Continua nei quartieri della parrocchia matrice di Biancavilla, la peregrinazione dell’Icona benedetta della Vergine SS. dell’Elemosina. Fra le tappe effettuate, quelle riguardanti i centri culturali ed aggregativi, il mondo dei ragazzi, degli anziani ed ammalati. Ovunque, la presenza della Vergine Madre porta gioia, pace e speranza di vita e di rinnovata santità.
La “perfetta santità di Maria” negli insegnamenti di S. Giovanni Paolo II, papa.
In Maria «piena di grazia», la Chiesa ha riconosciuto «la tutta santa e immune da ogni macchia di peccato», «adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare».
L’appellativo «resa piena di grazia», rivolto dall’angelo a Maria nell’Annunciazione, accenna all’eccezionale favore divino concesso alla giovane di Nazaret in vista della maternità annunciata, ma indica più direttamente l’effetto in Maria della grazia divina; Maria è stata intimamente e stabilmente permeata dalla grazia e dunque santificata
Nel saluto dell’angelo l’espressione «piena di grazia» ha quasi valore di nome: è il nome di Maria agli occhi di Dio. Il titolo «piena di grazia» manifesta la dimensione più profonda della personalità della giovane donna di Nazaret: a tal punto plasmata dalla grazia e oggetto del favore divino, da poter essere definita da questa speciale predilezione. Il Concilio ricorda che a tale verità alludevano i Padri della Chiesa quando chiamavano Maria «la tutta santa», affermando nel contempo che ella era stata «dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura».
La grazia, intesa nel significato di «grazia santificante» che opera la santità personale, ha realizzato in Maria la nuova creazione, rendendola pienamente conforme al progetto di Dio.
Così la riflessione dottrinale ha potuto attribuire a Maria una perfezione di santità che, per essere completa, doveva necessariamente investire l’origine della sua vita. Nella direzione di questa purezza originale sembra essersi mosso un vescovo della Palestina, vissuto tra il 550 e il 650, Theoteknos di Livias. Egli, presentando Maria come «santa e tutta bella», «pura e senza macchia», allude alla sua nascita in questi termini: «Nasce come i cherubini, colei che è di un’argilla pura e immacolata».
Quest’ultima espressione, ricordando la creazione del primo uomo, plasmato da un’argilla non macchiata dal peccato, attribuisce alla nascita di Maria le stesse caratteristiche: anche l’origine della Vergine è stata «pura e immacolata», cioè senza nessun peccato. Il paragone con i cherubini, inoltre, ribadisce l’eccellenza della santità che ha caratterizzato la vita di Maria sin dai primordi della sua esistenza.
L’affermazione di Theoteknos segna una tappa significativa della riflessione teologica sul mistero della Madre del Signore. I Padri greci ed orientali avevano ammesso una purificazione operata dalla grazia in Maria sia prima dell’Incarnazione, sia al momento stesso dell’Incarnazione.