MEDITAZIONE IV

di Sant’Alfonso M. de’ Liguori

L’amore feconda i buoni desideri, i santi propositi e le opere sante delle anime: questi sono i fiori e i frutti che produce la grazia dello Spirito Santo.
L’amore si chiama anche rugiada perché tempera gli ardori degli appetiti malvagi e delle tentazioni. Perciò chiamasi anche lo Spirito Santo temperamento e dolce refrigerio nel calore. Questa rugiada scende nei nostri cuori nel tempo dell’orazione. Basta un quarto d’ora di orazione per sedare ogni passione di odio o di amor disordinato, per ardente che sia. Mi ha introdotto nella cella del vino e il suo vessillo su di me è amore (Ct 2,4). La santa meditazione appunto è questa cella ove si ordina l’amore, amando il prossimo come noi stessi e Dio sopra ogni cosa. Chi ama Dio ama l’orazione, e chi non ama l’orazione è moralmente impossibile che superi le sue passioni.

Affetti e preghiere

O santo e divino Spirito, io non voglio vivere più per me stesso; i giorni che mi restano di vita voglio spenderli tutti in amarti e compiacerti. Perciò ti prego di darmi il dono dell’orazione. Vieni tu nel mio cuore, ed insegnami a farla come si deve. Dammi fortezza di non tralasciarla per tedio in tempo di aridità; e dammi lo spirito di preghiera cioè la grazia di sempre pregarti e di farti quelle preghiere che sono più care al tuo divino Cuore.
Io ero perduto già per i peccati miei, ma vedo che tu, con tante finezze che mi hai usate, mi vuoi salvo e santo; ed io voglio farmi santo per darti gusto e per più amare la tua infinita bontà. Ti amo, mio sommo bene, mio amore, mio tutto, e perché ti amo tutto a te mi dono.
O Maria speranza mia, proteggimi tu.

Pater, Ave, Gloria.

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