Il Tempo liturgico della Quaresima rinnova l’uomo nella speranza in Colui che ha fatto passare il genere umano dalla morte alla vita… la Quaresima, tutta orientata al mistero della Redenzione, è definita “cammino di vera conversione”.
In questo cammino di perfezione evangelica, Maria viene incontro ai credenti, che, insieme con quello del Figlio, ebbe il suo Cuore immacolato trafitto dalla spada del dolore. Continuiamo pertanto la Quaresima in spirituale unione con Maria, che “ha avanzato nel cammino della fede” dietro il suo Figlio (cfr Lumen gentium, 58) e sempre precede i discepoli nell’itinerario verso la luce pasquale.
di Don Giuseppe Tomaselli S.d.B.
Sul Calvario, mentre si compiva il grande sacrificio di Gesù, si potevano mirare due vittime: il Figlio, che sacrificava il corpo con la morte, e la Madre Maria, che sacrificava l’anima con la compassione. Il Cuore della Vergine era il riflesso dei dolori di Gesù.
D’ordinario la madre sente le sofferenze dei figli più delle proprie. Quanto dovette soffrire la Madonna a vedere morire Gesù in Croce! Dice San Bonaventura che tutte quelle piaghe ch’erano sparse sul corpo di Gesù, erano nello stesso tempo tutte unite nel Cuore di Maria. – Più si ama una persona e più si soffre nel vederla soffrire. L’amore che la Vergine nutriva per Gesù era smisurato; lo amava di amore soprannaturale come suo Dio e di amore naturale come suo Figlio; ed avendo un Cuore delicatissimo, soffrì tanto da meritare il titolo di Addolorata e di Regina dei Martiri.
Il Profeta Geremia, tanti secoli pri¬ma, la contemplò in visione ai piedi del Cristo morente e disse: « A che ti paragonerò o a chi ti somiglierò, figlia di Gerusalemme? … La tua amarezza infatti è grande come il mare. Chi ti potrà consolare? » (Geremia, Lam. II, 13). E lo stesso Profeta pone in bocca alla Vergine Addolorata queste parole: « O voi tutti che passate per la via, fermatevi e vedete se c’è dolore simile al mio! » (Geremia, I, 12).
Dice Sant’Alberto Magno: Come noi siamo obbligati a Gesù per la sua Passione sofferta per nostro amore, così pure siamo obbligati a Maria per il martirio che ebbe nella morte di Gesù per la nostra eterna salute. –
La nostra riconoscenza verso la Madonna sia almeno questa: meditare e compatire i suoi dolori.
Gesù rivelò alla Beata Veronica da Binasco che molto si compiace nel vedere compatita la Madre sua, perché gli sono care le lacrime che Ella sparse sul Calvario.
La stessa Vergine si dolse con Santa Brigida che sono molto pochi coloro che la compatiscono e la maggior parte dimentica i suoi dolori; onde le raccomandò tanto di aver memoria delle sue pene.
La Chiesa per onorare l’Addolorata ha istituito una festa liturgica, che ricorre il quindici settembre.
Privatamente è bene ricordare tutti i giorni i dolori della Madonna. Quanti devoti dí Maria recitano ogni giorno la corona dell’Addolorata! Questa corona ha sette poste ed ognuna di queste ha sette grani. Che si allarghi sempre più la cerchia di coloro che onorano la Vergine Dolente!
E’ una buona pratica la recita quotidiana della preghiera dei Sette Dolori, che trovasi in tanti libri di devozione, ad esempio, nel «Massime Eterne».
Nelle «Glorie di Maria» Sant’Alfonso scrive: Fu rivelato a Santa Elisabetta Regina che San Giovanni Evangelista desiderava vedere la Beata Vergine, dopo essere stata assunta in Cielo. Ebbe, la grazia e gli apparvero la Madonna e Gesù; in tale occasione intese che Maria domandò al Figlio qualche grazia speciale per i devoti dei suoi dolori. Gesù promise quattro grazie principali:
• Chi invoca la Divina Madre per i suoi dolori, prima della morte meriterà fare vera penitenza di tutti i suoi peccati.
• Gesù custodirà questi devoti nelle loro tribolazioni, specialmente al tem¬po della morte.
• Imprimerà loro la memoria della sua Passione, con grande premio in Cielo.
• Gesù porrà questi devoti in mano di Maria, affinché Ella ne disponga a suo piacere e loro ottenga tutte le grazie che vuole.
da “Maria Regina e Madre di Misericordia”, Catania 1958 – foto di G. Sant’Elena.