La devozione al Sacro Cuore di Gesù nella Chiesa Universale nel mese di giugno
Dal libretto “Il Sacro Cuore, mese al Sacro Cuore di Gesù” del biancavillese don Giuseppe Tomaselli, salesiano.
L’origine della devozione e pia pratica nella Chiesa Il Cuore di Gesù cominciò a palpitare d’amore per noi sin dal primo istante della sua Incarnazione. Ardeva d’amore durante la vita terrena ed a San Giovanni Evangelista, l’Apostolo prediletto, fu concesso di sentirne i palpiti nell’ultima Cena, quando posò il capo sul petto del Redentore. Salito al Cielo, il Cuore di Gesù non cessò di palpitare per noi restando vivo e vero nello stato eucaristico nei Tabernacoli. Nella pienezza dei tempi, quando gli uomini giacevano nell’indifferenza, affinché si risvegliasse il fervore, Gesù volle mostrare al mondo le meraviglie del suo Cuore lasciando vedere il petto squarciato e le fiamme che lo circondavano. A ricevere le confidenze di Gesù fu scelta una povera Suora, Margherita Alacoque, umile e pia, dimorante nel monastero di Paray – Le Monial, in Francia. Dopo il Natale del 1673, nella festa di S. Giovanni Evangelista, Margherita era nel coro del chiostro, da sola, assorta in preghiera davanti al Tabernacolo. Gesù Sacramentato, nascosto sotto i Veli Eucaristici, le si fece vedere in modo sensibile. Margherita contemplò a lungo la Sacrosanta Umanità di Gesù, meravigliandosi, nella sua umiltà, di essere ammessa a tale visione. Il volto di Gesù si era atteggiato a mestizia. La fortunata Suora, in estasi di amore, si abbandonò allo Spirito Divino, aprendo il suo cuore al celeste amore. Gesù la invitò a riposare a lungo sul suo Sacro Petto e le svelò così le meraviglie del suo amore e gl’imperscrutabili segreti del suo Divin Cuore, che sino a quel tempo erano stati nascosti. Gesù le disse. Il mio Cuore Divino è così infiammato di amore per gli uomini, e per te in particolare, che incapace di contenere più a lungo le fiamme della sua ardente carità, deve diffondere largamente con ogni mezzo e manifestarsi agli uomini per arricchirli dei preziosi tesori, che sono rivelati a te. Ho scelto te, abisso d’indegnità e d’ignoranza, per compiere questo mio grande progetto, affinché tutto sia fatto soltanto da me. Ed ora … dammi il tuo cuore!
– Oh, ti prego, prendilo, Gesù mio! – Con un tocco della sua mano divina, Gesù estrasse dal petto di Margherita il cuore e lo mise entro il suo Costato.
Dice la Suora: Guardai e vidi il mio cuore dentro il Cuore di Gesù; sembrava un piccolissimo atomo che bruciava in una fornace ardente. Quando il Signore me lo ridiede, vidi una fiamma ardente a forma di cuore. Mentre me lo rimetteva in petto, mi disse: Guarda, diletta mia! Questo è un segno prezioso del mio amore! –
Per Margherita Alacoque: cominciò l’agonia, cioè una vera e propria angoscia fisica. Il cuore che era stato dentro a quello di Gesù Cristo, d’allora in poi divenne una fiamma, che bruciava dentro il suo petto e tale dolore le rimase sino alla fine della vita.
Fu questa la prima rivelazione del Sacro Cuore (Vita di S. Margherita).
L’attualità della devozione
La devozione al S. Cuore di Gesù è sempre attuale. Essa è fondata sull’amore ed è espressione di amore. «Il santissimo Cuore di Gesù è fornace ardente di carità, simbolo e immagine espressa di quell’eterno amore con il quale «Dio ha tanto amato il mondo da dargli il suo figlio unigenito» (Gv. 3,16)
Il venerabile Sommo Pontefice, Paolo VI, in varie occasioni e in diversi documenti ci richiama a ritornare ed attingere sovente a questa divina fonte del Cuore di Cristo. «Il Cuore di Nostro Signore è la pienezza di ogni grazia e di ogni sapienza, dove possiamo noi diventare buoni e cristiani, e donde noi possiamo trarre qualcosa per dispensare agli altri. Nel culto del Sacro Cuore di Gesù troverete la consolazione se avete bisogno di conforto, troverete i buoni pensieri se avete bisogno di questa luce interiore, troverete l’energia per essere coerenti e fedeli quando foste tentati o di rispetto umano o di paura o di incostanza. Troverete soprattutto la gioia di essere cristiani, quando c’è il cuore nostro che tocca il Cuore di Cristo». «Desideriamo soprattutto che il culto al Sacro Cuore si realizzi nella Eucarestia che è il dono più prezioso. Di fatto, nel sacrificio dell’Eucarestia il nostro stesso Salvatore si immola e viene assunto, «sempre vivo per intercedere per noi» (Eb 7,25): il suo cuore è aperto dalla lancia del soldato, il suo sangue prezioso misto ad acqua si effonde sul genere umano. In questo sublime vertice e centro di tutti i sacramenti, si gusta la dolcezza spirituale alla sua stessa fonte, si celebra la memoria di quell’immenso amore che nella passione di Cristo ha dimostrato. Perciò è necessario – usando le parole di s. Giovanni Damasceno – che «ci avviciniamo a lui con ardente desiderio, perché il fuoco del nostro amore attinto a questo carbone acceso, bruci i nostri peccati e illumini il cuore».
Ci sembrano queste delle ragioni molto opportune perché il culto del Sacro Cuore che – lo diciamo addolorati – si è affievolito in alcuni, rifiorisca sempre più, e sia da tutti stima¬to come una egregia forma di pietà necessaria che ai nostri tempi e richiesta dal Concilio Vaticano li, perché Gesù Cristo, primogenito dei risorti, realizzi il suo primato su tutto e su tutti» (Col 1,18).
(Lettera apostolica «Investigabiles divitias Christi»).