MEDITAZIONE I

di Sant’Alfonso M. de’ Liguori

Ordinò Iddio nell’antica Legge che al suo altare continuamente ardesse il fuoco. Dice S. Gregorio che gli altari di Dio sono i nostri cuori, dove egli vuole che sempre arda il fuoco del suo divino amore. E perciò l’Eterno Padre non contento di averci donato Gesù Cristo, suo figlio, affinché ci salvasse con la sua morte, volle donarci ancora lo Spirito Santo, affinché abitasse nelle anime nostre e le tenesse continuamente accese di carità. E Gesù medesimo dichiarò che appunto per infiammare i nostri cuori di questo santo fuoco egli era ventuo in terra, e che altro non desiderava che di vederlo acceso (cfr. Lc 12,49). Pertanto egli, scordate le ingiurie e le ingratitudini ricevute in questa terra dagli uomini, salito in cielo, c’inviò lo Spirito Santo.
O Redentore amatissimo, dunque così nelle tue pene ed ignominie, come nelle tue glorie, tu sempre ci ami?
Quindi lo Spirito Santo volle apparire nel cenacolo in forma di lingue di fuoco (cfr. Atti 2,3).
E perciò la S. Chiesa ci fa pregare: Ti preghiamo, Signore, di infiammarci di quello Spirito che il Signore Gesù mandò sulla terra e volle che si accendesse fortemente. Questo poi è stato quel santo fuoco che ha acceso i santi a far grandi cose per Dio, ad amare i nemici, a desiderare i disprezzi, a spogliarsi di tutti i beni terreni e ad abbracciare con allegrezza anche i tormenti e la morte. L’amore non sa stare ozioso e non dice mai basta. Un’anima che ama Dio, quanto più fa per l’amato più desidera di fare, di dargli gusto e di più tirarsi il suo affetto. Questo santo fuoco si accende nell’orazione mentale (cfr. Sal 38,4). Se dunque desideriamo di ardere d’amore verso Dio, amiamo l’orazione; questa è la beata fornace dove si accende il divino ardore.

Affetti e preghiere.

Mio Dio, sinora non ho fatto niente per te che hai fatto tante grandiose cose per me. Ohimè che la mia freddezza troppo ti incita a rifiutarmi! Deh! Spirito Santo, scalda ciò che è gelido. Liberami da questa mia freddezza, ed accendi in me un gran desiderio di darti gusto. Io ora rinunzio ad ogni mia soddisfazione, e preferisco prima morire che darti un minimo dispiacere.
Tu comparisti in forma di lingue di fuoco, io ti consacro la mia lingua, affinché ella più non ti offenda. Oh Dio, tu me l’hai data per lodarti, ed io me ne son servito per oltraggiarti e tirare anche gli altri ad offenderti! Me ne dispiace con tutta l’anima mia. Per l’amore di Gesù Cristo che in sua vita tanto ti onorò con la sua lingua, fà che anche io da oggi innanzi ti onori sempre con recitar le tue lodi, con invocarti spesso in aiuto, e con parlare della tua bontà e dell’amore infinito che tu meriti.
Ti amo, mio sommo bene; ti amo, o Dio d’amore.
O Maria, tu sei la sposa più cara dello Spirito Santo: impetrami tu questo santo fuoco.

Pater, Ave, Gloria.

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