La memoria di un viaggio indimenticabile in occasione della Giornata Mariana Mondiale che si è celebrata a Roma sabato 12 e domenica 13 ottobre 2013 in occasione dell’Anno della Fede.

di Alessandro Scaccianoce

1375042_550802551640922_1320357344_nPossibile svegliarsi alle 6 dopo essere andati a letto oltre la mezzanotte? Sì, se c’è una forte spinta che viene dal di dentro, in grado di vincere ogni resistenza. Riviviamo l’esperienza del Salmo 121: “Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore!“. Una colazione consumata di fretta (quasi come gli ebrei prima di lasciare l’Egitto). Anche noi compiamo il nostro piccolo Esodo. Ci lasciamo il centro storico di Roma alle spalle e ci immettiamo nel mattino affrescato dalle luci dell’alba. Uno spettacolo di bellezza inesprimibile. Attraversiamo il Tevere, ancora Castel Sant’Angelo, sonnecchiante, e quelle strade, che la sera prima brulicavano di gente, adesso deserte e silenziose. Nugoli di pellegrini qua e là in silenzio muovono verso piazza San Pietro, seguendo le indicazioni di angeli barocchi che mostrano i segni della passione di Cristo. Il sole bacia la lanterna della cupola di Michelangelo e, di lì a poco, tinge di rosa tutta la facciata, mentre facciamo il nostro ingresso in piazza.

Collochiamo il nostro striscione proprio in prima fila: la Madonna dell’Elemosina campeggia e porta il saluto di tutti i biancavillesi al Papa. Abbiamo portato in piazza un po’ della devozione mariana che contraddistingue la nostra comunità. Ci prepariamo a vivere un’altra giornata che – ne siamo certi – sarà altrettanto emozionante. 1392014_550798908307953_901948209_nIndossiamo lo scapolare, segno della nostra identità spirituale, prendiamo posto, proprio come ieri, e diamo un’occhiata al libretto della celebrazione. Frattanto la piazza continua a riempirsi in ogni parte, gradualmente, settore dopo settore. Finiscono tutti i posti a sedere, ma il fiume di gente continua a fluire senza sosta… Riaffiorano sulla bocca le parole della Scrittura, udite tante volte: “Tutte le genti verranno a te…” (Ap 15,4). Come si può spiegare un fenomeno simile? Perché tanta gente accorre da ogni parte del mondo, facendo anche la fila, stando ore sotto il sole, cosa c’è che può ripagare tanta fatica? Una domanda che mi porto dietro per tutta la mattinata.

1383252_550797734974737_984864469_nAnche stamattina la processione degli stendardi dà il via alle celebrazioni. Segue la Madonna di Fatima che, come ieri, ripercorre la piazza, spingendosi anche in via della Conciliazione, dove continua ad arrivare gente. Non appena viene intronizzata sul sagrato di San Pietro, inizia la recita del Rosario. I Misteri vengono enunciati nelle diverse lingue, mentre le decine sono pregate in latino. E tutti pregano “cor unum”, americani e indiani, tedeschi e italiani. Se il mondo economico parla l’inglese, il mondo spirituale parla in latino. Il sole comincia a picchiare e riscalda fin dentro lo spirito. Inizia la Celebrazione della Messa: “Oggi siamo di fronte ad una delle meraviglie del Signore: Maria!” così esordisce Papa Francesco nella sua omelia e subito enuncia il nucleo della sua riflessione:  “Proprio guardando a Maria, alla luce delle Letture che abbiamo ascoltato, vorrei riflettere con voi su tre realtà: prima, Dio ci sorprende; 1175171_550802771640900_424664579_nseconda, Dio ci chiede fedeltà; terza, Dio è la nostra forza”. Tuttavia, questa omelia passerà ai media per la sua esortazione conclusiva, contenente suggerimenti pratici di vita quotidiana per tutte le famiglie: Permesso, scusa, grazie: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avanti. Permesso, scusami, grazie. Quante volte diciamo “grazie” in famiglia? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, ci è vicino, ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. E’ facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma andare a ringraziarlo: Mah, non mi viene”.

Saggio, semplice, efficace. Papa Francesco è così. Ci ha abituati alle cose semplici, a messaggi essenziali. Fossero così tante omelie…

1383352_550797948308049_1323043385_nSiamo attorno all’altare del Signore con il Papa, successore di Pietro, capo visibile della Chiesa. Il Papa è il Papa! Inutile fare confronti e paragoni, il ruolo e l’autorità non si discutono. Egli è lì per confermarci nella fede, per farci volgere continuamente lo sguardo verso il Signore, contro la tentazione della noia e dell’abitudine: “ubi Petrus ibi Ecclesia, ubi Ecclesia ibi Christus”. Chi ricopre quel ruolo, evidentemente, lo fa anche col suo stile personale. Ma il suo ministero trascende la sua persona. Per questa ragione, al di là delle simpatie personali e delle umane preferenze, il Papa non si discute!

1238354_643632662347993_589725805_nLa Messa procede, solenne, raccolta, tra canti gregoriani e preghiere universali in diverse lingue nazionali.

Alla comunione parte un lunghisimo corteo di sacerdoti che recano le particole consacrate in ogni angolo di Piazza San Pietro. Posso constatare la verità dell’insegnamento di San Paolo: “Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo in Cristo” (1Cor 10,17). Una moltitudine immensa, eterogenea per età, lingua, cultura e nazione, accomunata dalla stessa fame, saziata dallo stesso Pane. Saziata dall’unico Cristo.

Al termine della Santa Messa il Papa pronuncia l’Atto di affidamento a Maria. Una preghiera semplice, in cui raccoglie idealmente le preghiere del nostro cuore. Il passaggio centrale recita:

1386011_550801151641062_1132830809_nAccogli con benevolenza di Madre
l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia,
dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.

Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi
e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.

Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo
e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.

Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:
benedici e rafforza ogni desiderio di bene.

1382184_10202114766893843_257959864_nLa preghiera dell’Angelus e la benedizione apostolica concludono la lunga mattinata. Il tempo di togliere i paramenti e il Papa è già pronto per salire sulla papa-mobile. Il momento più atteso della piazza: poter guardare da vicino, forse anche toccare, scambiare uno sguardo col Papa. Un momento fatto di pura emozione, senza parole, solo gesti. L’ultimo atto del nostro gruppo è la consegna ai sediari pontifici dei doni che avevamo portato per il Papa: l’Icona della Madonna dell’Elemosina e un completo di lini per la Messa, ricamato dalla Sig.ra Piera Furnari. In quell’omaggio c’è un po’ di tutti noi, con le nostre preghiere e le nostre speranze.

DSC_0457_SnapseedIl tempo di allontanarci dalla piazza per raggiungere Borgo Pio e consumare il pasto domenicale per il quale il Papa ci aveva augurato “buon pranzo”. Il pomeriggio è dedicato alla visita della basilica Vaticana, maestosa, spettacolare eppure misurata nella sua grandiosità.

Un ultimo sguardo sul cupolone, mentre si spegne quel sole che avevamo visto sorgere al mattino presto. Ci attende la strada del ritorno. La fatica si sente, ma gli occhi e il cuore sono pieni di bellezza e di emozioni in grado di illuminare l’ordinario che ci attende.

Era questo che cercava quella moltitudine stamane.

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