Redazione SME
Tra gli scopi del nostro spazio virtuale vi è quello di affermare la verità dei dati di fatto, contro le mistificazioni cui è soggetta, purtroppo, la Chiesa Cattolica, sempre più vittima di accuse ingiustificate e mistificatorie. Tra le tante polemiche montate ad arte, negli ultimi mesi il mondo laicista si è scatenato accusando la Chiesa di godere di ingiusti privilegi, come l’esenzione dal pagamento dell’ICI che avrebbe sottratto allo Stato italiano svariati “milioni di euro”. Si è visto, invece, che l’esenzione riguarda cifre assolutamente irrilevanti (si tratta di centinaia di miglialia di euro, briciole rispettto al bilancio dello Stato). Ma, come hanno detto più volte i Vescovi, non vi è nessun desiderio di godere di privilegi e tuttavia, invece di fare facile populismo, occorre tener conto del grande valore valore educativo e sociale svolto dalla Chiesa Cattolica in Italia (per restare nel nostro Paese) per leggere con uno sguardo più chiaro e approfondito il provvedimento del Governo italiano che, in questi ultimi giorni, ha suscitato non poche polemiche. Non si tratta di difendere privilegi, ma di riconoscere il valore sociale di certe attività, come scuole, asili, servizi Caritas. Anche in questo caso, infatti, non si può generalizzare indiscriminatamente. Proprio in nome di una sana laicità, che difenda il contributo di tutti alla crescita economica e sociale del Paese.
“È viva la nostra preoccupazione circa lo sviluppo delle decisioni che il governo vuole intraprendere circa la tassazione di nostri beni immobili”, ha dichiarato a riguardo don Lorenzelli SDB, Presidente Nazionale della Cism (Conferenza Italiana Superiori Maggiori). “Tale stato d’animo – precisa – non è espressione di una malinconica perdita di privilegi ottenuti nel tempo storico da parte dello Stato”, bensì di “un preoccupato sguardo sulla futura continuazione delle nostre numerose opere, che ricevevano dall’autorità statale un adeguato riconoscimento per l’opera sociale compiuta a beneficio dei propri cittadini”.
Ciò che preoccupa riguardo all’introduzione della tassazione Imu sui beni immobili della Chiesa, sono le scuole paritarie, “soprattutto quelle dell’infanzia che spesso suppliscono alla mancanza di asili pubblici”, come ha dichiarato il cardinale Tarcisio Bertone. Il segretario di Stato Vaticano ha, infatti, ricordato i “circa 15 mila servizi” sanitari e socio assistenziali con cui le opere della Chiesa contribuiscono al welfare italiano.
Anche il vicepresidente Pdl alla Camera, Maurizio Lupi, ha esposto le sua perplessità, in particolare riguardo al rischio chiusura degli asili nido parrocchiali “dove gli operai mandano i loro figli e che non possono ovviamente aumentare di 200 euro le rette”. Rischio che coinvolge anche le scuole degli ordini religiosi e le cooperative di genitori che “di Imu su vecchi edifici di vasta metratura dovrebbero pagare cifre insostenibili”. In questo caso “non c’entrano niente i privilegi della Chiesa”, ha affermato l’on. Lupi, “così si nega la funzione pubblica svolta da privati senza scopo di lucro. Il governo chiarisca, altrimenti mette in pericolo un servizio pubblico rivolto a tutti”.
D’accordo anche Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, che ha chiesto di distinguere le attività commerciali dai luoghi in cui “c’è supplenza caritatevole e assistenziale, dove si danno i pacchi della Caritas e nelle scuole dove si insegna ai nostri figli”.
Per ulteriori approfondimenti, vi segnaliamo:
http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoli-a-tutta-ici-contro-le-scuole-cattoliche-4632.htm