Il Prof. Costantino, critico d’arte palermitano di rilievo internazionale, racconta le sue impressioni sull’Icona di Biancavilla e sulla mostra di Icone promossa dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” nel contesto delle celebrazioni ottobrine. Una cronaca lieve e fresca di una mattinata speciale.
di Salvatore Costantino
Modestamente non mi sono fatto mancare alcunché lunedì mattina 5 di ottobre dell’anno del Signore 2015.
Dopo una interminabile scarrozzata con l’ammiraglia dell’Editore di Studio Byblos, Dino Marasà, attraverso l’autostrada Palermo-Catania, disastrata e malmessa, le innumerevoli interruzioni e deviazioni, la mancanza di cartelli stradali chiaramente indicanti le direzioni da scegliere, sono arrivato nel Parco dell’Etna, la grande montagna casa di Efesto (giochiamo un po’ tra sacro e profano), e precisamente nella parte occidentale, dove si trova la splendida cittadina di Biancavilla (CT).
Ero già abituato a trovare un ambiente diverso, anche più bello, perché vicino a casa mia c’è la splendida cittadina di Piana degli Albanesi, quindi una grossa enclave albanese in territorio siciliano, assieme a Santa Cristina Gela, ecc. ecc. I Palermitani anticamente sbagliavano, facendosi ingannare dal rito bizantino greco-ortodosso che si celebrava nelle chiese di Piana degli Albanesi e familiarmente la chiamavano “Piana dei Greci”. Ma gli abitanti di quella cittadina sono di origine Albanese.
Biancavilla è, appunto, un enclave albanese che si formò nella lunga marcia dei profughi da Messina verso la Sicilia Occidentale durante la diaspora seguita all’arrivo dei Turchi nei Balcani.
In più lunedì 5 ottobre 2015 si è celebrata la festa di San Placido, quella ufficiale. È stato bellissimo vedere già alle 9 del mattino tanta bella gioventù agghindata a festa circolare per le vie del paese e sorridere e rilassarsi.
Il culto di San Placido e di San Zenone ha radici antiche, che non sono siciliane e che fanno vedere come il “nostro oggi” sia molte volte determinato dagli accadimenti anche violenti di ieri.
L’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina di Biancavilla è assai famosa ed è la star della Basilica Santuario di Biancavilla. L’icona è strettamente legata all’identità culturale degli abitanti di Biancavilla ed è attualmente oggetto di studio da parte dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo.
Ma già gli «uomini di Biancavilla» hanno provveduto a “custodire” e “studiare” l’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina (Eleousa). Siamo arrivati al 2° Simposio di studi sulla Vergine dell’Elemosina e i contributi sono stati raccolti nel pamphlet edito nell’agosto 2015 dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” – Aggregazione ecclesiale arcidiocesana di Biancavilla con il coordinamento redazionale del dott. A. Scaccianoce, con interventi di peso come quello di Placido Antonio Sangiorgio, del Maestro Antonio Schiavone (una perizia tecnica colta e di grande precisione) e del prof. Matteo Mandalà, che tutti conosciamo all’Università di Palermo. Sono, inoltre, stati richiesti «pareri di valore internazionale» a due specialiste del settore che non hanno bisogno di presentazione: Eva Haustein-Bartsch (studiosa tedesca di icone) e Anastasia Lazaridou, che come molti sanno, è la Direttrice del Museo Iconografico Bizantino di Atene.
Ma non è mio intento oggi quello di parlare della querelle sull’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina (Eleousa), della splendida festa di San Placido ecc., bensì della piccola (inteso solo nel senso di piccolo numero di icone esposte) ma interessantissima esposizione di icone realizzate dalla mano del Maestro Antonio Schiavone.
Conoscevo già l’opera del Maestro Schiavone, ma non avevo letto alcuno dei suoi lavori scritti e/o statements. Oltre a un amore smisurato per le sue “creature” – o pardon! “creazioni” – il Maestro Antonio Schiavone possiede solidissime basi culturali di livello accademico e non solo dovute al suo trascorso lavorativo di pregio e al fatto che è un Dottore in Architettura. Ecco perché la sua perizia sull’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina (Eleousa) ha incantato tutti noi.
Nel loggiato della Basilica Santuario di Biancavilla, nell’ala destra, sono state esposte le icone del Maestro Antonio Schiavone, così semplicemente, senza fronzoli, da ammirare per la loro bellezza e autenticità. In pratica rispecchiano l’animo del loro creatore che è una persona colta, semplice e diretta.
Molto bella l’icona sul modello della Madonna della Tenerezza (Glykophilousa), che bacia la mano del Bambino.
Altrettanto toccanti sono, a mio gusto, risultate le icone con la Natività del Bambinello e il Cristo Benedicente.
Quando ho intervistato il Maestro Antonio Schiavone, che mi ha parlato anche di tecnicismi, importantissimi per un iconografo, come la “tempera all’uovo” [e nel caso della Madonna di Biancavilla essa è composta da tuorlo d’uovo, aceto e gocce di lavanda], o della tecnica “a membrana” per realizzare l’immagine dell’Icona di Biancavilla, che è stata oggetto delle sue cure, sono riuscito a strappare al Maestro una confessione su quale fosse la sua opera preferita. Il risultato è “San Giorgio che uccide il drago”, un’icona di grande pregio, dove vengono rispettate tutte le regole “scritte e non scritte dell’iconografia sacra” e che per ricchezza di immagine, colore e potenza espressiva spinge il visitatore a bocca semichiusa ad ammirarla.
Ho visto anche molti bambini vivaci che si avvicinavano alle icone, ma non appena le guardavano e si concentravano, immediatamente restavano in silenzio, ma con un’espressione serena e felice.
Personalmente sono rimasto entusiasta dell’icona della Madonna in Trono (la Kyriothissa) con lo splendido mantello blu. Struttura piramidale, il trono che occupa quasi tutto lo spazio fondo dell’icona, il contrasto con la veste candida del bambino, che è in posizione benedicente. Tutte caratteristiche che rendono questa icona assai attraente.
Il Maestro Antonio Schiavone, infine, mi ha confessato di essere stato riconfermato nel suo lavoro nella Basilica Santuario di Biancavilla e che presto ultimerà due pale, che andranno a formare un trittico con l’Icona bizantina della Madonna dell’Elemosina. Si tratta di due angioli a figura intera, Michail e Gabriel, che scorteranno la Madonna della Tenerezza.
È un piacere parlare di arte con una persona speciale come il Maestro Schiavone e vengo confermato sempre più nell’opinione di critico, quando dico che grossi talenti artistici si stanno preparando per esplodere in tutta la loro grandezza!