beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia”, Mt 5,7), e cinque volte nel solo Vangelo di Luca (tutte nel primo capitolo, dove Maria e Zaccaria esaltano la misericordia del Dio d’Israele). Proprio quello di Luca è detto il “Vangelo della misericordia”, come ha recentemente ricordato il Papa.
A partire dalla richiesta di Lc 6,36 (“Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”), passando per lo sguardo compassionevole di Gesù verso la vedova di Nain (Lc 7,11-17) o la peccatrice (Lc 7,36-50), fino alle celebri tre parabole sulla misericordia del capitolo quindicesimo, tutto il terzo Vangelo fa della misericordia il tratto caratteristico di Dio, in particolare come atteggiamento verso il peccatore.
Al termine della catechesi è seguito un breve dibattito. L’incontro è stato poi chiuso con il “ringraziamento” all’oratore espresso dal prevosto, don Pino Salerno e dal presidente dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”, Giuseppe Santangelo.
Un omaggio devozionale è stato inoltre compiuto dal biblista presso l’altare della Madre dell’Elemosina.