A Biancavilla l’evento culturale del 26 agosto scorso promosso dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” con uno tra i più stimati collaboratori del Papa: Mons. Nicola Bux.
Riflessioni e dibattiti sul necessario recupero del sacro in un’era di profonda crisi ecclesiale
di Maddalena Batticane
Biancavilla – “Adorare Dio in spirito e verità, sull’esempio della Vergine Maria”. Questo il tema intorno al quale si è incentrata, a Biancavilla, una conferenza spirituale di grande rilievo nell’ambito delle annuali celebrazioni estive in onore della Madonna dell’Elemosina, patrona principale della città. L’evento, svoltosi lo scorso 26 agosto presso il giardino botanico di Palazzo Portale, è stato promosso dall’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina” che, in occasione del 50° anniversario dell’Incoronazione del Bambin Gesù dell’icona bizantina della Madonna dell’elemosina e del 60° anniversario di sacerdozio del Santo Padre Benedetto XVI, ha voluto invitare un relatore d’eccezione come mons. Nicola Bux. Docente di liturgia orientale e di teologia dei sacramenti nella Facoltà Teologica Pugliese, mons. Bux è anche consultore in Vaticano delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e per le Cause dei Santi, amico personale di Joseph Ratzinger, nonché autore di una decina di libri e di oltre quaranta saggi, l’ultimo dei quali intitolato “Come andare a Messa e non perdere la fede”. Un titolo provocatorio che suscita subito grande interesse e curiosità e che mette in evidenza la profonda crisi che negli ultimi anni ha colpito la chiesa, una crisi che, secondo don Bux, dipende in gran parte dal crollo della liturgia. Sempre più spesso capita di annoiarsi a messa, per i motivi più disparati. Si possono trovare i canti troppo banali o le omelie troppo lunghe. Oppure si può rimanere sbalorditi per certe stravaganze di preti che vorrebbero rendere la liturgia più appetibile con l’unico risultato di sminuire la sacralità del rito che si sta celebrando. Ecco che allora le chiese si svuotano, i giovani si allontanano e molti perdono la propria fede. Bisogna, quindi, correre ai ripari cercando di recuperare la spiritualità che sta alla base della celebrazione della Santa Messa. E’ questo il principale messaggio che don Bux vuole far passare attraverso il suo saggio. “L’uomo di oggi ha un forte bisogno di sacro – spiega mons. Bux – persino la liturgia parla più dell’uomo che di Dio. Ci siamo messi al posto del Signore e così facendo invece di riempire le chiese le abbiamo svuotate”. Celebrare la messa nella forma straordinaria del Rito Romano può aiutare a ritrovare, secondo don Nicola, il senso della bellezza, della semplicità, della sacralità, della solennità della Liturgia Eucaristica che è già insito nel rito stesso e che non ha bisogno di nessun fronzolo che lo renda più interessante o coinvolgente ai nostri occhi. Per far questo è essenziale il recupero della devozione, “Senza la devozione –dice mons. Bux- non v’è partecipazione piena. Molti liturgisti si sono chiesti quale sia il modo migliore per partecipare attivamente alla Messa; c’è chi ha cercato di farlo danzando intorno all’altare, cantando, leggendo, salendo e scendendo dall’altare come fosse un palcoscenico teatrale, ma infondo credo che il modo migliore per partecipare alla messa sia quello suggerito dal cardinale Ratzinger in “Introduzione allo spirito della liturgia” dove dice che: “Lo stare quanto più possibile in ginocchio, l’adorare e il tentare di entrare in una fase di profonda contemplazione durante la Messa è la norma più eccellente fra tutte, sempre valida ed intramontabile”, è questo uno fra i più preziosi insegnamenti di cui dobbiamo far tesoro se vogliamo davvero essere parte attiva della Celebrazione Eucaristica”. A moderare l’incontro è stato Alessandro Scaccianoce che ha sottolineato come la liturgia sia qualcosa che coinvolge tutti e che non riguarda solo i sacerdoti. “Molti ritengono – spiega Scaccianoce – che la liturgia sia solo una questione clericale, per addetti ai lavori, insomma “roba da preti”, invece, basta guardare all’etimologia del termine “liturgia” per rendersi conto che non è affatto così. La parola liturgia è composta dalle parole greche lèitos che significa popolare ed erghìa che significa azione, quindi, si può tradurre con azione a favore del popolo. Riscoprire l’inestimabile valore del sacro, della spiritualità, della contemplazione che avvolge la Celebrazione Liturgica è di fondamentale importanza per recuperare la fede e coinvolgere quanti più giovani possibili nella missione di evangelizzazione”. Presenti alla conferenza anche il presidente dell’Associazione “Maria SS. dell’Elemosina”, Giuseppe Santangelo, e il prevosto Agrippino Salerno. “Attorno a questo evento è nato un interesse e una sensibilità – ha detto il presidente Santangelo – che ha superato ogni aspettativa. Si percepisce così quanto ci sia bisogno di stare radicati in Cristo e saldi nella fede. Questo importante evento si colloca, inoltre, all’interno delle celebrazioni per il 50°anniversario dell’Incoronazione del Bambin Gesù raffigurato nell’icona prodigiosa della Madre di Dio, venerata ininterrottamente da oltre 5 secoli col titolo di Eléusa, quale Madre e regina di Biancavilla. Altra importante ricorrenza – conclude – è il 60°anniversario di sacerdozio del Santo Padre Benedetto XVI, che con la sua mitezza e il suo pensiero illuminante conduce la chiesa verso orizzonti di speranza.” Entusiasta dell’iniziativa anche il prevosto della Collegiata. “Questo evento culturale – dichiara don Pino Salerno – è un’occasione per conoscere e prendere a modello l’opera di don Bux che, attraverso la sua vita, le sue testimonianze e i suoi scritti, ha svolto un ruolo di grande importanza nella rivalutazione dell’antico Rito Romano della Santa Messa che ha attirato molti giovani”.