In vista della conferenza sulla Fede che avrà luogo Venerdì 24 Agosto prossimo a Biancavilla e che vedrà come relatore il Prof. Massimo INTROVIGNE, pubblichiamo alcuni aarticoli che ci consentono di entrare nel vivo del tema e di comprendere in anticipo il valore e la stringente attualità del programmato evento culturale.
CESNUR
Mentre la Chiesa è impegnata nel progetto del «Cortile dei Gentili», inteso ad aprire un dialogo con i non credenti disposti a un ascolto interessato – seppure «da lontano» – della buona novella del Vangelo, le ricerche sociologiche evidenziano la presenza crescente di persone che si dichiarano a vario titolo atee, ostili o disinteressate alla religione. Questi «Gentili senza cortile» sono l’oggetto della ricerca che il CESNUR ha condotto nella Sicilia Centrale.
Ne emerge un quadro dove gli atei «forti», in parte residuo di un ateismo ideologico del secolo XX, in parte frutto di campagne anti-religiose più recenti, costituiscono una piccola minoranza (2,4%), mentre più diffusi (5,0%) sono gli atei «deboli», disimpegnati e disinteressati a una religione per cui pensano che la vita di oggi – frenetica, spietata e che privilegia i rapporti sentimentali e il lavoro – non lasci più alcuno spazio significativo. Accanto agli atei «forti» e «deboli» un 63,4% di «lontani» continua a dichiararsi vagamente spirituale, religioso o anche cattolico, ma nello stesso tempo privo di un vero rapporto con la religione istituzionale.
Il quadro – anche nella Sicilia Centrale – è quello dell’«età secolare» descritto dal filosofo Charles Taylor, dove l’opzione maggioritaria e di default per un giovane che si affaccia alla vita adulta è quella di rimanere lontano dalle Chiese e comunità religiose. Le Chiese possono ancora proporre con successo opzioni diverse. Ma solo remando con vigore contro una corrente che scende nella direzione opposta.
di Franca Giansoldati
Ricerca CESNUR: Gli italiani? Un popolo di (quasi) senza Dio. Almeno stando ad una ricerca sulla religiosità nel nostro Paese dalla quale emerge che il 70 per cento della popolazione si caratterizza per non essere più in contatto con alcuna forma organizzata di religione. A questo si aggiunge la realtà relativa agli atei che si attestano al 7 per cento della popolazione. Ma se l’ateismo risulta pressoché costante, il fenomeno più interessante sembra essere costituito dell’aumento di persone talmente tiepide nei confronti della religione, fino a rasentare l’indifferenza.
I risultati di una ricerca sull’ateismo e l’irreligiosità del Cesnur, Centro Studi sulle Nuove Religioni dal titolo «Gentili senza cortile», diretta dal sociologo torinese Massimo Introvigne e dal vice-direttore Pier Luigi Zoccatelli, non offre grossi spiragli. La ricerca, spiegano al Cesnur, è stata condotta nella Sicilia Centrale, in un’area che già tre precedenti ricerche sociologiche avevano identificato come rappresentativa dell’Italia in generale. «Abbiamo distinto – spiega Introvigne – due categorie di atei. Gli atei forti, in grado di motivare il loro ateismo con ragioni ideologiche, sono il 2,4% e sono più presenti tra le persone più anziane e meno istruite, dove sorprendentemente è forte anche un ricordo dell’ateismo comunista. E gli atei deboli, meno ideologici ma che considerano Dio e la religione irrilevanti in un mondo dove contano solo il lavoro, il denaro e le relazioni affettive; questi sono il 5% e sono più numerosi fra i più giovani e fra le persone più colte».
Gli atei tuttavia non sono pochi, se si pensa che sul numero totale degli italiani adulti sono circa tre milioni di persone. La ricerca ha individuato che il loro numero tende a rimanere stabile, senza crescere, dagli anni 1990 a oggi. «Ben diverso però – spiega Introvigne – è il discorso sui lontani dalla religione, una cifra che, comprendendo anche gli atei, arriva nella ricerca al 70,8% della popolazione. Si tratta di persone che nella grande maggioranza non si dicono atee ma hanno perso ogni contatto con la religione: vanno in chiesa solo per i matrimoni e i funerali, e se pure si dicono religiose o spirituali mettono insieme credenze disparate. Si tratta ormai di una solida maggioranza degli italiani».
La ricerca indaga anche sulle cause che tengono così tanti italiani lontani dalla religione istituzionale e in particolare dalla Chiesa Cattolica. Gli intervistati hanno delineato ragioni ideologiche – tra cui l’idea che la scienza renda obsoleta la religione – anche se ai primi posti delle risposte fornite vi è la convinzione che ormai la religione abbia poco da dire sui problemi concreti della vita contemporanea. Si aggiungono il rifiuto degli insegnamenti morali delle Chiese, gli scandali dei preti pedofili e le polemiche sulle ricchezze e i privilegi fiscali della Chiesa.
(Il Mesaggero, 15 giugno 2012)