La solennità di N. S. Gesù Cristo Re dell’Universo a conclusione del ciclo dell’anno liturgico.

Redazione SME

In questi giorni vi consigliamo di leggere l’enciclica Quas primas di Pio XI, tutta dedicata alla Solennità liturgica di Cristo Re, nei suoi aspetti biblici, teologici, liturgici e pastorali.
E’ una ottima lettura, che allarga gli orizzonti continuamente tentati di stringersi in pigra routine.

Ve ne citiamo un passaggio, che mette in evidenza – anche in senso generale – come la liturgia sia la forma più potente di teologia, perchè coinvolge corpo, mente e anima nel riconoscimento, attraverso il bello e il sublime, della verità celebrata e ad essa volge la volontà perchè vi aderisca umanamente, con l’intelletto e con lo spirito. Altro che “New Age” che supera l’intellettualismo cristiano per una visione olistica: già Pio XI c’era arrivato. Altro che “celebrazione della vita”!! Noi vogliamo continuare a celebrare il nostro Re e Signore dell’Universo.

Scopo della festa di Cristo Re
…E perché più abbondanti siano i desiderati frutti e durino più stabilmente nella società umana, è necessario che venga divulgata la cognizione della regale dignità di nostro Signore quanto più è possibile. Al quale scopo Ci sembra che nessun’altra cosa possa maggiormente giovare quanto l’istituzione di una festa particolare e propria di Cristo Re.
Infatti, più che i solenni documenti del Magistero ecclesiastico, hanno efficacia nell’informare il popolo nelle cose della fede e nel sollevarlo alle gioie interne della vita le annuali festività dei sacri misteri, poiché i documenti, il più delle volte, sono presi in considerazione da pochi ed eruditi uomini, le feste invece commuovono e ammaestrano tutti i fedeli; quelli una volta sola parlano, queste invece, per così dire, ogni anno e in perpetuo; quelli soprattutto toccano salutarmente la mente, queste invece non solo la mente ma anche il cuore, tutto l’uomo insomma. Invero, essendo l’uomo composto di anima e di corpo, ha bisogno di essere eccitato dalle esteriori solennità in modo che, attraverso la varietà e la bellezza dei sacri riti, accolga nell’animo i divini insegnamenti e, convertendoli in sostanza e sangue, faccia si che essi servano al progresso della sua vita spirituale.  (C. A.)

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