Il 19 ottobre scorso una delegazione dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina, con il Prevosto Assistente Spirituale, ha incontrato il Papa emerito. Il racconto delle emozioni vissute.
di Alessandro Scaccianoce
Una grandezza morale e spirituale celata nella fragilità di un corpo esile che sente il peso di 88 anni di vita. Eppure ha una lucidità impressionante, tanta voglia di sorridere, due occhi teneri che scrutano e che esprimono tanto affetto e gioia di vivere.
Così è apparso Benedetto XVI nell’incontro privato che ha avuto ieri pomeriggio intorno alle 16,30, all’interno dei Giardini Vaticani (nei pressi della grotta di Lourdes), con una delegazione dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” di Biancavilla insieme col Prevosto Don Pino Salerno.
In occasione del decimo anniversario di fondazione della nostra Associazione, nel luglio 2012, eravamo stati a Castel Gandolfo per assistere ad un’udienza di papa Benedetto XVI. Ma in quel contesto l’incontro, pur carico di emotività, non sarebbe potuto essere privato.
Un incontro cercato, atteso e desiderato. Ed è stato tanto più straordinario, quanto più ha rivelato l’umanità semplice, squisita e tenera di un uomo grandissimo.
Una personalità che ha segnato attivamente oltre mezzo secolo di storia della Chiesa – paragonabile ai grandi Padri dei primi secoli per statura morale ed intellettuale -, che ha incontrato i grandi del mondo, ha parlato ad Assemblee e Consessi internazionali, che ha caratterizzato col suo pensiero la teologia cattolica e il dibattito filosofico contemporaneo, ricevendo innumerevoli dottorati honoris causa, che ha partecipato all’elezione di Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II e per 8 anni ha guidato il timone della Chiesa sul soglio di Pietro… Proprio lui, era lì, ieri pomeriggio al termine della recita del Rosario, insieme con il suo Segretario Mons. Georg Gaenswein; appariva semplice e fragile come un uccellino appena nato, e guardava proprio noi, sorridente, come un nonno che aspetta i suoi nipoti, come se ci conoscesse e ci stesse aspettando da tempo. Uno di famiglia, che al vederlo ti si rallegra il cuore.
E’ bastato un cenno di Mons. Gaenswein per accostarci a lui, circondarlo e manifestare tutto il nostro calore e il nostro affetto. Lui, felice di vederci (“Ma quanti siete! e come siete solenni! che bello vedere tanti giovani devoti della Madonna!“), con lo stupore di un bambino ci ha chiesto informazioni sulla Sicilia e sull’Etna (“Ma vedete ogni tanto la nube di fuoco e cenere?”), insieme ad uno scambio di battute sulle arance del nostro territorio e i suoi viaggi nell’Isola. Parlava con un filo di voce, che si confondeva tra il cinguettìo degli uccelli del giardino e lo stormire dei gabbiani, ma la sua voce era musica.
“Cosa portate di bello dalla Sicilia?” ha detto sorridendo. Gli abbiamo quindi fatto dono di una bella riproduzione della Madonna dell’Elemosina (“l’Elemosina, che bel titolo! quanto è attuale oggi!“); ammirato per la bellezza dell’Icona, l’ha baciata e ha chiesto informazioni sulla sua origine. Al racconto della storia della città di Biancavilla (“parlate ancora in albanese?”) ha esclamato: “Allora si può dire quasi che la vostra città è stata fondata da Maria“.
Ma c’è un altro dono per il Padre Santo: lo scapolare della Madonna dell’Elemosina, un segno esteriore che esprime la comune appartenenza al manto di Maria. Ce n’è uno fatto proprio per lui, e – dopo aver baciato il medaglione d’argento – chiede di indossarlo: “Così anch’io faccio parte della vostra comunità di Biancavilla“. Che grande emozione!
E poi i dolci della Sicilia. Un buon motivo per strappargli un altro sorriso…
Poi ci presentiamo brevemente e gli diciamo di essere discepoli di quella via pulchritudinis da lui insegnata e testimoniata. “La via della bellezza è importante – dice. Nella liturgia si manifesta la bellezza di Dio e la bellezza della fede. La liturgia è trasparenza della presenza e dell’azione di Dio nel mondo, non una semplice riunione tra di noi. L’amore di Dio si esprime nella bellezza”.
Gli poniamo una domanda: è possibile conciliare misericordia e verità? Proprio in questi tempi in cui sembrano l’una opposta all’altra? Un messaggio che gli chiediamo di rivolgere a tutti I nostril concittadini. La risposta è semplice, quanto disarmante: “La misericordia è autentica se risponde alla verità dell’uomo. Se non faccio un gesto conforme alla verità, non aiuto il fratello che ha bisogno. Come dice il salmo: misericordia e verità si baceranno. Imparate da Maria la vera misericordia“.
Gli chiediamo ancora: Santo Padre come sta? “Non tanto bene, ma suffientemente”. Incalziamo: qual è il segreto per una vita lunga e felice? “Non importa una lunga vita, ma una vita buona, vissuta nell’unione col Signore, salutandolo al mattino e alla sera, e svolgendo i propri doveri, che sono al tempo stesso dei doni, seguendo il Signore, facendo la sua volontà, senza pretendere nulla. Questo basta”.
Ancora una volta la dimostrazione di una saggezza prorompente. Un uomo libero, che ha già dimostrato di essere distaccato dagli onori e dalla gloria del mondo, e che ora afferma la sua libertà persino rispetto alla vita stessa. Fare quel che si deve, perché il dovere è anche un dono… ci sarebbe da meditare a lungo… Basti pensare al modo in cui percepiamo i nostri doveri e alle mille pretese e ambizioni che albergano nel nostro cuore. Ancora una volta, un grande insegnamento di vita umana e spirituale.
Non possiamo stancarlo molto, ma gli chiediamo la benedizione, da estendere ai devoti della Madonna dell’Elemosina e alla città di Biancavilla. Ci mettiamo in ginocchio, lui leva benedicente la sua mano nel segno della Trinità… “Andate avanti, sotto la guida della Madonna dell’Elemosina e della Verità“.
Ci fa dono di una medaglia commemorativa del suo pontificato (realizzata in occasione della visita in Portogallo nel 2010) e di alcune immagini ricordo: “Salutatemi la vostra bella Sicilia e restiamo vicini nella preghiera” ci dice mentre baciamo le sue mani ancora una volta. Per l’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” e la Basilica Santuario di Biancavilla il dono di una stola da lui indossata negli anni del Pontificato e della “papalina” che portava proprio ieri. Dei gesti semplici che ci confermano il suo desiderio di restare vicino a noi.
Un incontro indimenticabile, semplice ma profondo, perchè segnato da un intenso scambio di affetto e di gratitudine reciproca. Noi grati a lui per la sua testimonianza vivente. Lui grato a noi, quasi meravigliato, del nostro affetto.
Ma come si fa a non volergli bene?
Un ultimo saluto mentre sale su una piccola biposto che lo riporta dentro il monastero: “Lunga vita a Papa Benedetto!” e lui risponde: “Lunga vita al Signore!”.
L’ha ribloggato su Cristianesimo Cattolico.
Grazie mille!